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Tunnel del Gottardo: in Parlamento iniziativa per il raddoppio

Il consigliere nazionale UDC Ulrich Giezendanner propone che la galleria possa essere raddoppiata, rendendo più fluido il traffico sull'asse nord-sud. Ma le organizzazioni ambientaliste si oppongono: meglio la ferrovia. Scheda di Sergio Regazzoni

Di raddoppiare la galleria autostradale del San Gottardo se ne parla ormai da sei anni. L’interesse su questo tema ritorna da quando il popolo ha approvato in votazione l’iniziativa popolare per la protezione delle regioni alpine contro il traffico di transito, nota come Iniziativa delle Alpi.

A ritornare regolarmente alla carica per raddoppiare il tunnel autostradale del Gottardo (nella foto d’archivio) sono le associazioni degli autotrasportatori, oltre a quelle degli automobilisti, come il Touring e l’Automobil Club, nonché diversi politici di centro-destra ed il Consiglio di Stato del Canton Ticino. Sul campo opposto gli ecologisti e la sinistra in genere, che propugnano un maggior utilizzo dei mezzi pubblici. In questo caso accrescendo la capacità di trasporto della ferrovia.

Ad incitare i partigiani del raddoppio della galleria autostradale del Gottardo a ritornare alla carica sono stati due tragici fatti di cronaca avvenuti lo scorso anno: i terribili incidenti automobilistici nelle gallerie del Monte Bianco, al confine tra Italia e Francia, e dei Tauri, in Austria. L’interpellanza parlamentare del consigliere nazionale UDC argoviese prende proprio spunto da queste due tragedie. Ed è per questo che quando è stata depositata, nella sessione estiva delle Camere il mese di giugno dello scorso anno, ha raccolto vasti consensi all’interno del Parlamento.

Vediamo quindi quali sono le motivazioni che l’interpellanza parlamentare in questione avanza per sollecitare la costruzione di una seconda galleria autostradale al Gottardo. Il punto principale si basa sul fatto che i due terribili fatti del Monte Bianco e dei Tauri dimostrano la non controllabilità, in caso di incidenti, delle gallerie a traffico bidirezionale, come appunto quella autostradale del Gottardo. L’imperativo della sicurezza si può perciò osservare solo attraverso la separazione delle vie di circolazione. Insomma la filosofia di fondo di questa interpellanza parlamentare è che si deve adattare la strada alle necessità degli utenti e non viceversa.

Ma sia l’iniziativa parlamentare Giezendanner sia quella popolare, lanciata col nome di Avanti si scontrano con lo spirito dell’iniziativa delle Alpi che, dopo l’accettazione in votazione popolare, è ancorata in un articolo costituzionale che obbliga il traffico merci di transito ad utilizzare la ferrovia e proibisce di aumentare le capacità delle strade di transito nelle regioni alpine. Un ostacolo che a livello giuridico si potrebbe superare ricorrendo ad esempio ad una modifica di questo articolo costituzionale, con l’introduzione di un’eccezione.

I contrari al secondo tunnel autostradale del Gottardo sostengono che la sicurezza potrebbe essere osservata spostando di più il traffico stradale sulla ferrovia. In pratica si dovrebbe creare un’autostrada ferroviaria del Gottardo, ripristinando le vecchie stazioni di trasbordo dei veicoli di Göschenen e di Airolo. Una proposta questa che implica però grossi investimenti per far passare gli autocarri di 4 metri d’altezza in una galleria ferroviaria che attualmente consente il trasporto di veicoli non superiori ai 3 metri e 85 centimetri. Inoltre la Confederazione ha deciso di effettuare questi lavori solo al Lötschberg, dal momento che non la ritiene una soluzione avveniristica. In futuro, ossia quando i due tunnel di base saranno pronti, si prevede infatti di trasportare via ferrovia i container e non gli autocarri interi. Certo ci sono anche proposte alternative, come quella di far transitare i veicoli in una sola direzione su due corsie. Ma questa è una possibilità limitata all’estate, quando il passo del San Gottardo è transitabile.

Resta il fatto che con la galleria autostradale del Gottardo la Svizzera ha costruito un imbuto al traffico stradale europeo, con ripercussioni dirette anche sull’ambiente e la salute degli abitanti delle vallate alpine del Canton Uri e del Ticino. Una situazione che si evidenzia in maniera macroscopica durante i grandi spostamenti di massa dal nord al sud Europa e viceversa. Il primo appuntamento fra poche settimane con le vacanze di Pasqua. E allora saranno di nuovo decine di chilometri di auto ferme in colonna o, nella migliore delle ipotesi, che avanzano a passo d’uomo.

Sergio Regazzoni




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