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L’aiuto allo sviluppo conta sulla gioventù

Micheline Calmy-Rey ha ringraziato il direttore dimissionario della DSC Walter Fust Keystone

In occasione della conferenza sulla cooperazione allo sviluppo, la ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey ha affermato che la Svizzera coinvolgerà maggiormente i giovani in questo ambito.

A tal proposito, per la prima volta sono stati premiati con 5’000 franchi ciascuno sei progetti – scelti su un centinaio di proposte – di giovani svizzeri attivi nell’aiuto allo sviluppo.

La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) intende coinvolgere maggiormente i giovani del quadro dei suoi programmi. In occasione della conferenza annuale svoltasi venerdì a Ginevra, il direttore dimissionario Walter Fust ha spiegato che si vuole in tal modo reagire ai rimproveri formulati proprio da alcuni giovani impegnati in associazioni umanitarie, secondo i quali la DSC non tiene conto in misura sufficiente delle loro conoscenze ed esperienze.

Dalle parole si è passati ai fatti: per la prima volta sono infatti stati ricompensati progetti di giovani svizzeri attivi nell’aiuto allo sviluppo. Il premio d’incoraggiamento «We care, you too?», dotato di 5’000 franchi, sarebbe stato in teoria destinato a cinque progetti, ma la qualità elevata delle proposte ha poi indotto la giuria a sceglierne sei.

Nel quadro del concorso, organizzato congiuntamente dalla DSC e dalla Segreteria di Stato dell’economia, sono state presentate oltre cento candidature. Tra un anno, i laureati dovranno presentare i risultati dei loro progetti, che spaziano dall’aiuto per la realizzazione di impianti sanitari alla facilitazione dell’accesso a internet.

Nuova politica giovanile

Alla conferenza annuale, la DSC ha dunque presentato la sua nuova politica giovanile, che tiene conto del ruolo della gioventù per tentare di superare la povertà a livello mondiale. Secondo Walter Fust, gli obiettivi primari sono tre: sostenere i giovani nello sviluppo delle loro potenzialità, migliorarne le condizioni di vita ed accrescerne la possibilità di intervenire nei processi decisionali politici.

«Oggi dobbiamo investire maggiormente nei bambini e nei giovani a tutti i livelli, se vogliamo avere un’opportunità di raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio», ha affermato il direttore della DSC. A tal proposito, la DSC ha creato un servizio di consulenza per il tema «Gioventù e sviluppo».

L’esempio del Burkina Faso

A questo proposito è stato illustrato il caso del Burkina Faso – il quarto Paese più povero al mondo – quale esempio di collaborazione in favore dei giovani. Da oltre trent’anni la Svizzera e il paese africano operano infatti a stretto contatto.

I progetti comuni interessano, tra l’altro, i settori della formazione professionale e la creazione di posti di lavoro per i giovani. Sono stati presentati diverse iniziative concrete nel settore della formazione degli apprendisti e della promozione delle imprese.

Ringraziato Walter Fust

La presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey ha a sua volta lodato l’impegno dei giovani svizzeri per migliorare le condizioni di vita di poveri e bisognosi in varie parti del mondo: «ci danno il coraggio per non accettare la povertà e l’emarginazione come un destino», ha affermato la ministra degli esteri.

In precedenza, aprendo i lavori della conferenza, Micheline Calmy-Rey aveva reso omaggio all’operato di Fust nei quindici anni alla testa della DSC. Walter Fust – che ha recentemente annunciato la propria decisione di andare in pensione nell’aprile dell’anno prossimo – «si è impegnato con cuore e determinazione in favore dello sviluppo».

swissinfo e agenzie

La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) è l’agenzia del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) preposta alla cooperazione internazionale. Alla DSC compete il coordinamento generale della cooperazione allo sviluppo e della cooperazione con i paesi dell’Europa orientale con altri uffici federali e con l’Aiuto umanitario della Svizzera.

La DSC fornisce le sue prestazioni avvalendosi di oltre 550 collaboratrici e collaboratori in patria e all’estero e di un budget annuo di 1,3 miliardi di franchi (2006). Essa effettua azioni dirette, sostiene programmi di organizzazioni multilaterali e finanzia progetti di organizzazioni umanitarie svizzere ed internazionali.

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