Adam Lanza, il 20enne che il 14 dicembre di due anni fa, aprì il fuoco nella scuola elementare di Sandy Hook di Newtown, nel Connecticut, uccidendo 20 bambini e sei adulti, per poi togliersi la vita, era un uomo con evidenti problemi mentali e un fascino per gli atti violenti di massa. Ma questi problemi furono sottovalutati e mal interpretati dagli insegnanti e dalla famiglia. Sono le conclusioni di un rapporto di un'agenzia federale sul profilo mentale e l'educazione dell'assassino.

Il documento, che ha raccolto le testimonianza di medici, educatori e parenti, mette in evidenza "i segnali d'allarme" che però non furono colti né dalla madre di Lanza, la scuola o gli operatori sanitari.

Prima del massacro, il giovane rimase chiuso in casa per tre mesi, coprendo le finestre della sua camera da letto con le buste di plastica nere e comunicando con la madre e con il mondo esterno via email. Era anoressico e pesava solo 50 chili nonostante fosse alto 1,82. Passava il tempo davanti al computer comunicando con gli appassionati degli omicidi di massa. In una email datata tre giorni prima del massacro alla scuola, Lanza scrisse: "L'inspiegabile mistero per me non è perché ci sono i massacri, ma perché non se ne verificano 100'000 all'anno".

Nonostante la madre del giovane, Nancy Lanza, condivideva le preoccupazioni sulle condizioni del figlio con gli amici, non mostrò mai dubbi sui problemi mentali. E, mentre il rapporto stabilisce che Lanza non era "un evidente psicotico" al momento del massacro, gli autori hanno concluso che comunque "era su un percorso di violenza da diverso tempo".