Passo avanti per un miglioramento delle relazioni tra Svizzera e Iran
Le relazioni fra la Svizzera e l'Iran sono in via di normalizzazione: è quanto ha dichiarato il capo del Dipartimento degli esteri, Joseph Deiss, dopo un incontro a Berna con il capo della diplomazia iraniana, Kamal Kharazi.
I due ministri si sono soffermati tra l’altro sulle relazioni economiche bilaterali. Deiss ha ricordato l’accordo sulla protezione degli investimenti firmato dai due paesi nel 1998, ma non ancora ratificato dal parlamento iraniano. Kharazi, primo membro del governo di Teheran a venire in Svizzera dal 1984, spera che le imprese svizzere si istallino in Iran. «È un buon mercato per loro», ha affermato il ministro iraniano.
I due paesi intendono pure intensificare la collaborazione nella lotta contro il traffico di stupefacenti. Un buona parte della droga venduta in Svizzera proviene dall’Afghanistan e transita dall’Iran, dalla Turchia e dai Balcani. Una delegazione dell’Ufficio federale di polizia si è recata recentemente in Iran per affrontare la questione e ha già steso le basi per un «Memorandum of Understanding».
Berna vuole pure proseguire l’aiuto umanitario all’Iran che accoglie due milioni di rifugiati. «Agiamo attraverso l’Alto commissariato per i rifugiati dell’Onu», ha sottolineato Deiss. Interrogati dai giornalisti, il capo del DFAE e il suo ospite hanno detto di aver evocato il processo in corso contro ebrei iraniani. «Abbiamo ribadito che è necessario un processo equo e abbiamo costatato che l’Iran ha fatto sforzi di trasparenza», ha commentato Deiss. Kharazi dal canto suo ha dichiarato che gli imputati avranno un processo giusto e che «hanno accesso ai loro avvocati, possono incontrare le loro famiglie e i giornalisti».
Alcuni dossier rimangono ancora in sospeso, ha dichiarato il consigliere federale Joseph Deiss. Berna si aspetta che Teheran collabori pienamente per giungere ad una conclusione della vicenda Radjavi. «Aspettiamo informazioni supplementari» in merito all’omicidio, ha detto Deiss. «Un accordo di cooperazione giudiziaria fra i due paesi sarà necessario per chiudere il caso».
Kazem Radjavi, fratello del capo del principale movimento di opposizione iraniana, i Mudjahidin del popolo, era stato assassinato a Coppet (VD) nel 1990. Dell’omicidio erano sospettati alcuni diplomatici iraniani, che avevano rapidamente lasciato la Svizzera. Il capo del Dipartimento degli affari esteri (DFAE) auspica ora che gli inquirenti svizzeri possano recarsi in Iran.
Infine, il capo della diplomazia iraniana ha invitato il responsabile del Dipartimento federle degli affari esteri in Iran. Non è stata ancora fissata una data, ha precisato Deiss. Kharazi, che in mattinata aveva incontrato il presidente della Confederazione Adolf Ogi, ha concluso la visita con un incontro con i presidenti della Camere federali.
swissinfo e agenzie
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