Venezia: Palazzo Trevisan diventa antenna dell’eccellenza svizzera

Dal primo gennaio 2026, Palazzo Trevisan di Venezia ospiterà una piattaforma gestita dal Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) per la promozione della cultura svizzera e di nuove attività nei settori dell'innovazione, della ricerca e della sostenibilità.
(Keystone-ATS) Lo hanno annunciato oggi nella città lagunare i consiglieri federali Ignazio Cassis e Elisabeth Baume-Schneider
“Con il nuovo assetto di Palazzo Trevisan rafforziamo la presenza svizzera in Italia, Paese con cui condividiamo una cultura nonché una moltitudine di legami economici, culturali, scientifici e sociali – ha rilevato Cassis, citato in una nota del DFAE -. L’ampliamento delle tematiche e degli attori coinvolti, tra cui il Canton Ticino, permetterà un utilizzo ancora più coerente ed efficace degli spazi”.
Dal canto suo, Baume-Schneider si è detta “felice che Palazzo Trevisan continui ad essere un luogo proficuo per lavorare insieme e scambiare idee, grazie al supporto di Pro Helvetia e al coinvolgimento di nuovi partner”.
Questo sviluppo è il risultato della collaborazione tra il DFAE e il Dipartimento federale dell’interno (DFI), con il duplice obiettivo di rafforzare Palazzo Trevisan come vettore di eccellenza svizzera a Venezia, e di arricchire ulteriormente la fitta rete di relazioni tra Svizzera e Italia. I costi di affitto e manutenzione dei locali ammontano a 220’000 franchi all’anno, ha dichiarato a Keystone-ATS il portavoce del DFAE Nicolas Bideau.
Acquistato dalla Confederazione nel 1966
Il piano nobile di Palazzo Trevisan era stato acquistato dalla Confederazione nel 1966 e utilizzato dapprima come sede del consolato generale fino al 2002, poi, dopo la trasformazione in consolato onorario, come luogo di promozione della cultura elvetica. Negli anni questo edificio è assunto a vero e proprio simbolo della Svizzera a Venezia, offrendo uno spazio ideale per dialogare con gli attori del mondo dell’arte, dell’architettura, della cultura e del cinema attivi nella città sulla laguna, viene precisato nel comunicato.
Al forte richiamo internazionale di Venezia in ambito artistico e culturale, in anni più recenti si è sviluppato un nuovo impegno nei settori dell’innovazione, della scienza e della ricerca per la sostenibilità, rendendo il momento particolarmente favorevole per ridisegnare il ruolo di Palazzo Trevisan. Sotto la direzione del DFAE, la nuova piattaforma contribuirà alla promozione degli interessi della Svizzera secondo gli obiettivi della Strategia di politica estera 2024-2027 e del Messaggio sulla cultura 2025-2028, viene ancora sottolineato.
Sarà in particolare un luogo d’incontro per attori svizzeri e internazionali, pubblici e privati, e aspirerà a promuovere sinergie tra questi enti, approfittando dello stimolante tessuto veneziano. Per coordinare le attività della piattaforma, il DFAE si avvarrà di una segreteria. Pro Helvetia, oltre ad organizzare un proprio programma culturale e a gestire il padiglione svizzero durante la Biennale, fornirà consulenza alla segreteria nella definizione delle priorità in ambito culturale.
Tra i partner il Canton Ticino
La formalizzazione della collaborazione tra il DFAE e i diversi attori sarà portata a termine durante l’anno in corso. Tra i partner potenziali figurano enti pubblici, istituti di ricerca, fondazioni e istituzioni, festival cinematografici nonché gallerie e musei. Ha già confermato il proprio interesse il Canton Ticino, rappresentato a Venezia dalla consigliera di Stato Marina Carobbio, direttrice del Dipartimento cantonale dell’educazione, della cultura e dello sport (DECS), nonché presidente del Forum per l’italiano in Svizzera.
Nel suo intervento Carobbio ha espresso soddisfazione e ringraziato il Consiglio federale. “Grazie all’intervento congiunto e convinto delle autorità a più livelli è stato possibile trovare una soluzione per continuare a promuovere l’identità della Svizzera plurilingue e multiculturale a Venezia e nel mondo”, ha sottolineato.
Nel settembre scorso, durante il dibattito al Nazionale concernente il Messaggio sulla cultura 2025-2028, l’UDC non aveva perso l’occasione per criticare la presenza di Pro Helvetia a Palazzo Trevisan, accusandola di organizzarvi delle “vacanze”. La fondazione aveva deciso di non proporvi più eventi, ciò che ha provocato uno “tsunami di reazioni” nella Svizzera italiana. Allora Baume-Schneider aveva dichiarato di “seguire da vicino la situazione” e di essere aperta a discussioni future sul suo ruolo.