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Il compromesso di Berna agli altermondialisti

La polizia sperimenta, sulla Piazza federale, le barriere in caso di dimostrazione Keystone

Le autorità della città di Berna accettano la manifestazione anti-WEF sulla Piazza federale, ma rifiutano una sfilata nelle vie cittadine.

Gli oppositori del Forum economico mondiale di Davos hanno tempo fino al 16 gennaio per accettare il compromesso.

Il Forum economico mondiale (WEF) di Davos fa già parlare di sé ancora prima della sua prossima edizione, prevista dal 26 al 30 gennaio.

Le persone critiche verso l’incontro che riunisce i grandi nomi dell’economia mondiale reclamano infatti uno spazio per poter esprimere il loro dissenso.

Ultima in ordine di tempo, la domanda inoltrata al municipio della città di Berna per una manifestazione anti-WEF sulla Piazza federale il 22 gennaio.

Domanda che è stata accolta, ma con alcune clausole.

L’esecutivo della capitale ha infatti deciso di consentire la manifestazione in quanto “assembramento di persone”, ma rifiuta in modo categorico l’idea di un corteo itinerante.

“Con questo compromesso vogliamo gettare un ponte tra autorità e organizzatori”, afferma di fronte alla stampa la municipale Barbara Hayoz.

Riunione consentita per due ore

L’intenzione dei promotori dell’azione era di organizzare un corteo che, dopo aver transitato nel centro cittadino e nei pressi della Fossa degli orsi, si riunisse di fronte a Palazzo federale.

“Dopo un esame approfondito e tenendo conto dei due diritti fondamentali che sono la libertà di riunione e il diritto alla sicurezza individuale, il governo si è messo d’accordo sulla base di un compromesso”, indica un comunicato della città di Berna emanato martedì.

Invece di sfilare nel cuore della città, i manifestanti potranno così riunirsi sulla Piazza federale dalle 15 alle 17.

Un’idea che però non piace ai promotori: “Le autorità ci vogliono imporre uno scenario che non ci soddisfa”, dichiara Daniele Jenni dell’alleanza anti-WEF.

“Un divieto di sfilata è fuori luogo. I dimostranti devono poter aver la possibilità di spostarsi dalla stazione alla Piazza”, osserva Jenni.

Un corteo accompagnato da un cordone della polizia è anch’esso visto come inaccettabile.

Appello a una manifestazione pacifica

L’esecutivo bernese ha inoltre fatto sapere che gli organizzatori della manifestazione dovranno rispettare alcune condizioni.

Oltre al divieto assoluto di sfilata, i dimostranti dovranno designare una persona di riferimento e impegnarsi a trasmettere un invito ad una partecipazione pacifica a livello nazionale.

Accettare le condizioni o niente

I promotori della manifestazione – riuniti in un’alleanza anti-WEF a cui aderiscono varie associazioni di sinistra, come Attac Svizzera, critiche nei confronti della globalizzazione – hanno ora tempo fino al 16 di gennaio per sottoscrivere questi impegni.

In caso contrario, l’autorizzazione per la manifestazione sarà ritirata, precisa il comunicato.

La paura di disordini

La fermezza delle autorità trova spiegazione nella paura che la situazione possa sfuggire di mano.

Da cinque anni, la capitale accoglie infatti manifestazioni anti-WEF e, indica Hayoz, “ci sono regolarmente disordini, nonostante le belle parole della vigilia”.

Nel 2003, centinaia di contestatori erano giunti a Berna dove avevano causato danni per circa mezzo milione di franchi.

Dimostrazioni anche a Davos?

Dimostrazioni contro il WEF di Davos potrebbero aver luogo anche nella località grigionese. Due cittadini hanno infatti inoltrato al comune una domanda per una manifestazione il 29 gennaio.

Le due richieste intendono offrire la possibilità alle persone critiche nei confronti dell’avvenimento di esprimere il loro dissenso, senza costringerle a spostamenti in altre città.

Azioni di protesta contro il Forum dovrebbero inoltre aver luogo a Coira e a Winterthur (Zurigo).

swissinfo e agenzie

In occasione dell’apertura del WEF, la Dichiarazione di Berna e Pro Natura “premieranno” le imprese che più si sono distinte per la loro condotta irresponsabile in ambito ecologico e sociale.

Anche i cittadini sono invitati a votare: da martedì fino al 24 gennaio si può infatti esprimere la propria opinione via internet.

Tra le candidate figurano più di venti aziende svizzere e straniere – tra cui Nestlè, Syngenta e Shell – additate per aver trascurato le proprie responsabilità nei settori dei diritti umani, dei diritti del lavoro, dell’ambiente e del fisco.

La sesta edizione del Forum economico mondiale si terrà a Davos dal 26 al 30 gennaio.
Parallelamente, dall’altra parte del mondo in Brasile, si organizzerà il 5. Forum sociale mondiale.
L’incontro di Porto Alegre è il più importante meeting di organizzazioni altermondialiste.

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