

Oggi in Svizzera
Care svizzere e cari svizzeri all’estero,
Ieri sera ho avuto il privilegio di assistere a un momento storico: la prima qualificazione in assoluto della Nazionale svizzera ai quarti di finale di un Campionato europeo femminile di calcio.
Come gli altri 26’387 spettatori e spettatrici (le donne erano in netta maggioranza) allo Stade de Genève, ho vissuto tensione, delusione, sollievo e, infine, gioia pura!
Uscendo dallo stadio, il mio pensiero è andato a tutte le persone che hanno lottato affinché le donne potessero finalmente avere una forte voce in capitolo sui campi di calcio.
Buona lettura!

Molte persone non ci avrebbero scommesso un soldo bucato, ma la Svizzera giocherà davvero i quarti di finale del “suo” Campionato europeo. Giovedì sera, la “Nati” ha strappato un pareggio per 1-1 contro la Finlandia in una partita che è stata un thriller fino alla fine.
Al 79° minuto, le svizzere sembravano destinate all’eliminazione, dopo il gol della Finlandia dal dischetto. Ma al 92°, Riola Xhemaili ha segnato una rete che ha permesso alla Nati di accedere ai quarti di finale. Questa sera si saprà quale sarà la prossima avversaria della squadra rossocrociata: Spagna oppure Italia.
“Fino all’ultimo secondo sapevo che avremmo segnato. Meritavamo molto di più e alla fine l’abbiamo ottenuto”, ha commentato Xhemaili. Nel Bund, l’allenatrice Pia Sundhage ha descritto il momento come “il miglior pareggio della mia carriera, e certamente il più emozionante”.
Anche la stampa elogia il risultato. Arcinfo ha sottolineato la “notevole forza di carattere” della squadra. Il Blick si rallegra di una “giovane generazione che non si pone limiti”. Il Tages-Anzeiger definisce Sundhage “l’architetta del grande successo”. La Liberté lamenta la difficoltà di ottenere una salsiccia nei punti di ristoro dello stadio, ma è soddisfatta dell’esito della partita.

Anche le relazioni bilaterali tra la Svizzera e l’UE fanno notizia oggi. Venerdì, le organizzazioni Economiesuisse e l’Unione svizzera degli imprenditori (USI) hanno dato il loro sostegno al pacchetto di accordi negoziati con l’Unione Europea, in fase di consultazione fino al 31 ottobre.
“È un buon accordo, importante per la Svizzera, che ci permetterà di stabilizzare e sviluppare il percorso bilaterale“, ha dichiarato alla RTS Monika Rühl, direttrice generale di Economiesuisse. A nome dell’associazione mantello dell’economia elveica ha inoltre sottolineato i vantaggi concreti dei Bilaterali III, “ad esempio nei settori della ricerca, dell’innovazione e dell’elettricità”, dove è previsto “un buon accesso al mercato”.
Tuttavia, ambienti economici e padronato chiedono un’attuazione che tenga conto delle esigenze delle imprese. Rühl sottolinea che “la flessibilità del mercato del lavoro” dev’essere preservata. La maggior parte delle misure concordate tra le parti sociali è sostenuta, ad eccezione di quella volta a proteggere i e le rappresentanti del personale dai licenziamenti.
Economiesuisse e USI sostengono anche la clausola di salvaguardia sull’immigrazione. Secondo loro, dovrebbe essere applicata rigorosamente e i dettagli dovrebbero essere esaminati in modo approfondito, con la partecipazione delle parti sociali.

La presidente del Consiglio nazionale, Maja Riniker, ha vissuto un attacco di droni russi durante il suo viaggio in Ucraina, riferiscono i giornali del gruppo CH Media a cui la liberale-radicale parla della resilienza del popolo ucraino.
Maja Riniker racconta alla stampa di aver trascorso due ore in un rifugio antiatomico nella città di Vinnytsia, nel centro del Paese, dopo che è scattato l’allarme. È stata svegliata all’una e trentadi venerdì. Nella notte l’Ucraina ha subito un altro grave attacco aereo russo, che ha provocato due morti e 22 feriti.
Tuttavia, la Presidente della Camera del popolo ha dichiarato di essersi sempre sentita al sicuro durante il suo viaggio, dato che la maggior parte delle riunioni si è svolta due piani sottoterra. “Ma non dobbiamo dimenticare che per la popolazione civile questa situazione si protrae da quasi quattro anni. È un peso enorme”, ha sottolineato.
“La situazione è disastrosa, ma c’è molta forza. Questo mi ha profondamente commosso“, ha aggiunto. Durante il viaggio ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e membri del Parlamento. Ha inoltre visitato i progetti di aiuto finanziati dalla Svizzera.

Fallisce il progetto di una nuova ambasciata svizzera a Pechino. Le autorità cinesi non hanno concesso il permesso di costruzione e la Confederazione ha perso quattro milioni di franchi, rivela SRF.
Cemento a vista e grandi finestre. La futura sede dell’ambasciata elvetica era un progetto ambizioso, come dimostrano i documenti interni ottenuti dalla redazione investigativa della Radiotelevisione svizzera di lingua tedesca. “Era”, appunto, perché la Cina ha negato la licenza al progetto non considerandolo conforme agli standard edilizi.
Dopo quasi 10 anni di lavori preparatori, i responsabili avrebbero discretamente abbandonato il progetto, secondo i documenti. Tuttavia, quattro milioni di franchi di denaro dei contribuenti sono già stati spesi per il concorso e la pianificazione, scrive SRF, per non parlare del tempo impiegato dai funzionari federali.
Il Dipartimento degli Affari esteri (DFAE) si difende. Sostiene che è prassi comune dover “fare degli aggiustamenti”, poiché le autorità straniere in genere non forniscono garanzie prima della presentazione ufficiale di una domanda di costruzione. Aggiunge che l’investimento non è perso: prima o poi dovrà comunque essere costruito un nuovo edificio.
Tradotto con il supporto dell’IA/Zz

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