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Peter Zumthor, la luce è il suo materiale da costruzione più importante

Peter Zumthor
Peter Zumthor nel 2013. Christian Beutler/Keystone

Circa quaranta modelli di Peter Zumthor sono attualmente esposti in un edificio da lui progettato nella regione di Bregenzerwald, in Austria. Come per tutti i lavori dell'architetto svizzero, anche questi allestimenti sperimentali trasmettono un'atmosfera intensa, in risposta al compito edilizio da svolgere.

Peter Zumthor ha festeggiato il suo 80° compleanno in primavera, circondato dalla sua famiglia, nel Paese in cui si trovano la maggior parte dei suoi progetti: la nativa Svizzera. Inizialmente, prima della pandemia, la celebrazione era prevista nel nuovo edificio del Los Angeles County Museum of Art (Lacma)Collegamento esterno, una meta certamente molto lontana per i suoi tre figli e i sei nipoti, ma non è stato questo il motivo del cambiamento di programma.

Causa problemi di consegna in seguito alla pandemia, ritrovamenti archeologici nelle “Tar Pits” (i pozzi di asfalto nero antistanti al museo) e altri ritardi, gli e le abitanti di Los Angeles dovranno ancora attendere prima di poter visitare le sale del più grande edificio museale finora progettato da Zumthor.

Il Lacma sarà probabilmente completato solo nel 2025, così come il secondo cantiere di Zumthor per un altro museo di importanza internazionale, la Fondazione Beyeler nella sua città natale, Basilea.

Pietre splendenti

Entrambi gli edifici avranno un corpo centrale in pietra: a Los Angeles una figura sinuosa di cemento a vista con forma di ninfea, a Basilea un monolite gettato in un composto di pietra calcarea del Giura. Essi traggono il loro splendore da un silenzio evidenziato dalla luce che apre così uno spazio all’arte. E non sono solo le facciate o gli orari del giorno a mostrare dei parallelismi, ma anche le strutture complessive: in entrambi i musei, le costruzioni di Zumthor si trovano di fronte agli edifici che il premio Pritzker italiano Renzo Piano ha costruito per i rispettivi musei diversi decenni fa.

Il premio Pritzker è considerato il più alto riconoscimento nel campo dell’architettura. Nel 2009, undici anni dopo il tributo a Renzo Piano, il premio è andato all’allora 66enne Peter Zumthor e ha contribuito a far sì che all’architetto svizzero arrivassero commissioni da ogni parte del mondo. Nonostante la fama internazionale, Zumthor continua a gestire uno studio su misura a Haldenstein, nei Grigioni, a pochi minuti di auto da Coira, in un villaggio con un castello sullo sfondo di una pittoresca montagna.

modello di un museo a los angeles
Modello del nuovo edificio museale previsto a Los Angeles. Atelier Peter Zumthor

L’architetto, cresciuto a Basilea, si è stabilito a Haldenstein fin dagli anni Settanta, costruendo case per i colleghi e per la propria famiglia e aprendo presto il proprio studio. Il riconoscimento internazionale è arrivato a metà degli anni Novanta con l’allestimento delle Terme di ValsCollegamento esterno, costruite usando le rocce montane di Vals provenienti dalle cave della famiglia Truffer. In contrasto con le “pietre volanti” dell’architetto giapponese Kengo Kuma che caratterizzano l'”anti-oggetto” della sede dell’azienda TrufferCollegamento esterno, le pietre delle terme di Zumthor sono radicate, come se sbocciassero direttamente dalla roccia, e con il loro peso apparentemente infinito sono come stratificate in modo stabile attorno ai bacini d’acqua.

modello con lastre di pietra
Modello e studio dei materiali per le terme di Vals. Aldo Amoretti/Atelier Peter Zumthor

In queste stanze c’è silenzio, pesantezza, eco e musica – un’altra passione del designer, che viene percepito da molte persone come un architetto dei Grigioni perché da cinque decenni lavora nella zona di Coira. Lì, circondato da amicizie e conoscenze, libri e musica, lavora nel suo studio con vista sulle montagne.

Architettura per ogni categoria di peso

Le pietre pesanti sono solo un elemento del repertorio dell’artista Zumthor. Ben dieci anni dopo il capolavoro di Vals, Zumthor ha realizzato il Museo d’arte dell’Arcidiocesi di Colonia, un altro edificio di richiamo internazionale. Intitolato alla martire canonizzata con il nome onomatopeico di Kolumba, nel museo la luce e le pietre si intrecciano in un gioco che sembra sfidare la gravità.

Zumthor padroneggia questo gioco con tutti i materiali: lo ha dimostrato nel 1989 con il legno nella cappella di Sogn Benedetg nella grigionese Surselva, e successivamente nel corpo sonoro del padiglione svizzero all’Expo 2000 di Hannover, dove pile di tavole creavano ritmi tra gli spazi.

Non sempre le cose vanno bene però: a Berlino, ad esempio, il concorso vinto da Zumthor nel 1993 per un monumento a commemorazione degli orrori del regime nazionalsocialista è finito con un edificio in rovina e un lungo contenzioso che si è concluso solo nel 2004 con la demolizione e un accordo.

