Dopo il Congresso mondiale ebraico, anche la Anti-Defamation League prende di mira la ministra degli esteri svizzera.
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In una campagna di inserzioni sulla stampa, l’organizzazione ebraica accusa la Svizzera di finanziare il terrorismo. Sotto accusa il viaggio di Micheline Calmy-Rey a Teheran per siglare un accordo sulla fornitura di gas.
«Mentre il governo svizzero persegue i propri interessi economici finanzia lo stato che più di ogni altro al mondo sostiene il terrorismo», si legge nelle inserzioni a tutta pagina pubblicate nei quotidiani svizzeri «Neue Zürcher Zeitung» e «Le Temps» e negli statunitensi «New York Times» e «Wall Street Journal».
Rivolgendosi direttamente alla ministra degli esteri elvetica, l’inserzione prosegue: «Se lei finanzia uno stato terrorista, finanzia il terrorismo».
In un articolo per il servizio di informazione ebraico il direttore dell’ADL Abraham Fox si spinge anche oltre, affermando che la Svizzera sembra assumere nei confronti della minaccia dell’islamismo radicale la stessa posizione assunta durante la seconda guerra mondiale e la guerra fredda, vale a dire la cura dei propri interessi dietro il paravento della neutralità.
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