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Doppio no del Consiglio degli Stati sull’adesione all’Unione europea

I senatori euroscettici, come Frick (a sinistra) e Merz (al centro) non si sono lasciati convincere dagli euroturbo, come Cottier Keystone

La Camera alta non vuole compiere nessun passo verso un'adesione all'Unione europea: i rappresentanti dei Cantoni hanno infatti bocciato l'iniziativa popolare Sì all'Europa e hanno anche respinto le proposte per un controprogetto.

Come previsto alla vigilia, i senatori hanno concluso con un doppio niet il dibattito sull’Europa cominciato mercoledì. Il Consiglio degli Stati ha rifiutato con 34 voti contro 7 l’iniziativa popolare Sì all’Europa che chiede di rilanciare subito la domanda di adesione all’Unione europea (UE), inoltrata nel 1992 dal Consiglio federale e rimasta finora congelata.

Bocciata già dal Nazionale la settimana scorsa con 113 voti contro 61, l’iniziativa dovrebbe quindi venir sottoposta a votazione federale con la raccomandazione di respingerla da parte del Parlamento. Il condizionale è d’obbligo: i promotori dell’iniziativa non hanno ancora escluso di ritirare in extremis la loro rivendicazione, destinata a quasi sicuramente a naufragare in votazione.

L’iniziativa rischierebbe comunque di paralizzare la politica d’integrazione della Svizzera per i prossimi anni. Per indurre il comitato promotore a rinunciare all’iniziativa, il Nazionale aveva approvato la settimana scorsa, modificandolo in alcuni dettagli, il controprogetto presentato dal governo. Quest’ultimo, pur senza fissare scadenze, stabiliva per la prima volta nero su bianco che l’adesione all’UE è l’obiettivo strategico della Svizzera.

Probabilmente irritato dalle derive filoeuropeiste di alcuni colleghi del Nazionale (la loro commissione aveva addirittura raccomandato di approvare l’iniziativa), giovedì i senatori non hanno voluto fare la benché minima concessione. Il Consiglio degli Stati ha deciso con 29 voti contro 16 di non discutere la controproposta.

A nulla è valso l’intervento del ministro degli esteri Joseph Deiss che ha smontato punto per punto le obiezioni al controprogetto. L’adesione all’UE è l’obiettivo a lungo termine dichiarato dal Consiglio federale già nel 1992, ha ricordato Deiss. Un obiettivo ribadito inoltre nel controprogetto all’iniziativa presentato nel gennaio del 1999 e che non è stato taciuto neppure durante la campagna per il voto sugli accordi bilaterali dello scorso 21 maggio, ha aggiunto il ministro.

Per il governo il chiaro sì ai bilaterali non significa né un invito ad accelerare il processo di integrazione, ma nemmeno il punto di arrivo di questo processo, ha aggiunto Deiss, respingendo l’accusa di aver cambiato rotta dopo l’approvazione degli accordi. Compito del governo è però quello di mostrare la direzione in cui si vuole andare, una responsabilità, ha fatto rimarcare il ministro, che anche il parlamento deve assumersi.

La nuova costituzione federale concede infatti all’Assemblea federale il diritto, ma anche il dovere, di esprimersi in materia di politica estera. I senatori sono sembrati decisi. La settimana prossima il Nazionale tornerà sulla questione. Se le Camere dovessero rimanere sulle rispettive posizioni, nessun controprogetto verrà affiancato all’iniziativa. E se questa non verrà ritirata, potrebbe essere sottoposta a votazione popolare già il prossimo autunno.

Luca Hoderas

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