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Uova alla diossina sono solo la punta dell'iceberg

Questo contenuto è stato pubblicato il 09 gennaio 2011 - 17:56
(Keystone-ATS)

BERLINO - Lo scandalo delle uova alla diossina che da giorni scuote la Germania è "solo la punta dell'iceberg" di un problema molto più diffuso: ne è convinto Thilo Bode, il direttore dell'associazione non governativa Foodwatch, che si batte per i diritti dei consumatori nel settore alimentare.
"Questa è solo la punta dell'iceberg", ha detto Bode nel corso di un'intervista all'agenzia stampa tedesca Dpa. "Circa l'80% di tutta l'esposizione della popolazione alla diossina, che secondo l'Organizzazione mondiale della sanità si colloca sui limiti superiori dei livelli ancora accettabili, avviene attraverso i mangimi", ha spiegato.
Bode ha ammesso che il problema è di difficile soluzione, ma ha puntato il dito contro il governo che - ha sottolineato - non fa abbastanza per proteggere i consumatori poiché ha più a cuore le sorti dei produttori di mangimi.
"Il governo federale segue una strategia esplicita per le esportazioni di prodotti a base di carne", ha sostenuto il direttore di Foodwatch. Per questo, ha proseguito, il governo "non ha alcun interesse" ad appesantire i produttori di mangimi con autocontrolli vincolanti più rigidi.

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