

La settimana in Svizzera
Care svizzere e cari svizzeri all’estero,
Benvenuti alla nostra selezione delle notizie più importanti – e talvolta curiose – dalla Svizzera negli ultimi sette giorni.
Con il peggioramento della situazione in Iran e Israele, ai cittadini e alle cittadine svizzeri residenti in quei Paesi è stato detto in sostanza che dovranno cavarsela da soli. Studi rivelano che in Svizzera è aumentata la fiducia nelle notizie e che la popolazione dà priorità alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico rispetto agli obiettivi climatici. Questa settimana parliamo anche di discriminazione contro il dialetto svizzero tedesco all'Europeo di calcio femminile.
Buona lettura!

Con l’aggravarsi del conflitto tra Israele e Iran, diversi Paesi europei stanno evacuando i propri cittadini dalla regione. La Svizzera no. Il Ministero degli Affari Esteri spiega il perché.
Lo spazio aereo sopra Israele e Iran è chiuso. Germania e altri Paesi europei, come Polonia e Slovacchia, hanno risposto evacuando i propri cittadini da Israele attraverso la Giordania. Tuttavia, i circa 200 svizzeri e svizzere in Iran e i 29’000 in Israele devono cavarsela da soli. La Svizzera non prevede partenze organizzate.
Il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) consiglia di evitare qualsiasi viaggio in Iran dall’estate del 2024, ha dichiarato mercoledì alla radio pubblica SRF Marianne Jenni, direttrice della Direzione consolare del DFAE. Per quanto riguarda Israele, ha spiegato che il ministero aveva già sconsigliato i viaggi turistici e non urgenti. “Chi continua a viaggiare in questa regione agisce in modo negligente”, ha affermato. “La decisione di lasciare una zona di crisi è volontaria, a proprio rischio e a proprie spese.”
A seguito del conflitto, il ministero ha ricevuto circa 130 richieste – circa 70 da Israele e 60 dall’Iran – da parte di persone di nazionalità svizzera che desiderano lasciare i due Paesi. Martedì, il ministero ha comunicato di aver evacuato cinque dei dodici diplomatici elvetici presenti in Iran, insieme alle loro famiglie.

Secondo il Digital News Report 2025 del Reuters Institute, in Svizzera è aumentata la fiducia nei media. Quasi la metà (46%) delle persone adulte intervistate ha dichiarato di fidarsi generalmente delle notizie svizzere, con un incremento del 5% rispetto all’anno precedente.
Stando al rapporto pubblicato martedì, i media pubblici svizzeri sono considerati i più affidabili, seguiti dai quotidiani a pagamento. Minore è invece la credibilità attribuita ai tabloid e alle nuove piattaforme digitali. Anche le notizie supportate dall’intelligenza artificiale suscitano poco interesse: solo un quarto delle persone intervistate si è detta interessata a funzioni come riassunti automatici o traduzioni.
La situazione economica del settore dei media rimane tesa. Tuttavia, il 22% degli svizzeri e delle svizzere intervistati ha dichiarato che sarebbe disposto a pagare per le notizie online, con un aumento di cinque punti percentuali rispetto all’anno scorso. A livello globale, la disponibilità a pagare si attesta al 18%.
Allo stesso tempo, è aumentata al 39% la quota di persone in Svizzera che evitano deliberatamente le notizie. Questo dato avvicina la Confederazione alla media globale del 40%, un livello record. Le ragioni più spesso citate sono l’impatto negativo delle notizie sullo stato emotivo e la sensazione di essere sopraffatti dalla quantità di informazioni.
Sempre nell’ambito dei media, martedì è stato annunciato che dalla fine dell’anno non ci sarà più un quotidiano gratuito in Svizzera: il gruppo TX interromperà la stampa della versione cartacea di 20 Minuti, disponibile nelle tre lingue nazionali, la cui prima edizione era stata pubblicata il 13 dicembre 1999.

