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Svizzera-Italia: fiscalità nei colloqui tra Calmy-Rey e Frattini

Questo contenuto è stato pubblicato il 13 gennaio 2011 - 15:57
(Keystone-ATS)

BERNA - È stata la vertenza fiscale bilaterale a dominare i colloqui tra la presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey e il ministro degli esteri italiano Franco Frattini stamane a Berna. Svizzera e Italia intendono rilanciare le discussioni. "Ci consideriamo degli apripista", ha detto la consigliera federale.
I dossier fiscali costituiscono "un'autentica difficoltà", ha riconosciuto la direttrice del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) in una conferenza stampa. La Calmy-Rey ha in particolare fatto riferimento al blocco dei negoziati su un accordo di doppia imposizione, al rifiuto italiano di ratificare il trattato tra Svizzera ed Unione europea (Ue) sulla frode, alle "misure discriminatorie" prese nei confronti di società elvetiche nella Penisola, e al fatto che Roma ha posto la Svizzera sulla propria lista nera dei paradisi fiscali.
Pur non essendo responsabili dei dossier, i due ministri degli esteri hanno affermato la loro volontà di trovare soluzioni. Frattini ha ad esempio evocato la possibilità che i due paesi si ispirino ad accordi di doppia imposizione già esistenti, come quello concluso tra Berna e Parigi.
Durante i colloqui, tenuti alla Casa von Wattenwyl, Calmy-Rey e Frattini hanno discusso anche della tassazione dei frontalieri italiani, del contributo di Roma all'asse di traffico nord-sud, e delle relazioni tra Confederazione e Unione europea (Ue). Per il resto i due ministri hanno sottolineato la qualità dei rapporti commerciali bilaterali.
Dopo Berna, Frattini ha fatto tappa a Losanna, dove è stato insignito dell'ordine olimpico dal presidente del Comitato olimpico internazionale Jacques Rogge.

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