Referendum contro l’assicurazione invalidità
Il "Centro per la vita autonoma" lancia un referendum contro la quinta revisione dell'assicurazione invalidità (AI), che giudica controproducente e troppo cara.
Il centro, che lotta per l’emancipazione degli andicappati, lancia il referendum nonostante il mancato sostegno delle altre principali organizzazioni del settore.
La piccola organizzazione zurighese di aiuto agli andicappati “Centro per la vita autonoma” (“Zentrum für Selbstbestimmtes Leben”, ZSL) rimane fermamente intenzionata a portare davanti al popolo la revisione della legge sull’assicurazione invalidità appena approvata dal Parlamento nella sessione di Flims, nel canton Grigioni.
Pur non disponendo di soldi e nonostante il mancato sostegno dei vertici delle grandi organizzazioni del settore, la ZSL conta sull’appoggio della base degli invalidi per raccogliere le 50’000 firme necessarie.
“L’industria dell’invalidità”
Le grandi associazioni hanno annunciato di rinunciare al referendum per non mettere in pericolo gli aspetti positivi della revisione e anche l’Unione sindacale svizzera ha fatto lo stesso.
Queste decisioni sono in realtà condivise solo dai vertici, ha affermato oggi a Berna il direttore di ZSL Peter Wehrli nel corso di una conferenza stampa.
Secondo Wehrli le organizzazioni più grandi sono favorevoli alla nuova legge perché possono approfittare finanziariamente di quella che ha chiamato l'”industria dell’invalidità”: la normativa propone infatti misure d’integrazione che in realtà non possono essere applicate per la mancanza dei relativi posti di lavoro. Quindi i disabili verranno impiegati nei laboratori protetti delle organizzazioni.
Ma le carenze della legge secondo la ZSL non finiscono qui. La revisione crea soprattutto lavoro per i funzionari, non per gli andicappati, ha affermato Wehrli. Gli sforzi degli ultimi 40 anni hanno dimostrato che l’integrazione non può essere delegata agli specialisti, deve essere affrontata dall’intera società: non solo dai datori di lavoro, bensì anche dagli interessati.
I referendisti – fra loro a Berna vi erano anche alcuni membri dell’associazione romanda Cap-Contact – hanno denunciato la volontà del Parlamento e del Consiglio federale di “imporre i lavori forzati ai cosiddetti falsi-invalidi”, mentre in realtà le persone affette da veri handicap non beneficeranno delle misure di integrazione previste dalla legge.
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Assicurazione invalidità (AI)
Forum su internet per la raccolta di firme
Delusi dall’atteggiamento di associazioni come Pro Infirmis, i promotori del referendum si rivolgono quindi alla base: le migliaia di beneficiari del sostegno dell’AI hanno un interesse a difendere le loro rendite, ha detto Wehrli, aggiungendo che al momento la ZSL non ha però soldi a disposizione per raccogliere le firme.
A questo scopo l’organizzazione creerà un forum su internet. Sostegno indiretto potrebbe però giungere dal Partito socialista e dai Verdi, che a Flims hanno respinto la revisione. I partiti decideranno in materia rispettivamente il 21 e il 27 ottobre. Già sin d’ora la ZSL può contare sull’aiuto del movimento ginevrino di sinistra “solidaritéS”.
Il “Centro per la vita autonoma” è stato fondato nel 1996: l’organizzazione si basa su un nucleo di sei persone, cui si aggiungono 250 donatori. Il suo scopo è migliorare la qualità della vita dei disabili attraverso una maggiore autonomia degli stessi andicappati.
swissinfo e agenzie
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Referendum
L’assicurazione invalidità (AI) è stata introdotta nel 1959. È obbligatoria per tutte le persone domiciliate in Svizzera o che vi esercitano un’attività lucrativa. Nel 2005, il 5,3% della popolazione attiva beneficiava di una rendita AI, contro il 3,2% del 1990. In deficit da più di 10 anni, l’AI ha registrato un disavanzo record di 1,7 miliardi di franchi nel 2005.
La quinta revisione dell’AI è definitivamente in cantiere da quando il Consiglio nazionale (Camera dei deputati) ha eliminato le ultime divergenze con il Consiglio degli Stati (Senato) in occasione della sessione autunnale di Flims.
La revisione dovrebbe permettere d’alleggerire il budget di questa assicurazione sociale di 596 milioni in media l’anno fino al 2025.
Il metodo si basa su due manovre: la riduzione del 30% del numero di nuove rendite in rapporto al 2003 grazie ad una definizione più ristretta di invalidità. E in secondo luogo la restrizione di alcune prestazioni.
La V revisione dovrebbe entrare in vigore l’anno prossimo, con riserva di riuscita di referendum. Ancora aperta la questione del finanziamento supplementare.
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