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Blitz del fisco italiano: la stampa è divisa

Un'operazione intimidatoria o una vera e propria minaccia? swissinfo.ch

L'ultima iniziativa della Guardia di Finanza italiana trova ampio spazio nei giornali svizzeri. La stampa è però divisa: alcuni condannano l'intervento del fisco, mentre altri lo giustificano.

«Scudo: l’Italia inasprisce i toni», «Razzia nelle banche elvetiche», «L’Italia ci dichiara una guerra fiscale», sono questi alcuni titoli che campeggiano sui giornali svizzeri di mercoledì.

L’operazione scattata martedì in Italia e che ha interessato 76 filiali di banche svizzere e di uffici bancari ha trovato ampio spazio sulla stampa elvetica.

Per il quotidiano romando Le Temps lo scopo di questo gioco al rialzo del ministro delle finanze italiano Giulio Tremonti è proprio questo. Egli punta tutto su una nuova strategia mediatica con la quale intende «aumentare la pressione sulla piazza finanziaria ticinese ed elvetica».

Dello stesso avviso è anche il Tages Anzeiger il quale interroga il ministro italiano delle finanze: «Signor Tremonti, i fatti per favore». Secondo il quotidiano zurighese, gli ispettori non avrebbero trovato molto durante le verifiche in relazione all’evasione fiscale. L’editorialista si chiede se l’unico scopo non fosse quello di sollevare «un polverone mediatico».

Condanna e giustificazione

Il presidente di Banca Stato Fulvio Pelli, dal sito di ticinonews stigmatizza il blitz della Guardia e afferma: «Tremonti sta facendo diventare il suo scudo una prova di aggressività, sembra che voglia dichiarare guerra alla Svizzera. Ma i Governi che agiscono sulla base della provocazione non hanno lunga vita davanti a sé».

Lo stesso presidente del Partito liberale radicale svizzero alla domanda sulle contromisure che la Confederazione dovrà mettere in atto per salvaguardare la piazza finanziaria ticinese e svizzera risponde: «Bisogna fare un’analisi attenta di quello che è successo, e poi decidere cosa fare».

«Questa iniziativa persegue un unico scopo: intimidire i contribuenti italiani che esitano a rimpatriare i loro fondi dopo che è stata dichiarata in Italia l’amnistia fiscale», si legge nel commento di Le Temps.

«Berna non ha dei buoni argomenti per protestare e il governo italiano ha il diritto di applicare tutte le misure atte a smascherare gli evasori fiscali», continua il quotidiano romando.

Fuoco incrociato sulla Svizzera

«Dopo gli Stati Uniti e la Germania, ora anche il fisco italiano, che tenta di riempire le casse vuote dello stato e di distogliere l’attenzione dalla sua scena politica interna, si accanisce sulle banche svizzere» si legge nella Neue Zürcher Zeitung.

«Cosa fare?», si chiede ancora il quotidiano sulla Limmat. A questo interrogativo così risponde: «È richiesta maggiore creatività e diversificazione nei settori bancari. Non resta molto tempo».

«Se Germania e Francia difendono i loro interessi con intransigenza, questi ultimi sono però dei partner affidabili». L’Italia, secondo Le Temps utilizza «un’ostilità irrazionale e senza uguali nei confronti della Svizzera».

Per il Blick, questa operazione è «logica» e «perfettamente comprensibile», anche se «fa male al Ticino». Il quotidiano zurighese scrive che i metodi utilizzati dalla polizia della penisola dimostrano come «la piazza finanziaria svizzera sia ancora sottoposta ad una forte pressione».

Intimidazione

«L’obbiettivo principale non è assicurasi i soldi degli evasori fiscali, bensì nuocere all’immagine degli istituti bancari svizzeri e intimidire i clienti», si legge ancora nella Neue Zürcher Zeitung.

Franco Citterio dell’Associazione Bancaria Ticinese, dalle colonne del Giornale del Popolo, commenta così la strategia italiana: «Assistiamo da alcuni mesi a questa parte a un clima intimidatorio dell’autorità fiscale italiana nei riguardi del contribuente con lo scopo, probabilmente, di stimolarlo nel rimettersi in regola col fisco italiano. Lascio ad altri giudicare se questi sono i metodi giusti».

«Da parte nostra biasimiamo il fatto che siano state ispezionate unicamente delle filiali svizzere, aggiunge Citterio, con il chiaro intento di penalizzare le nostre banche che hanno un’attività in Italia, visto che queste filiali in molti casi avevano accolto i capitali in rientro con i precedenti scudi».

Luca Beti, swissinfo.ch

Con lo scudo fiscale saranno rimpatriabili in Italia circa 86 miliardi di euro, il 60% dei quali provenienti dalla Svizzera.

E’ la previsione di PricewaterhouseCoopers Advisory, fornita lunedì 19 ottobre al quinto Forum dell’Associazione italiana del private banking.

La ricchezza dei Paperoni italiani (i cosidetti High Net Worth Individual) sale nel 2009 a quota 883 miliardi di euro, 86 miliardi riconducibili allo scudo fiscale e 54 miliardi riconducibili alla performance.

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