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Ucraina: al via scambio prigionieri tra Kiev e i separatisti

(Keystone-ATS) Al via in Ucraina un nuovo scambio di centinaia di prigionieri di guerra fra Kiev e i separatisti filorussi dell’Est nell’ambito dell’accordo raggiunto mercoledì scorso a Minsk in Bielorussia.

L’operazione – iniziata a gruppi di dieci prigionieri alla volta vicino alla città di Kostiantynivka (45 km a nord della roccaforte ribelle di Donetsk) – riguarderà complessivamente 222 separatisti filorussi e 150 ucraini.

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A riferirlo sono i principali quotidiani internazionali, mentre fonti dell’agenziaa stampa francese Afp aggiungono che a vigilare sullo scambio sono presenti sul campo alcuni rappresentanti dell’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa).

Delegati di Kiev e dei separatisti hanno letto tutti i nomi dei prigionieri prima di dare il via alla loro liberazione. La rappresentante dei separatisti Daria Morozova ha reso noto che i prigionieri in mano ai ribelli erano detenuti nella regione di Donetsk. Secondo la stessa fonte nella prossime 24 ore dovrebbe avere luogo un ulteriore scambio con quelli della repubblica separatista di Lougansk.

Nelle stesse ore il portavoce del ministero degli Esteri bielorusso ha annunciato che il round decisivo dei colloqui di pace sul futuro dell’est dell’Ucraina, inizialmente previsto per oggi, non avrà luogo. “L’incontro tra il gruppo di contatto”, formato da rappresentanti di Ucraina, Russia e Osce, e i separatisti filorussi “non ci sarà oggi”, ha detto Dmitri Mirontchik senza precisare nè i motivi del rinvio né una nuova data. “Dipende dal gruppo di contatto, la Bielorussia è sempre disponibile a ospitare i negoziati”, ha aggiunto.

Kiev nel frattempo ha sospeso – adducendo ragioni di sicurezza – tutti i transiti ferroviari e su strada diretti alla Crimea, la penisola sul Mar Nero annessa lo scorso marzo alla Russia. Una misura che cade dieci giorni dopo la decisione presa da Mosca di sospendere il proprio servizio ferroviario verso la penisola.

Intanto da Mosca si fa sapere che il presidente russo Vladimir Putin ha approvato la nuova versione della dottrina militare della Russia nella quale si sottolinea che la Nato è una minaccia primaria per la sicurezza del Paese. La precedente dottrina militare risale al 2010, quando non c’era traccia della crisi con l’Ucraina. Il testo odierno invece si preoccupa per “il rafforzamento delle capacità offensive della Nato direttamente alle frontiere russe, e delle misure prese per dispiegare un sistema globale di difesa antimissile” nell’Europa orientale.

Parole di speranza e di riconciliazione per l’Ucraina sono state infine pronunciate dal Papa nei suoi messaggi natalizi. “Gesù – ha detto il Pontefice – conceda a quell’amata terra di superare le tensioni, vincere l’odio e la violenza e intraprendere un nuovo cammino di fraternità e riconciliazione”.

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