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MO: riaperto valico per l’Egitto, ora Gaza respira

(Keystone-ATS) La striscia di Gaza torna a respirare con la riapertura da oggi a tempo pieno, sei giorni la settimana, del valico di Rafah che garantisce l’ingresso all’Egitto e, da là, al mondo intero.

In questa giornata di sollievo – che è invece di preoccupazione per Israele che teme il crearsi di una “situazione problematica” – Hamas ha voluto che tutto fosse in ordine impeccabile, organizzando fra l’altro quattro corsie separate di ingresso: per i malati; per gli studenti; per gli escursionisti; e infine per i cittadini stranieri.

Nella previsione di un assalto al terminal, i servizi di sicurezza avevano schierato forze capaci di contenere una folla di migliaia di persone. Ma alla apertura dei cancelli, alle nove di mattina, si contavano appena 350 passeggeri diretti verso il Sinai. Abituata a notizie negative, la popolazione della Striscia è rimasta incredula fino all’ultimo. A quanto pare, i transiti da Rafah cresceranno rapidamente ad aumentare dai prossimi giorni.

Già oggi comunque, ai cancelli di Rafah, il venditore ambulante di bevande calde si stropicciava le mani soddisfatto e lanciava sorrisi smaglianti ai clienti occasionali: i passeggeri in transito e le numerose troupes televisive. Da lui un tè o un caffè costano due shekel (meno di 50 centesimi).

Nei tempi magri delle aperture a singhiozzo di Rafah tornava a casa con un incasso giornaliero di 30 shekel. Stamani aveva già nelle tasche banconote per oltre 80 shekel. L’accordo fra Hamas e le autorità egiziane che ha consentito la riattivazione del confine significa buone notizie innanzi tutto per i sei figli che lo attendono a casa.

Anche la 53enne Halima Radwan era oggi una persona piuttosto soddisfatta, per quanto possa esserlo una malata cronica costretta a sottoporsi a cure mediche in Egitto due volte l’anno e che, lasciata Gaza, deve ancora affrontare un lungo viaggio in macchina attraverso il Sinai. “A settembre – ha ricordato – il passaggio del valico mi aveva richiesto sei ore. Oggi, dieci minuti”. Grazie al nuovo clima di cooperazione fra Hamas e le autorità del Cairo, i funzionari di confine si sono prodigati al massimo.

Toccavano il cielo con un dito anche gli sposini Mahmud e Amal Mahdi (lui 24 anni, lei 21). Mai, finora, avevano lasciato la striscia di Gaza, una fetta di terra di 360 chilometri quadrati. Martedì, se tutto andrà per il verso giusto, saranno in luna di miele sotto i cieli della Malesia. Un sogno privato che si realizza – spiega Mahmud, mentre corre trafelato al terminal – grazie all’accordo politico di riconciliazione fra Al Fatah e Hamas che ha indotto l’Egitto a spalancare le cancellate di Rafah.

“Dopo quattro anni di sofferenze e di assedio, quello odierno è per noi un cambiamento importante” conferma all’ANSA il direttore generale del terminal palestinese di Rafah, Salameh Barake. “Finalmente l’Egitto è tornato ad assumere il suo ruolo di leaderhip verso Gaza”.

La gestione del valico, rileva, resta nelle mani dei palestinesi e degli egiziani. Contrariamente a quanto avveniva negli anni 2005-2007, “l’occupazione israeliana non ha più alcun controllo”. Nel contesto della soddisfazione generale, a Gaza resta perlatro l’interrogativo del ripristino del transito delle merci fra il Sinai e la Striscia, che resta in attesa di un accordo separato.

Esso a quanto pare dipende dalla costituzione di un accordo per un governo transitorio palestinese di unità nazionale, che potrebbe essere varato fra una decina di giorni. Allora, secondo alcune indiscrezioni, gli uomini di Abu Mazen riassumeranno il controllo del valico di Rafah, assieme con gli osservatori internazionali.

Uno sviluppo che dovrebbe placare in qualche misura le apprensioni di Israele, i cui dirigenti hanno già espresso il vivo timore che l’apertura di Rafah possa avere ripercussioni negative per la sicurezza regionale.

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