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Svizzera e Francia si riconciliano a Davos

Klaus Schwab, Nicolas Sarkozy e Doris Leuthard: i protagonisti della cerimonia d'apertura del WEF Reuters

Doris Leuthard e Nicolas Sarkozy hanno aperto con i loro discorsi il Forum economico mondiale. Chiedono «fatti e non solo parole» e «un'economia al servizio dell'umanità». Intanto, Svizzera e Francia trovano il modo di superare il loro contenzioso fiscale.

La scaramuccia fiscale tra Svizzera e Francia è acqua passata: «Abbiamo trovato una soluzione consensuale», ha detto il consigliere federale Hans-Rudolf Merz, che al margine del Forum economico di Davos ha incontrato il ministro del tesoro Eric Woerth.

Il contenzioso era nato dal furto di dati bancari alla filiale ginevrina della banca HSBC; dati consegnati poi alle autorità fiscali francesi. Il furto aveva indotto la Confederazione a sospendere la ratifica del nuovo accordo di doppia imposizione. ll parlamento francese aveva dal canto suo ventilato la possibilità – poi non messa in atto – di inserire la Confederazione in una lista nera dei paradisi fiscali.

Stando a Merz, la soluzione è arrivata perché la Francia ha fatto avere alla Svizzera una copia dei documenti sottratti alla HSBC. «In secondo luogo ci è stato promesso che Parigi non chiederà assistenza amministrativa sulla base dei dati rubati». Infine, questi ultimi non saranno trasmessi a paesi terzi.

La 40esima edizione del Forum economico mondiale (WEF) di Davos ha quindi già avuto risvolti concreti per la Svizzera e la Francia. Proprio al presidente francese Nicolas Sarkozy è spettato l’onore di tenere un discorso durante la cerimonia d’apertura, dopo quelli di rito del padre del WEF, Klaus Schwab, e della presidente della Confederazione Doris Leuthard. Sarkozy è il primo presidente francese a recarsi di persona a Davos.

Riformare le banche

Nel suo attesissimo discorso, Nicolas Sarkozy ha invitato i presenti ad unire le forze per uscire insieme dalla crisi e trarne i debiti insegnamenti. In fin dei conti – ha spiegato Sarkozy – la responsabilità di questa crisi è «di noi tutti». «Non si tratta solamente di una crisi mondiale», ha aggiunto. «E non è nemmeno una crisi causata dalla mondializzazione. È una crisi della mondializzazione».

Il presidente francese ha dichiarato che «continueremo a far correre rischi insostenibili all’economia, a incoraggiare la speculazione, a sacrificare gli investimenti a lungo termine se non cambiamo la regolamentazione bancaria».

Sarkozy è d’accordo con Obama sulla necessità di regolare maggiormente il settore bancario. La questione «non può essere affrontata da un paese solo, a prescindere dal suo peso nella finanza mondiale».

Per Sarkozy, è necessario mettere la riforma del sistema monetario internazionale al centro dei dibattiti del G8 e del G20 in programma nel 2011. «Non ci sarà un riassestamento della finanza e dell’economia, se si lascia perdurare il disordine monetario. Abbiamo bisogno di una nuova Bretton Woods», ha concluso il presidente francese facendo esplicito riferimento alla riforma del sistema monetario internazionale che ha fatto seguito alla Seconda guerra mondiale.

Colmare il divario tra discorsi e realtà

Davanti a una platea di personalità politiche e di dirigenti economici, Doris Leuthard ha criticato il «divario esistente tra i discorsi e la realtà» in questa fase di riassestamento dell’economia mondiale. In particolare le banche «tentano di sottrarsi alle loro responsabilità», apprestandosi a versare «bonus per un importo mai raggiunto finora».

Anche in tema di libero scambio – ha continuato la Leuthard – ci sono state molte parole smentite dai fatti. Mentre il G20 mirava a ridurre il protezionismo e concludere il ciclo di Doha nel 2010, la realtà ha mostrato che diverse misure discriminatorie sono state attuate tra novembre 2008 e dicembre 2009. «E il processo di Doha è tuttora arenato».

La presidente della Confederazione ha poi lanciato una frecciatina alla Francia di Sarkozy e a tutti quei paesi che hanno attaccato la Svizzera per il suo segreto bancario. Di fronte all’indebitamento degli stati – ha detto Doris Leuthard – «sono state prese poche misure, salvo per tentare di recuperare all’estero, con mezzi più o meno dubbi, le tasse ritenute a torto enormi che i contribuenti non avrebbero pagato nel proprio paese».

swissinfo.ch e agenzie

Il Forum economico mondiale, che si chiamava inizialmente Management Symposium, è stato fondato nel 1971 a Davos da Klaus Schwab.

Oggi il WEF ha la sua sede a Cologny, nel cantone di Ginevra, e impiega circa 290 collaboratori.

L’unica edizione che non si è tenuta è Davos è quella del 2002, trasferita a New York, in omaggio alle vittime degli attentati dell’11 settembre 2001.

Il suo budget annuale, che supera i 100 milioni di franchi, viene finanziato dal migliaio di aziende affiliate.

Oltre ad organizzare l’appuntamento annuale di Davos, il WEF organizza simposi, gruppi di lavoro e studi in diversi paesi del mondo.

Trarre insegnamenti dalla crisi economica e finanziaria per evitare che un evento simile si ripeta: è la sfida dell’edizione 2010 del Forum economico mondiale (WEF), in programma dal 27 al 31 gennaio a Davos.

La 40esima edizione del forum è all’insegna del motto «Improve the State of the World: Rethink, Redesign, Rebuild» (Migliorare lo stato del pianeta: ripensare, ridesegnare , ricostruire).

I partecipanti intendono inoltre concordare uno sforzo comune per fronteggiare l’emergenza di Haiti.

Al convegno partecipano2500 personalità della politica e dell’economia, fra cui 30 capi di stato e di governo e oltre 60 ministri.

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