Nucleare: due collettori di sorveglianza nel sito di Lucens (VD)
(Keystone-ATS) Due collettori automatici di sorveglianza sono stati installati oggi nel sistema di drenaggio del vecchio reattore nucleare sperimentale di Lucens (VD), dove dalla fine del 2011 si rileva un significativo aumento della concentrazione di trizio, un isotopo radioattivo.
Lo ha comunicato l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ribadendo che non vi è pericolo per la popolazione e per l’ambiente. Con prelievi ogni 12 ore, le apparecchiature permetteranno di sorvegliare le emissioni di trizio e forse anche di appurarne l’origine.
Il reattore di Lucens è noto soprattutto per l’incidente del 1969, quando la Svizzera sfiorò una catastrofe nucleare: una parziale fusione di un elemento combustibile che ha provocato danni ingenti al nocciolo del reattore. L’impianto sperimentale vodese, ancora parzialmente in costruzione, era stato messo in cantiere nell’estate del 1962 con l’obiettivo di sviluppare un reattore di produzione elvetica. In seguito dell’incidente, l’ottavo più grave al mondo (classificato a livello 4-5), il progetto fu abbandonato. Gli spazi sotterranei nei quali si trovava il nucleo sono stati decontaminati per quanto possibile, ma nell’impianto sono rimaste tracce di radioattività.
L’ordinanza sulla radioprotezione prevede un valore limite di radioattività nell’acqua di 12’000 becquerel al litro e nel bacino principale di raccolta delle infiltrazioni sono stati rilevati fino a 230 Bq/l, ha spiegato all’ats Sybille Estier, responsabile della sezione radioattività ambientale all’UFSP. Tra il 2001 e il 2010, la concentrazione media era di 15 Bq/l. Le ricerche su cesio e stronzio non hanno permesso di rilevare alcunché di significativo.
Riguardo all’origine dell’aumento dell’emissione di trizio le ipotesi sono due: o si tratta di resti della contaminazione del cuore del reattore o è l’acqua pesante contenente trizio che è stata assorbita dalla roccia.
Gli specialisti, calcolando il combustibile immesso nel reattore e quello recuperato dopo l’incidente del 1969, hanno valutato che sono andati dispersi 400 grammi di materiale nucleare. Il programma di sorveglianza dell’UFSP dovrebbe quindi durare fino a circa il 2022, data in cui la radioattività dei 400 grammi di combustibile non dovrebbe più porre alcun problema.