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Presidente, faccia pagare lo stipendio ai maestri

Maestri senza stipendio, corsi senza maestri... (foto: Servizi consolari) Profs sans salaires, cours sans profs... (photo: Services consulaires)

In occasione della visita in Svizzera di Carlo Azeglio Ciampi, gli emigrati risollevano la singolare vicenda degli insegnanti di lingua e cultura italiana.

Da mesi, molti maestri non ricevono più lo stipendio dall’Italia.

Mercoledì, il presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi, viene in visita ufficiale in Svizzera, per discutere con le autorità elvetiche di relazioni bilaterali, economia mondiale e politica estera.

E a Berna, Ciampi incontrerà pure i rappresentanti dei numerosi connazionali che vivono in Svizzera. Che, come viene generalmente riconosciuto, oggigiorno vivono tutti relativamente bene.

Infatti, superate le avversità degli anni 60 e 70, allorché la destra nazionalista elvetica combatteva la loro presenza a suon di iniziative popolari, gli italiani sono oramai perfettamente integrati.

Corsi di lingua e cultura

Qualche problema, invece, l’emigrazione sembra averlo nelle relazioni con la madrepatria. Da dove, come conferma l’ambasciatore d’Italia Lorenzo Ferrarin, faticano a giungere i fondi per pagare gli stipendi dei 200 insegnanti, ai quali sono affidati i corsi di lingua e cultura frequentati da 15’000 piccoli italiani.

«Bisogna che Ciampi sappia di questo scandalo», insorge Guglielmo Grossi, sindacalista, ex-presidente del Consiglio degli italiani, «perché i maestri, che in parte non hanno altre occupazioni, sono a volte costretti ad aspettare per mesi la loro paga».

Alcuni sono perfino scesi in sciopero, nel tentativo di dare maggior peso alle loro rivendicazioni. «Ma anche se i fondi sono stati sbloccati, come si sente dire, gli stipendi degli insegnanti risultano frenati dalle lungaggini burocratiche», sottolinea Renzo Sbaffi, direttore del Corriere degli Italiani.

Istituti italiani e Comites

Non sono però soltanto i corsi di lingua e cultura a soffrire della carenza di fondi. «Anche gli istituti italiani all’estero avrebbero bisogno di maggiori aiuti», dichiara Sbaffi. «Ma per divulgare la cultura, e non per promuovere il “made in Italy”, come sembra debbano fare.»

E pure i Comites, i comitati che rappresentano le comunità italiane in ogni circoscrizione consolare, sembrano a corto di quattrini, «tanto che alcuni non riescono più a pagare l’affitto e devono trasferirsi in sedi molto più piccole o ripiegare sui consolati», sostiene Claudio Ruggeri, delegato del Comitato tricolore italiani nel mondo. «O ai Comites si dà la possibilità di rendersi autonomi, oppure andiamo tutti a casa».

Critiche e visti

Ruggeri vorrebbe pure approfittare della presenza del Presidente Ciampi in Svizzera, per sottolineare la necessità del rispetto reciproco tra i due paesi. «Perché se le relazioni con le autorità sono buone, una certa stampa elvetica critica spesso il modo di far politica in Italia, esprimendo anche giudizi negativi sul capo del governo».

Il sindacalista Grossi vorrebbe invece sollevare un problema d’altra natura, che pur non concernendo l’emigrazione italiana dovrebbe interessare il presidente della Repubblica: quello del rilascio dei visti per il transito verso l’ex-Jugoslavia e la Turchia.

«I cittadini di quei paesi che lavorano qui, con tanto di regolare permesso di soggiorno, secondo il trattato di Schengen quando tornano in patria devono ottenere un visto per attraversare il territorio dell’UE», spiega Grossi.

Ma, soprattutto al Consolato d’Italia a Berna, afferma Grossi, la prassi per ottenerlo è spesso molto complicata e umiliante: lunghe attese sui marciapiedi, telefonate carissime, visti che non rispettano la durata prevista.

«E anche se la questione riguarda le relazioni bilaterali tra la Svizzera e l’UE», si chiede il sindacalista, «perché devono andarci di mezzo proprio questi poveri lavoratori?»

Un quesito al quale verrà probabilmente confrontato anche il presidente Ciampi, sempre che le relazioni internazionali e la delicata situazione politica interna gli permettano di intrattenersi con i rappresentanti della collettività italiana in Svizzera.


swissinfo, Fabio Mariani

In Svizzera vivono 320’000 emigrati con passaporto italiano e oltre 200’000 doppi nazionali;
15’000 piccoli italiani, iscritti alle scuole svizzere, seguono anche i corsi di lingua e cultura italiana, impartiti da 200 insegnanti;
altri 1000 studenti sono iscritti nelle 17 scuole italiane su territorio elvetico, in cui operano 170 docenti.

Il presidente della Repubblica italiana, Carlo Azeglio Ciampi, sarà in vista ufficiale in Svizzera il 14 e il 15 maggio.

Oltre a incontrare una delegazione del consiglio federale per discutere di relazioni bilaterali, economia mondiale e politica estera, Ciampi si intratterrà con esponenti della collettività italiana in Svizzera.

Gli emigrati vorrebbero approfittare dell’occasione per sottoporre al presidente alcuni problemi, come quello dei ritardi nel versamento degli stipendi agli insegnanti dei corsi di lingua e cultura italiana.

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