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Wikileaks: responsabili sito, siamo sotto attacco

(Keystone-ATS) BERNA – Il sito Wikileaks pubblica 260’000 documenti della diplomazia internazionale. Quella americana ha sovente espresso senza peli sulla lingua giudizi sui principali leader mondiali. Alcuni media internazionali pubblicheranno le nuove rivelazioni di Wikileaks, il cui sito è sotto attacco informatico da questo pomeriggio.
Per la diplomazia a stelle strisce: Ahmadinejad? “Nuovo Hitler”. Sarkozy? “l’imperatore nudo”. Gheddafi? “Procaci biondine come infermiere”. Karzai? “È spinto dalla paranoia”. Merkel? “Evita i rischi e raramente è creativa”. Infine Berlusconi: per lui “feste selvagge”.
Tutto ciò almeno secondo le prime indiscrezioni che mostrano una copertina di Der Spiegel con i duri giudizi in evidenza sotto 12 foto di altrettanti leader. Non è una indiscrezione invece che il sito di Wikileaks sia in queste ore sotto attacco informatico.
Da alcune anticipazioni apparse su Twitter, emerge anche che l’Europa per gli Stati Uniti “non è più così importante” e che gli Stati Uniti vedono il mondo come un confronto tra due superpotenze – la seconda è la Cina – con Europa e Germania in posizione di secondo piano. Poi, ancora, il presidente americano Obama “non ha nessuno slancio emotivo verso l’Europa ed il suo sguardo è rivolto più al Pacifico che all’Atlantico”.
Secondo una prassi oramai consolidata, alcuni media internazionali pubblicheranno le nuove rivelazioni di Wikileaks. Difficile dire se il sito di Julian Assange riuscirà a fornire la documentazione: alle 17.00 ora svizzera ha subito un DDoS (distributed denial of service, letteralmente negazione del servizio), ed è di fatto oscurato. “I documenti che stiamo per pubblicare riguardano essenzialmente tutta le maggiori questioni in ogni Paese del mondo”, ha detto Julian Assange collegato in video-conferenza con la conferenza dei giornalisti investigativi ad Amman, in Giordania. “La Giordania non è il posto migliore dove stare se ti cerca la CIA”, ha detto l’australiano, spiegando di non poter dire dove si trova in questo momento.
Sul capo di Assange, per la verità, pende soprattutto un mandato di cattura internazionale, per stupro e molestie, spiccato dalla magistratura svedese la scorsa settimana e trasmesso all’Interpol.
Nel suo intervento odierno, Assange ha sottolineato di aver passato l’ultimo mese spendendo ogni energia sulla raccolta dei documenti che fanno tremare le cancellerie di mezzo mondo: “Già si possono vedere gli effetti del mio lavoro: gli USA hanno cercato con tutte le forze di disinnescare il meccanismo, avvertendo i governi ma senza sapere cosa stiamo davvero per pubblicare”.
Le fughe di notizie però si rincorrono sul web: la nuova pubblicazione conta circa 260.000 documenti diplomatici, tra questi 8000 sarebbero direttive del Dipartimento di Stato statunitense. Nessuno dei file sarebbe classificato Top secret: la metà sarebbe senza livello di segretezza, il 40,5% “confidenziali”, circa 15.652 quelli “segreti”.
Ed è giallo sulle copie dello Spiegel che un giornalista freelance avrebbe ottenuto in Svizzera: Symor Jenkins, afferma di aver acquistato a Basilea una copia cartacea della rivista tedesca che dovrebbe uscire in Germania solo domani (alle 22.30 di questa sera dovrebbe uscire nella versione online). Non è ancora stato possibile appurare se si tratti di un falso, di un errore di distribuzione o di un’anticipazione voluta dallo Spiegel.
Nella copertina del periodico compare la scritta ‘Enthullt’ (Rivelato), e il sottotitolo: “come l’America vede il mondo, il rapporto segreto del Dipartimento di Stato americano” e 12 foto di personaggi illustri: tra questi, solo per citarne alcuni, il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad, il colonnello Muammar Gheddafi, il presidente afghano Karzai, il presidente francese Sarkozy e ultimo in fondo a destra, il premier italiano Silvio Berlusconi.
La documentazione che Assange ha consegnato in anticipo a New York Times, Der Spiegel, Guardian, Le Monde e El Pais, sarebbe stata “prelevata” dal Secret Internet Protocol Router Network (SIPRNet), a cui hanno accesso centinaia di migliaia di funzionari statunitensi.

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