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I manifestanti si appellano al governo

Diverse persone si sono riunite di fronte a Palazzo federale in favore dei dipendenti di Swissmetal Keystone

Alcune migliaia di persone si sono riunite sabato a Berna per esprimere la loro solidarietà ai dipendenti della fabbrica di Swissmetal-Boillat di Reconvilier.

I manifestanti hanno chiesto al governo di intervenire in nome degli interessi economici e sociali del Paese.

Alcune migliaia di persone – 2500 secondo la polizia, 4000-5000 secondo i sindacati – hanno partecipato sabato a Berna ad una manifestazione di solidarietà nei confronti dei dipendenti dello stabilimento metallurgico Swissmetal di Reconvilier.

Da mesi, i lavoratori dell’azienda nel Giura bernese sono infatti impegnati in un braccio di ferro con la direzione per stabilire il futuro della fabbrica.

La dimostrazione, organizzata dal sindacato UNIA e svoltasi in modo del tutto pacifico, era diretta contro i dirigenti della «Boillat», definiti sabotatori industriali e squali finanziari, e accusati di portare avanti una strategia imprenditoriale della terra bruciata.

La Boillat vivrà

L’affluenza è stata inferiore alle 5000-10000 persone attese da UNIA, ma i manifestanti – per la gran parte provenienti dalla regione di Reconvilier – non hanno mancato di farsi sentire.

«La Boillat vivrà, la Boillat vivrà», hanno scandito. Sugli striscioni si sono potuti leggere slogan come «Stop all’emorragia industriale» e «La nostra dignità non sarà mai quotata in borsa e ne siamo fieri».

Il corteo, formato da numerose famiglie, è partito dalla zona del centro autogestito della Reithalle, di fianco alla stazione ferroviaria, e si è diretto verso la Piazza federale, dove ha preso la parola anche il copresidente di UNIA, Renzo Ambrosetti.

La lotta per Reconvilier – ha detto il sindacalista ticinese – non è ancora terminata. La direzione deve finalmente fare in modo che lo stabilimento possa tornare alla produzione normale e soddisfare così i clienti.

«I dirigenti devono inoltre fornire una garanzia che non verranno cancellati altri posti di lavoro e far sì che le persone licenziate possano beneficiare di un piano sociale», ha aggiunto Ambrosetti, invitando anche il Consiglio federale e il governo bernese a impegnarsi di più.

Appello al Consiglio federale

Da parte sua, il sindaco di Reconvilier, Flavio Torti, ha chiesto l’immediata riassunzione dei 112 lavoratori licenziati e un riesame della strategia – definita distruttiva – portata avanti dal presidente della direzione, Martin Hellweg. A suo avviso vanno inoltre riavviati i negoziati con potenziali acquirenti dello stabilimento.

I manifestanti hanno chiesto al Consiglio federale di intervenire affinché la «Boillat» possa essere scorporata dalla Swissmetal: la direzione e il consiglio di amministrazione dell’azienda hanno però ribadito che non hanno intenzione di vendere.

La dimostrazione era anche un modo per mostrare alla Svizzera la gravità del conflitto in corso: per il deputato democristiano Pierre Kohler, Reconvilier è infatti l’esempio di quanto potrebbe succedere anche altrove nella Confederazione.

Sciopero e mediazione

I dipendenti di Reconvilier lottano da mesi per il mantenimento del loro impiego e del centro di produzione del Giura bernese.

Per un mese hanno anche scioperato, per poi riprendere il lavoro a metà febbraio dopo che è iniziata una mediazione da parte di Rolf Bloch. Nella vicenda era pure intervenuto il ministro dell’economia Joseph Deiss.

swissinfo e agenzie

16/11/2004: a Reconvilier 400 impiegati e dirigenti di Swissmetal-Boillat protestano per il licenziamento del direttore e scioperano per 10 giorni.
25/1/2006: inizia il secondo sciopero; gli operai si oppongono alle ristrutturazioni annunciate dalla direzione.
9/2: l’industriale Rolf Bloch viene nominato mediatore.
23/2: il personale vota la sospensione dello sciopero; parte il processo di mediazione.
12/3: Swissmetal annuncia 112 licenziamenti.
29/3: Swissmetal respinge l’idea di vendere la Boillat; la mediazione va avanti.
4/4: il mediatore annuncia di voler designare un esperto indipendente in vista del mantenimento del sito nella sua totalità.

Swissmetal fabbrica prodotti di alta qualità in metallo. I suoi clienti sono nel settore elettronico, delle telecomunicazioni, dell’aviazione, dei trasporti e dell’orologeria.

La direzione vorrebbe concentrare a Reconvilier (Giura bernese) le attività di rifinitura di cavi e tondini e chiudere la fonderia, le cui attività sarebbero trasferite sul sito di Dornach, nel canton Soletta.

Gli operai contestano questa misura. Alcuni clienti e le autorità locali si dicono preoccupati per la chiusura della fonderia, che porterebbe ad un aumento della disoccupazione nella regione.

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