Stati rinforzati rispetto a Corte diritti uomo, UDC si oppone
La Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) deve intervenire solo in ultima istanza e lasciare margine di manovra ai tribunali nazionali. Un protocollo, in consultazione fino ad oggi, propone di ancorare questo principio - già esistente in sostanza - nel preambolo della Convenzione dei diritti dell'uomo. L'UDC respinge il testo.
I democentristi non commentano la proposta, anche se loro stessi denunciano regolarmente l'ingerenza dei giudici stranieri di Strasburgo nella giustizia svizzera. Gli autori del protocollo hanno aggiunto l'idea del margine di manovra nazionale al principio di sussidiarietà già in vigore.
La misura potrebbe "smorzare le tensioni attuali" fra la CEDU e gli Stati, stima il Centro svizzero di competenza per i diritti umani (CSDU), finanziato dalla Confederazione. L'UDC rifiuta non tanto il principio del testo, quanto modifiche che riguardano l'elezione dei giudici.
Altri partiti soddisfatti
Fra gli altri partiti regna la soddisfazione. Il PLR accoglie in maniera particolarmente positiva l'ancoraggio alla costituzione del principio di sussidiarietà. Il PPD aggiunge che il margine di manovra nazionale permette di evitare che i giudici di Strasburgo si immischino troppo nelle decisioni svizzere, come "è stato a volte il caso di recente".
Il PS, così come anche il PPD, considera la CEDU come un'istituzione essenziale, importante per lo stato di diritto in Svizzera. I socialisti sostengono pienamente il protocollo che sottostà a ratifica.
Rinforzare l'efficacia della CEDU
A livello di contenuti il protocollo 15 mira a cinque modifiche della Convenzione dei diritti dell'uomo. Gli aggiustamenti dovrebbero permettere di garantire e rinforzare l'efficacia della CEDU, scrive il Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP).
Oltre a margine di manovra e sussidiarietà, il documento propone che i candidati alla funzione di giudici abbiano almeno 65 anni. Il limite massimo di età, fissato a 70 anni, sarà invece soppresso.
Il termine per adire il tribunale verrà ridotto da sei a quattro mesi dalla data della decisione interna definitiva. La Corte potrà inoltre dichiarare irricevibile un ricorso in assenza di pregiudizio significativo anche se la causa non è stata esaminata da un tribunale nazionale.