Votazioni cantonali: cittadini al voto in numerosi cantoni
(Keystone-ATS) BERNA – In diversi cantoni svizzeri si è votato oggi su vari temi di portata locale.
Appenzello Esterno ha rinunciato probabilmente in via definitiva alla Landsgemeinde: l’iniziativa che chiedeva la reintroduzione dell’assemblea popolare è stata approvata solo da 4’845 persone, mentre 11’461 cittadini l’hanno respinta. La Landsgemeinde era stata abolita nel 1997: un comitato interpartitico aveva proposto di tornare al sistema in uso in passato, ma nel cantone sia il governo, sia il parlamento, come pure i partiti avevano dato parere negativo. La democrazia diretta nella sua forma “più pura” sopravvive così solo ad Appenzello Interno e a Glarona.
Appenzello Esterno ha oggi respinto anche l’adesione del Cantone al concordato sulla scuola HarmoS: i “sì” sono stati 4’780, i no 6’711. Il tema era sottoposto a referendum obbligatorio: l’UDC ha fatto campagna contro. HarmoS è entrato in vigore il primo agosto 2009 dopo che è stato approvato dai cantoni SH, GL, VD, JU, NE, VS, SG, ZH, GE, TI e BE. Nel frattempo si sono aggiunti anche i friburghesi.
Le strutture di presa a carico di bambini in età prescolastica sono invece state al centro della votazione nel canton Zurigo: in caso di bisogno i comuni dovranno assicurare un’offerta di questo tipo. Tuttavia non dovranno aprire “d’ufficio” nuovi asili nido, come invece chiedeva un’iniziativa della sinistra. I cittadini zurighesi le hanno infatti preferito con il 62% dei voti il controprogetto elaborato dal parlamento.
Sempre a Zurigo, ma solo a livello cittadino, è passato in votazione (54% di “sì”) il contributo comunale di dieci milioni di franchi per l’ampliamento del Museo nazionale. Secondo gli oppositori il progetto dello studio d’architettura basilese Christ & Gantenbein è brutto e troppo caro: 111 milioni di franchi in totale, per la gran parte a carico della Confederazione. L’ultima parola sulla sua realizzazione non è però ancora detta: è infatti in corso la raccolta delle firme contro il credito di 20 milioni rappresentato dal contributo cantonale.
Votazione con importanti implicazioni finanziarie anche a Basilea Campagna: l’industria chimica non sarà costretta a sopportare interamente i costi del risanamento di tre discariche di Muttenz (BL) e del potenziamento dei controlli dell’acqua potabile nelle loro vicinanze. I cittadini hanno respinto a larga maggioranza due iniziative in questo senso lanciate dai Verdi. Accolto per contro il controprogetto che impone semplicemente al governo, nell’ambito delle trattative già in atto, di chiedere alle imprese un contributo più sostanzioso di quello imposto dalla legge.
Nella vicina Basilea Città rimarranno i cosiddetti posteggi “bianchi”, quelli che permettono agli automobilisti di lasciare la loro vettura parcheggiata gratuitamente per giorni. Di stretta misura, con 21’675 voti contro 21’313, il popolo ha rifiutato il credito quadro di 6,75 milioni necessario per l’introduzione di un nuovo sistema – parcheggi blu con carte giornaliere – sul modello di quelli già in vigore a Zurigo, Berna o Ginevra. I basilesi hanno inoltre respinto (22’366 voti a 17’247) un’iniziativa che si opponeva alla costruzione di antenne della telefonia mobile, accogliendo invece (24’729 voti a 13’446) il controprogetto che mira a ridurre l’elettrosmog senza necessariamente contenere il numero di antenne.
Rimanendo nella Svizzera nord occidentale si torna a parlare di fumo. Primo cantone svizzero tedesco ad aver deciso di bandire nel 2006 la sigaretta da bar e ristoranti, Soletta rimane restrittivo in materia: i votanti hanno respinto con il 66% di “no” un’iniziativa popolare che chiedeva di adattare le attuali norme a quelle, meno severe, entrate in vigore il primo maggio a livello federale. Questo avrebbe permesso di autorizzare nuovamente il fumo nei piccoli locali di meno di 80 metri quadrati di superficie. Il popolo ha anche approvato (con il 54% di “sì”) una normativa cantonale di applicazione della legge federale sul lavoro che permette ai negozi di aprire quattro domeniche all’anno senza richiedere autorizzazioni.
Quest’ultimo tema era anche in agenda nel canton Argovia, ma l’esito è stato contrario. Il popolo ha detto “no” all’apertura dei negozi per quattro domeniche, contro le due attuali. All’insegna del motto “Giù le mani dalla domenica”, l’opposizione alla nuova legge è giunta da socialisti, Verdi, evangelici, parte del PPD, sindacati e Chiese.
Sempre in Argovia va segnalato il “no” popolare a quella che avrebbe dovuto essere la più grande fusione del canton Argovia: i cittadini di Baden (AG) hanno infatti respinto per solo 47 schede (2’396 sì, 2’443 no), l’unione con il vicino comune di Neuenhof, che invece ha dato via libera all’operazione.
Una votazione comunale con indiretti effetti nazionali si è tenuta anche a Berna: con 9’092 voti contro 8’828 la città ha rifiutato un’iniziativa popolare che avrebbe inasprito la normativa che regola le dimostrazioni, permettendo alla polizia di sciogliere un intero corteo in presenza di elementi violenti. L’iniziativa era stata lanciata dalla destra in seguito ai disordini avvenuti nell’ottobre 2007 in margine a una riunione dell’UDC.
I democentristi hanno per contro vinto nel canton Uri: con 3’647 voti contro 1’759 il popolo ha respinto un aumento delle retribuzioni giornaliere di parlamentari e consiglieri di stato. È stata per contro approvata (3’148 voti a 2’074) la nuova legge edilizia.