La popolazione svizzera dà chiaramente priorità alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico rispetto agli obiettivi climatici, secondo un sondaggio. Questo ha implicazioni per il futuro del nucleare.
La maggior parte degli svizzeri e delle svizzere (59%) continua a sostenere l’attuazione della strategia energetica del Governo, ha sottolineato martedì l’Associazione delle aziende elettriche svizzere, presentando il suo sondaggio annuale.
La sicurezza dell’approvvigionamento rimane la priorità principale per il 45% delle persone intervistate. Seguono, a distanza, il costo accessibile dell’elettricità (29%) e la neutralità climatica (26%). L’accettazione del fotovoltaico è particolarmente elevata: il 94% è favorevole a un’espansione rapida degli impianti solari sui tetti.
Per la prima volta, la maggioranza delle persone che hanno partecipato al sondaggio (56%) si è detta molto o abbastanza favorevole a prendere nuovamente in considerazione la costruzione di nuove centrali nucleari nel Paese. Tuttavia, il 74% non considera il nucleare una soluzione ai problemi di approvvigionamento a breve termine.
“Nel complesso, il sondaggio mostra che la popolazione è più divisa che mai”, ha concluso martedì il Tages-Anzeiger. “Mentre la sinistra è chiaramente contraria a un ritorno al nucleare, in seno al centro-destra molte persone lo considerano una componente indispensabile del futuro energetico. Il dibattito non riguarda solo la tecnologia, ma anche i valori e le visioni del futuro”.
Da parte sua, il ministro dell’ambiente Albert Rösti ha dichiarato mercoledì che, se non si faranno progressi con l’idroelettrico e il solare alpino, le nuove centrali nucleari rappresentano “l’opzione migliore”.

Andrea Adamina ha trascorso due mesi e mezzo a formarsi con l’Associazione Svizzera di Calcio (ASF) per diventare speaker da stadio durante il Campionato Europeo femminile. Ha però scoperto che la UEFA non vuole che si parli in dialetto svizzero tedesco.
L’ASF aveva selezionato due donne per ciascuno degli otto stadi svizzeri che ospiteranno il torneo, che inizierà il 2 luglio. Andrea Adamina e Mirja Mätzener pensavano che una delle due sarebbe stata la speaker principale e l’altra la riserva.
Tuttavia, giovedì la radiotelevisione pubblica SRF ha riferito che né loro né le quattro donne formate a Basilea e Lucerna prenderanno parte a Euro 2025. L’ASF ha spiegato di essere stata informata dalla UEFA, la federazione del calcio europeo con sede in Svizzera, che gli annunci dovranno essere fatti in inglese e in tedesco standard e non in dialetto svizzero-tedesco. Di conseguenza, l’ASF ha deciso di selezionare gli otto speaker che avevano mostrato i maggiori progressi, indipendentemente dalla loro provenienza linguistica. “Mi hanno informata via email, ci sono rimasta malissimo”, ha raccontato Adamina.

La settimana prossima
Quanti altri svizzeri e svizzere hanno abbandonato la religione? Lunedì, l’Ufficio federale di statistica pubblicherà i risultati di un’indagine su religione e spiritualità in Svizzera.
Sempre lunedì, a Zugo si terrà il tradizionale Chriesisturm (“assalto alle ciliegie”), una corsa con scale alte otto metri e tante ciliegie.
Gli amanti dei cani di grossa taglia (come l’attuale presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter, nella foto) dovrebbero recarsi a Martigny giovedì per l’inaugurazione ufficiale del nuovo Barryland, “l’unico parco tematico dedicato al San Bernardo”.
Giovedì e venerdì, il Governo federale sarà in visita nel Canton San Gallo per la sua tradizionale escursione annuale. Tutti e sette i membri del Consiglio federale, insieme al cancelliere della Confederazione, incontreranno la popolazione durante momenti conviviali a Rapperswil-Jona e nella città di San Gallo.

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