Un progetto tedesco successivo, invece, la Bruder Klaus Field Chapel nella Nord Reno-Westfalia, pur essendo molto più piccolo, è famoso in tutto il mondo. Su incarico di un privato, Zumthor ha dato vita a un alto volume di cemento stampato all’interno del quale sono stati bruciati oltre cento tronchi di abete rosso, creando così un’atmosfera quasi indescrivibile: sulle superfici annerite e strutturate si dispiega ora uno spazio di sensualità e contemplazione che sempre risuona nelle opere di Peter Zumthor.

Modelli come strumenti

L’architettura di Zumthor non rifugge dal pathos, ma emette sempre tonalità leggere da assaporare con piena risonanza. È un’architettura per i sensi, progettata anche con gli strumenti della percezione. I materiali giocano quindi un ruolo importante non solo negli edifici realizzati, ma anche nel processo di creazione. I modelli dell’atelier di Zumthor si articolano a partire dalla materia e parlano da soli come strumenti autorevoli nello sviluppo del progetto, senza bisogno di ulteriori parole.

edificio con facciate di vetro
La mostra nell’edificio progettato dallo stesso Peter Zumthor nella regione di Bregenzerwald offre una panoramica del processo di lavoro dell’architetto. Glas Marte/Werkraum

Al Werkraum Bregenzerwald di Andelsbuch, in AustriaCollegamento esterno, è attualmente in corso una “mostra sugli spazi concepiti dagli artigiani”, curata dall’architetto ed exhibition designer finlandese Hannele Grönlund in collaborazione con Peter Zumthor (fino al 16 settembre 2023). Gli artigiani della regione di Bregenzerwald hanno trovato un terreno comune con l’architettura di Peter Zumthor nella loro passione per la lavorazione della materia e già nel 2009 avevano invitato l’architetto svizzero a progettare una sala per eventi per la loro associazione. La mostra, in una unica stanza di 700 metri quadrati, raccoglie svariati modelli architettonici, tutti concepiti ed eseguiti in modo sensuale, che non solo utilizzano il materiale, ma lo fanno funzionare in tutte le sue varianti.

La gamma dei materiali utilizzati da Zumthor è ampia: oltre al legno e all’argilla, c’è anche il cemento a vista, come nel caso della Kunsthaus Bregenz (KUB) del 1997, una tra le sue prime importanti opere. Il museo di Bregenz è un cubo rivestito di vetro satinato ove la luce gioca il ruolo principale sia all’interno che all’esterno. All’esterno, la superficie cattura il cielo e l’ambiente circostante in atmosfere sempre diverse; all’interno, il vetro filtra e dirige la luce in modo che cada uniformemente sui soffitti luminosi delle sale espositive in cemento grezzo.

esposizione in cui ci sono dei modelli architettonici su dei tavoli
Modelli dell’atelier di Zumthor. Dominic Kummer/Werkraum

Peter Zumthor ha già esibito le proprie opere a Bregenz e, cosa forse più importante, vi ha esposto l’insieme dei suoi interessi e dei suoi riferimenti culturali sei anni fa, quando, in occasione del ventesimo anniversario della KUB, ha invitato personalità della letteratura, dell’arte e della filosofia a riflettere sul mondo. Questo scambio di idee è poi confluito in forma di libro, con il titolo Dear to Me (in tedesco e inglese, Scheidegger & Spiess, 2021)Collegamento esterno. Nel libro, i dialoghi riprodotti con altri artisti e intellettuali portano il mondo spirituale dell’arte e quello materiale dell’edilizia a uno scambio e a un’armonia che pochi altri architetti e architette sono riusciti a realizzare finora.

modelli di legno
I modelli sono strumenti autorevoli nello sviluppo del progetto. Dominic Kummer/Werkraum

Senza compromessi

Se la luce, più che la materia stessa, è il materiale da costruzione di Peter Zumthor, sono le ombre a tenere in equilibrio le pietre a Vals e a Colonia, a far galleggiare le tavole di legno ad Hannover e ad articolare i contorni dello spazio a Basilea e a Los Angeles (il progettista e il pubblico devono ancora scoprire gli effetti degli ultimi due progetti). 

Che il bilancio di una carriera venga fatto in occasione del proprio ottantesimo compleanno è un privilegio che è sempre stato concesso agli architetti, poiché la progettazione e la costruzione sono processi lunghi. L’opera di Peter Zumthor, nonostante i riconoscimenti internazionali, è tuttavia rimasta circoscritta. Ciò è dovuto, non da ultimo, al fatto che i compromessi non sono mai stati il suo forte.

Sabine von Fischer è architetta e critica di architettura. Nell’ottobre 2023, una selezione dei suoi testi pubblicati sui quotidiani confluirà in un libro dal titolo “L’architettura può fare di più. Dalla promozione delle comunità alla mitigazione del cambiamento climatico”Collegamento esterno, edito da Birkhäuser Verlag.

Traduzione di Emiliano Feresin

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