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La Svizzera ha votato

Le urne sono chiuse, adesso inizia il conteggio swissinfo.ch

Questa domenica i cittadini svizzeri hanno votato sulla Legge sulla cooperazione con gli Stati dell'Europa dell'est, che comprende il cosiddetto miliardo di solidarietà, e sulla Legge sugli assegni famigliari.

Secondo i sondaggi, dalle urne dovrebbe uscire un doppio “sì”. Per il miliardo di coesione il risultato potrebbe essere racchiuso in una manciata di schede.

L’esito del referendum sulla Legge federale sulla cooperazione con gli stati dell’Europa dell’est è ancora incerto: secondo l’ultimo sondaggio effettuato dall’istituto gfs.bern per conto della SRG SSR idée suisse, a metà novembre il 49% degli aventi diritto di voto affermavano di voler inserire un “sì” nell’urna, mentre il 37% un “no”. Saranno quindi gli indecisi – il 14% – che faranno pendere l’ago della bilancia.

La Legge sulla cooperazione con gli Stati dell’Europa dell’est comprende due aspetti: da un lato si tratta di continuare a sostenere i progetti di cooperazione in questa regione, avviati dopo la fine della Guerra fredda.

Dall’altro, la legge costituisce la base per il contributo elvetico di un miliardo a favore dei dieci nuovi Stati membri dell’UE.

Un miliardo contestato

Durante la campagna, il primo aspetto non è praticamente mai stato menzionato: il referendum, infatti, è stato lanciato soprattutto per combattere il cosiddetto miliardo di coesione.

Questa somma deve servire per ridurre le disparità economiche e sociali tra vecchi e nuovi paesi dell’UE attraverso dei progetti concreti, in particolare in regioni periferiche.

La somma sarà stanziata sull’arco di dieci anni – 100 milioni di franchi all’anno – senza attingere ulteriormente al budget della Confederazione: 60 milioni di franchi annui saranno compensati attraverso risparmi nell’aiuto tradizionale ai paesi dell’est, altri 40 proverranno dalle entrate supplementari generate grazie all’imposizione del risparmio dei contribuenti dell’UE (contributo bilaterale con l’UE sulla fiscalità del risparmio).

Il tradizionale aiuto ai paesi dell’est non membri dell’UE dovrebbe ammontare a 140-160 milioni di franchi all’anno. Mediante i suoi progetti, la Svizzera vuole continuare a promuovere la crescita economica e creare così nuovi posti di lavoro.

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Referendum

Questo contenuto è stato pubblicato al Il referendum (facoltativo) permette ai cittadini di chiedere che sia il popolo a pronunciarsi su una legge accettata dal Parlamento. Se i promotori del referendum riescono a raccogliere 50’000 firme in 100 giorni viene organizzata una votazione. Nel caso in cui il Parlamento modifica la Costituzione è previsto invece un referendum obbligatorio. Il referendum facoltativo…

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Assegni famigliari armonizzati

I risultati della votazione sulla Legge sugli assegni famigliari sembrano per contro dover riservare meno sorprese: secondo l’ultimo sondaggio, i “sì” raggiungono il 70%, mentre i “no” il 19% (l’11% degli intervistati erano ancora indecisi).

La nuova legge, pure combattuta tramite un referendum, prevede di armonizzare le normative cantonali in materia, garantendo dappertutto un assegno famigliare minimo di 200 franchi per ogni figlio fino ai 16 anni di età e di almeno 250 franchi al mese per i giovani in formazione tra i 16 e i 25 anni.

Anche chi lavora a tempo parziale e che guadagna almeno 6’450 franchi all’anno potrà percepire l’integralità dell’assegno. La legge prevede pure che le persone che non lavorano ricevano assegni famigliari se il loro reddito non supera i 38’700 franchi all’anno e se non percepiscono delle prestazioni complementari da parte dello Stato.

Se questa modifica legislativa sarà accettata, le condizioni che danno diritto agli assegni saranno uguali in tutta la Svizzera. I cantoni rimarranno comunque autonomi in materia di politica famigliare.

Maggioranza semplice

Trattandosi di due referendum contro nuove leggi, il 26 novembre sarà necessaria solo la maggioranza popolare.

La doppia maggioranza – dei cantoni e del popolo – è prevista solo quando si vota su una modifica costituzionale, come ad esempio nel caso di iniziative popolari.

swissinfo, Christian Raaflaub
(traduzione di Daniele Mariani)

Dal 1990, la Svizzera ha sostenuto la transizione democratica e lo sviluppo economico nei paesi dell’est europeo con circa 3,5 miliardi di franchi.

Nel maggio del 2004 sono entrati a far parte dell’UE 10 nuovi Paesi, con i quali la Svizzera ha concluso accordi bilaterali. L’UE ha chiesto alla Svizzera di sostenere finanziariamente anche questi nuovi stati membri, un sostegno approvato dal parlamento elvetico in primavera.

Nel caso in cui dalle urne scaturisse un sì al miliardo di coesione, questo verrà suddiviso in rate da 100 milioni di franchi su di un periodo di 10 anni. Circa la metà della somma dovrebbe essere stanziata a favore della Polonia.

L’importo degli assegni famigliari in Svizzera è fissato autonomamente da ogni cantone.

La proposta di armonizzare l’importo minimo degli assegni famigliari a livello nazionale risale ad un’iniziativa parlamentare inoltrata 15 anni fa.

Nel 2004, il sindacato Travail Suisse aveva lanciato un’iniziativa che chiedeva un assegno di 450 franchi al mese per ogni figlio.

Le Camere federali hanno invece adottato nel marzo 2006 un controprogetto: 200 franchi per figlio. Travail Suisse si è poi allineato al Parlamento, ritirando la sua iniziativa.

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