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Bilancio della Comissione della concorrenza sull’attività del 2000

Il presidente della Comco auspica che vengano accentuate le sanzioni per chi infrange le regole della concorrenza Keystone Archive

Mercato della salute e dell'elettricità sono le preoccupazioni principali della Commissione della concorrenza. L'organo di controllo, garante del funzionamento della concorrenza nell'interesse dei consumatori, ha lamentato ancora la scarsa incisività delle possibilità di sanzioni.

Accordi cartellari su prezzi e quantitativi, spartizioni geografiche, abuso di posizioni dominanti. Su queste violazioni del libero mercato si è focalizzata l’attività della Commissione della concorrenza (Comco) nel 2000 nel quadro della sorveglianza sugli operatori privati. L’anno passato sei inchieste relative ad intese sul prezzo, tra le quali quella riguardante i quotidiani ticinesi, hanno potuto essere concluse con successo.

Tra le sette nuove indagini aperte nel 2000 una concerne il sensibile settore della telefonia dove la Comco ha puntato gli occhi su possibili comportamenti concordati degli operatori per le tariffe tra la rete mobile e quella fissa. Ancora in sospeso è l’importante indagine nel settore delle carte di credito, dove una clausola proibisce prezzi inferiori in caso di pagamento in contanti.

La Comco ha però attribuito un’attenzione sempre crescente sulle regolamentazioni statali ed in particolare sul mercato dell’energia elettrica e della salute. Lo scopo è evitare l’abuso delle norme pubbliche per limitare oltre misura la concorrenza, ma anche di sottolineare l’inutilità o la necessità di adeguamenti delle regolamentazioni.

Un’esigenza, quest’ultima, riscontrata dalla Comco nel settore dell’elettricità. Il pericolo è che le centrali elettriche, attualmente oltre un migliaio, possano concludere accordi per indebolire la pressione ad una maggiore concorrenza introdotta con la nuova legge sulla liberalizzazione. La Comco intende perciò seguire da vicino l’evoluzione, per evitare che eventuali concentrazioni limitino la concorrenza, vanificando così l’efficacia delle riforme strutturali in atto.

Un altro settore che causa non pochi grattacapi alla Commissione è quello della sanità pubblica, in equilibrio tra esigenze sociali e logiche di mercato. Dove la concorrenza sarebbe possibile, gli operatori cercherebbero di limitarla con intese cartellistiche. L’obbligo di contrarre tra casse malati e fornitori di prestazioni (medici, ospedali), il ruolo dei cantoni e i meccanismi di compensazione tra le casse, secondo la Comco, non danno i necessari impulsi alla competizione tra gli operatori e al contenimento dei costi. Un passo in direzione di una maggior concorrenza potrebbe essere rappresentato dalla vendita per corrispondenza dei medicamenti o dall’importazione parallela di prodotti non più sotto brevetto, due possibilità offerte dalla nuova legge sugli agenti terapeutici già approvata dal parlamento. Per approfittare ulteriormente dei vantaggi del libero mercato la Comco aveva invitato in autunno il governo a far rimborsare dalle casse malati i costi dei medicamenti comprati all’estero quando il loro prezzo è inferiore a quello in Svizzera.

Studi internazionali sulle autorità della concorrenza dei diversi paesi hanno attestato l’alto standard della Comco. Il suo presidente, il professor Roland von Büren, si è però detto frustrato a causa delle limitate possibilità di sanzione concesse alla Commissione. “Il problema non è la severità delle misure, ma il momento in cui possono essere applicate”, ha sottolineato. Una sanzione può intervenire solo dopo la seconda constatazione di violazione, ha ricordato von Büren: “La prima, in altre parole, è gratis”. Una revisione della legge per rafforzare l’azione della Comco è in preparazione. Ma secondo il presidente della Commissione, quello degli oppositori ad una vera concorrenza è un partito trasversale che va oltre le posizioni ufficiali dei singoli schieramenti partitici.

Luca Hoderas

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