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La colpa di essere giovani

I giovani sono proporzionalmente più colpiti dalla disoccupazione Keystone

Fatto inconsueto in Svizzera, diversi movimenti giovanili sono in prima linea nella campagna per la votazione popolare del 26 settembre. Si rivoltano contro la riforma dell'assicurazione disoccupazione di cui si sentono vittime. Un sentimento però non condiviso da tutti i giovani.

“Discriminatoria e ingiusta”: così definiscono la 4a revisione della Legge sull’assicurazione contro la disoccupazione (LADI) le organizzazioni giovanili coalizzate in un comitato che si oppone alle modifiche varate dal parlamento.

Discriminatoria perché introduce l’età quale criterio di restrizione. Ingiusta perché i giovani devono pagare i conti di una crisi economica che non hanno causato e che subiscono duramente. Infatti, sono la fascia d’età con il più alto tasso di disoccupazione.

Oltre alle sezioni giovanili di sindacati e di partiti rosso-verdi, contro questa revisione si sono alleate anche la Federazione Svizzera delle Associazioni Giovanili (FSAG), che rappresenta una settantina di organizzazioni per un totale di oltre mezzo milione di giovani, l’Unione svizzera degli studenti di scuole universitarie (USU) e l’Unione dei comitati studenteschi CH/FL (ucs). Insieme hanno formato il “Comitato delle organizzazioni giovanili contro la discriminazione dei giovani nella revisione della LADI”, che il 4 settembre organizzerà una giornata d’azione in tutta la Confederazione.

Astensione critica e non unanime dei Giovani PLR

La riforma non incontra neppure i favori dei Giovani liberali radicali (GLR), che in marzo avevano lanciato, invano, un appello al parlamento svizzero affinché ritirasse il progetto di revisione. Nella loro missiva alle Camere federali, i GLR parlavano di “momento sbagliato per una riformetta”, effettuata “innanzitutto sulle spalle dei giovani”.

Reclamavano quindi una ristrutturazione “coraggiosa” dell’assicurazione contro la disoccupazione, che ne garantisca la solidità finanziaria a lungo termine, da attuare in tempi congiunturali favorevoli, tramite un’equa ripartizione dell’onere fra tutte le fasce della popolazione. Ma le loro rivendicazioni non sono state accolte dai parlamentari di destra e centro destra, fra cui proprio quelli del Partito liberale radicale (PLR).

Nonostante il disappunto per la decisione delle Camere, i GLR svizzeri non si lanciano nella campagna contro la 4a revisione della LADI. Hanno scelto l’astensione per evitare una spaccatura generazionale nel PLR e perché non vogliono fare comunella con la sinistra, “la cui posizione sulle assicurazioni sociali non ci piace affatto”, ha spiegato all’agenzia di stampa Ats il vicepresidente dei GLR svizzeri Philippe Nantermod.

Tuttavia, non tutti i GLR sono d’accordo. La sezione neocastellana, infatti, ha deciso di schierarsi dalla parte dei promotori del referendum. Non è nemmeno escluso che decisioni analoghe giungano da altre sezioni cantonali, essenzialmente nella Svizzera romanda.

Gli argomenti dei Giovani liberali radicali sostanzialmente non si differenziano da quelli dei coetanei di sinistra. Tutti insorgono contro le disparità di trattamento che colpiscono i giovani, “sacrificati da questa revisione” per risanare le finanze dell’assicurazione contro la disoccupazione, hanno scritto in un comunicato i GLR neocastellani.

Per i giovani senza lavoro, “l’assicurazione contro la disoccupazione si trasformerà in un’assicurazione di esclusione”, che li condurrà all’assistenza sociale, ha affermato Jérôme Hayoz, segretario della commissione giovani del Sindacato del personale dei trasporti (SEV). Una prospettiva contro la quale i membri del Comitato delle organizzazioni giovanili esortano i loro coetanei a ribellarsi votando “no” il 26 settembre.

La revisione come opportunità

Di parere diverso sono i Giovani popolari democratici (GPPD) e dell’Unione democratica di centro (GUDC). In un comunicato, i GPPD si sono detti soprattutto “sorpresi” dal comportamento “irresponsabile” dei Giovani liberali radicali, dettato dal timore di perdere in votazione popolare.

Il comitato direttivo dei GPPD ha quindi preso chiaramente posizione a sostegno della revisione della LADI, giudicando le misure “ragionevoli anche per i giovani”, i quali trarrebbero vantaggio da “maggiori incentivi per una rapida integrazione nel mercato del lavoro”.

Secondo i Giovani PPD, la riforma è equilibrata e consente di “porre l’assicurazione contro la disoccupazione su solide basi finanziarie, in modo che anche le generazioni future ne possano approfittare. Per il loro presidente Simon Oberbeck, citato in un comunicato, mettere un “sì” nelle urne il 26 settembre significa fare atto di solidarietà intergenerazionale.

Ma in seno ai GPPD della Svizzera francese non tutti la pensano così. In particolare, sembra che spiri aria di opposizione fra i GPPD vallesani e friburghesi, stando a dichiarazioni alla stampa dei loro presidenti.

Compatti in favore alla revisione appaiono i Giovani UDC. Secondo il presidente Erich Hess, “non è una tragedia se ogni tanto” i giovani devono esercitare una professione diversa da quella per cui sono formati. Questa variante “è in ogni caso sempre meglio di tagli d’indennità a padri di famiglia”, ha detto ai media il deputato del parlamento cantonale bernese.

Sonia Fenazzi, swissinfo.ch

L’obiettivo della 4a revisione della relativa legge è di prosciugare il deficit strutturale dell’assicurazione contro la disoccupazione, che attualmente si attesta sui 7 miliardi di franchi, e renderla finanziariamente sana a lungo termine, indipendentemente dall’andamento della congiuntura.

I conti dovrebbero essere riequilibrati nel giro di 17 anni tramite maggiori entrate per complessivi 486 milioni di franchi all’anno e minori uscite per 622 milioni.

Gli introiti supplementari si otterrebbero con un aumento dei contributi di 0,2 punti percentuali, mentre i risparmi sarebbero attuati con una serie di restrizioni delle prestazioni.

In testa all’elenco delle iniquità della riforma, stilato in una conferenza stampa a Berna dai rappresentanti del Comitato delle organizzazioni giovanili, figura l’obbligo per i disoccupati di età inferiore ai 30 anni di accettare un posto di lavoro indipendentemente dalle qualifiche e dall’attività esercitata in precedenza.

Altra disuguaglianza: un anno di contributi darà diritto solo a 200 indennità di disoccupazione giornaliere alle persone di meno di 25 anni senza figli a carico, vale a dire 60 in meno dei disoccupati a partire da 25 anni.

D’altra parte, alla conclusione degli studi o della formazione, i disoccupati che non hanno mai pagato contributi dovranno attendere 120 giorni per avere diritto alle indennità. Potranno percepire al massimo 90 giornaliere, contro le 260 attuali.

La partecipazione dei giovani alle votazioni popolari in Svizzera solitamente è piuttosto bassa. I membri del Comitato delle organizzazioni giovanili ne sono consci. Perciò, per informare i loro coetanei sullo scrutinio del 26 settembre, coinvolgerli nella campagna e stimolarli a votare, hanno deciso di utilizzare canali che fanno parte della vita quotidiana dei giovani. Sito internet, facebook, youtube, sms, smartmob si aggiungono dunque ai classici manifesti e bancarelle.

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