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Spagna: sciopero generale, incidenti a Barcellona

(Keystone-ATS) Spagna paralizzata oggi, o quasi, dallo sciopero generale proclamato dai sindacati contro la riforma del lavoro varata dal premier Mariano Rajoy per combattere una disoccupazione endemica e rilanciare l’economia, che rende soprattutto più facili e meno costosi per le imprese i licenziamenti.

Violenti scontri sono esplosi soprattutto a Barcellona, dove gruppi di antisistema hanno bruciato cassonetti e spaccato vetrine di alcuni negozi del centro. Scene di guerriglia attorno alle Rambla e a Paseo de Gracia, con decine di manifestanti che si sono scontrati a più riprese con agenti antisommossa che, secondo La Vanguardia online, hanno usato anche proiettili di gomma.

In tutto il Paese, centinaia di collegamenti aerei e ferroviari ad alta velocità sono stati annullati. Hanno funzionato solo quelli previsti dagli accordi sul servizio minimo. Metro e bus quasi fermi nelle città, nettezza urbana paralizzata, scuole, ospedali e amministrazione al rallentatore.

Le fabbriche si sono fermate. I sindacati parlano di un’adesione al 75%. Il governo di assoluta “normalità”, mettendo avanti i dati sul consumo elettrico – il ‘termometro’ dell’impatto economico dello sciopero – che non è calato più che nel 2010 durante lo sciopero generale contro i tagli e la riforma delle pensioni decisi dal governo socialista di Josè Luis Zapatero.

Oltre agli scontri di Barcellona, incidenti sporadici si sono registrati anche a Madrid, Siviglia, Malaga, Saragozza. Ci sono stati 58 fermi, sei feriti leggeri, uno più serio. Centinaia di migliaia di persone hanno partecipato alle manifestazioni di protesta a Madrid, Barcellona, Siviglia, Saragozza e in diverse altre città.

I due grandi sindacati del paese, Ugt e Ccoo, hanno lanciato un ultimatum a Rajoy, chiedendo l’avvio di un negoziato per modificare i termini della riforma entro il primo maggio. Altrimenti, hanno minacciato i due segretari Candido Mendez e Ignacio Toxo, il conflitto si farà incandescente. Ma il governo ha già riposto negativamente. “La svolta riformista è inarrestabile”, ha replicato il ministro del Lavoro Fatima Banez, e la legge “non sarà cambiata”.

Lo sciopero generale – l’ottavo dalla fine del franchismo – proclamato oggi dai sindacati con l’appoggio dell’opposizione socialista e di sinistra, è la prima grande prova di forza sul fronte sociale per Rajoy, al potere da 97 giorni. Interviene alla vigilia dell’adozione in consiglio dei ministri, domani, del nuovo giro di vite da quasi 20 miliardi previsto dal premier.

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