Esercito: deceduto il colonnello Friedrich Nyffenegger
(Keystone-ATS) Friedrich Nyffenegger, colonnello di Stato maggiore generale dell’esercito svizzero a riposo, è morto questo fine settimana in Ticino all’età di 74 anni. L’alto ufficiale all’inizio degli anni ’90 si era trovato al centro di uno scandalo legato al 50esimo anniversario della mobilitazione.
Il colonnello è morto all’ospedale di Locarno, ha indicato oggi all’ats un collaboratore del comune di Brissago confermando informazioni apparse sui quotidiani “Blick” e “Basler Zeitung”. Come richiesto dalla sua famiglia, verrà sepolto a Brissago dove aveva una casa di vacanza.
Nel 2000 Nyffenegger era stato riconosciuto colpevole di violazione del segreto militare e condannato dalla giustizia militare ad una pena detentiva di quattro mesi con la condizionale. L’alto ufficiale aveva ricevuto l’incarico di realizzare dei CD informatici in vista del progetto “Esercito 95”. L’inchiesta militare aveva evidenziato che di diversi dischetti in circolazione non era però nota l’effettiva destinazione.
Alla sentenza militare si erano aggiunti sei mesi con la condizionale pronunciati dalla Corte penale federale per corruzione passiva, appropriazione indebita, truffa, amministrazione infedele degli interessi pubblici e falsità in documenti, commessi nell’ambito dell’organizzazione delle celebrazioni “Diamante”, indette nel 1989 per commemorare il 50mo della Mobilitazione generale.
La vicenda aveva creato polemiche anche attorno all’accusa, visto che i fatti si erano dimostrati molto meno gravi di quanto inizialmente previsto. Al centro della bufera in particolare l’allora Procuratrice generale della Confederazione Carla del Ponte. Il procedimento mostrò che l’atto d’accusa conteneva diversi “doppioni”, oltre che errori di calcolo.
Nel commisurare la pena, la Corte tenne conto del fatto che Nyffenegger fu “praticamente condannato” durante una conferenza stampa indetta da Carla del Ponte nel febbraio del 1996 e nei resoconti dei media. Sempre in merito ai metodi dell’ex procuratrice, i giudici avevano rilevato le “circostanze pesanti” in cui l’alto ufficiale fu interrogato durante i primi tempi della sua detenzione preventiva.