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Luigi Fasulo fu truffato per 1,8 miliardi di lire

Oltre a Fasulo, nell'impatto del velivolo contro il Pirellone morirono anche due altre persone Keystone

Il cittadino ticinese, schiantosi con il suo aereo da turismo contro il grattacielo Pirelli di Milano nell'aprile del 2002, fu raggirato da una gang internazionale di truffatori.

La magistratura italiana ha intanto riaperto anche l’inchiesta sulla dinamica del suo presunto suicidio.

A un anno e mezzo dallo schianto contro il Pirellone, il caso Fasulo, torna sulle prime pagine dei giornali. Perché l’ex commerciante svizzero di origine italiana fu una delle vittime di una gang internazionale di truffatori.

Venerdì, nel capoluogo lombardo, gli inquirenti hanno reso noto l’arresto di 11 persone, due delle quali sono già in carcere a Torino e Parigi per altre inchieste.

Tutti devono rispondere di concorso in truffa e riciclaggio.

200 euro per ripagare quasi due miliardi di lire

L’indagine partì proprio dalla denuncia di Fasulo, avvenuta un mese prima dello schianto contro la sede del governo lombardo, in cui, oltre a lui, morirono anche altre due persone.

Luigi Fasulo aveva affidato a un mercante d’arte la somma di 1,8 miliardi di lire, con la garanzia di un raddoppio della somma entro 12 mesi. Ma al momento dell’incasso, Fasulo recuperò solo 200 euro.

Gli inquirenti hanno potuto fin qui individuare un notevole quantitativo di incartamenti e documentazione bancaria, sequestrati presso il domicilio di alcuni membri del clan.

I faldoni proverebbero l’esistenza di una mega-truffa che coinvolgerebbe fra le vittime anche un istituto di credito milanese, dentro il quale operava un funzionario infedele che dava il benestare per operazioni senza copertura anche attraverso banche svizzere.

Nel gruppo degli arrestati figurano alcuni imprenditori, un commercialista, un intermediario finanziario e il fratello di uno spacciatore di droga, ucciso dalla polizia venezuelana durante un conflitto a fuoco, due anni fa.

Riaperta l’inchiesta sullo schianto

Prosegue intanto anche l’inchiesta per determinare l’effettiva dinamica del presunto suicidio di Luigi Fasulo.

Dopo una prima richiesta di archiviazione, il Gip Micaela Curami ha ottenuto la riapertura delle indagini. Sotto tiro soprattutto la torre di controllo dell’ aeroporto di Linate.

Rimane inspiegabile, infatti, come un piccolo velivolo da turismo sia potuto penetrare nello spazio aereo interdetto sopra la città.

Secondo i nuovi accertamenti, gli uomini radar sottovalutarono la rotta di Fasulo, impartendo al pilota istruzioni in modo colloquiale, non standard e come tali ambigue, affermano gli inquirenti.

Questo avvenne, oltretutto, a pochi mesi dal grave incidente che, sempre a Linate, provocò la morte di 118 persone a seguito dello schianto di un aereo di linea con un piccolo aereo da turismo.

Una tragedia imputata sempre ai controllori di volo dello scalo milanese.

Questi riscontri che confortano la tesi sostenuta già dall’ inizio dal figlio di Fasulo, secondo il quale responsabile della tragedia del Pirellone non fu solo suo padre.

swissinfo, Paolo Bertossa, Roma

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