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Sale la tensione fra politica e cultura

La presidente di Pro Helvetia Yvette Jaggi minacciata Keystone Archive

Esponenti democristiani chiedono le dimissioni della presidente di Pro Helvetia, a causa di una controversa esposizione al centro culturale di Parigi.

Dal canto suo, Yvette Jaggi si scaglia contro i detrattori della fondazione e difende l’indipendenza dell’arte.

Continua la polemica attorno all’esposizione di Thomas Hirschhorn a Parigi. I dirigenti del Partito popolare democratico (PPD) chiedono le dimissioni della presidente di Pro Helvetia, Yvette Jaggi. Lei replica definendo la decisione del Consiglio degli Stati «degna dell’ex-DDR».

In un articolo pubblicato dal quotidiano della Svizzera tedesca Blick il segretario generale del PPD Reto Nause esige la partenza di Yvette Jaggi. Si tratta però solo di un’idea che circola nella frazione parlamentare del PPD. Ufficialmente non è stata presa alcuna decisione.

Se Yvette Jaggi si ritira, la decisione del Consiglio degli Stati di ridurre il budget di Pro Helvetia potrebbe essere rivista, aggiunge Nause. I problemi connessi all’esposizione di Hirschhorn a Parigi non dipenderebbero da questioni artistiche, ma della responsabilità dei dirigenti di Pro Helvetia.

Non contro gli artisti

Per il capo del gruppo parlamentare del PPD Jean-Michel Cina, la decisione del Consiglio degli Stati non sarebbe diretta contro gli artisti. Essa va letta piuttosto come un avvertimento a Pro Helvetia, affinché non attribuisca denaro pubblico a progetti che sono contrari alla decenza.

Il PPD non vuole punire la cultura in quanto tale, afferma Cina. Il milione di franchi tolto a Pro Helvetia potrebbe essere investito in un altro settore, per esempio nella protezione dei monumenti. Contattati dall’agenzia ats, né la direzione di Pro Helvetia, né Yvette Jaggi hanno voluto prendere posizione.

In un’intervista pubblicata giovedì nel quotidiano «Le Temps», Yvette Jaggi non nasconde però la sua irritazione.

«Degna dell’ex-DDR»

A suo avviso, «la decisione del Consiglio degli Stati è piena di paradossi. Per esempio, quanti si scagliano contro la cultura di Stati, contro l’arte sovvenzionata, nello stesso tempo mettono in atto una politica ultradirigista degna della ex-DDR».

Comportandosi in questo modo, non fanno che confermare la critica di Thomas Hirschhorn, aggiunge. «In questo paese, è un privilegio storico riservato alla cultura di essere trattata in questo modo».

La decisione del Consiglio degli Stati, presa in seguito alle pressioni della stampa scandalistica, sarebbe un errore a cui occorre rimediare. Secondo Yvette Jaggi, le autorità devono rispettare l’indipendenza degli artisti e creare le condizioni per facilitare la realizzazione dei progetti. «È un principio assoluto, non si interviene mai sui contenuti».

swissinfo e agenzie

Martedì scorso il Consiglio degli Stati ha accettato la proposta del senatore democristiano Peter Bieri di tagliare un milione di franchi al budget di Pro Helvetia.

La decisione è stata motivata dai dissapori sollevati dall’esposizione a Parigi dell’artista svizzero Thomas Hirschhorn, finanziata con 180’000 franchi dalla fondazione svizzera per la cultura.

Il voto della Camera dei cantoni ha subito sollevato reazioni indignate da parte del mondo culturale.

La “punizione” a Pro Helvetia sarà effettiva soltanto se anche il Nazionale si esprimerà allo stesso modo.

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