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Nel segno della lotta alle specie aliene invasive

Una ricercatrice al lavoro al CABI di Delémont swissinfo.ch

Insetti, semi, cose piccole, ma che nei bagagli dei viaggiatori hanno raggiunto nuove terre, danneggiandole. Per controllarle si va alla ricerca di nemici naturali nelle loro zone d'origine.

Nato in Inghilterra nel 1913, l’istituto CABI è tra i principali attori mondiali nel controllo biologico delle specie nocive. swissinfo ha visitato il suo centro svizzero di Delémont.

Con i bachi da seta che dall’oriente sono arrivati in Europa è andata bene. Un mezzo disastro invece la settecentesca introduzione dei conigli in Australia: in assenza di nemici naturali, si sono moltiplicati a dismisura incrinando l’equilibrio dell’ecosistema locale.

Voluta o no, la diffusione in una zona di specie vegetali e animali ad essa estranee comporta delle conseguenze che possono essere disastrose. Il problema è storicamente conosciuto – e l’esempio dei conigli australiani è solo uno fra i tanti – ma continua ad essere d’attualità. Basti pensare alla diffusione in Svizzera dell’ambrosia – pianta di origine nordamericana altamente allergenica – o alla “fuga” dei procioni d’allevamento. Importati dall’America settentrionale per la pelliccia, stanno piano piano rovinando le rive dei nostri corsi d’acqua.

Le chiamano specie aliene invasive e per studiarle e combatterle in modo biologico – vale a dire attraverso l’impiego di nemici naturali – uno degli indirizzi di riferimento a livello mondiale è il CABI di Delémont. «Paradossalmente in Svizzera cominciamo a farci un nome solo ora», spiega Urs Schaffner, responsabile, a Delémont, del settore di ricerca sugli ecosistemi. «In Canada e negli USA, invece, tutti sanno chi siamo».

Dall’Europa, problemi e soluzioni

Le ragioni di questa fama – arrivata oltreoceano insieme a pacchi d’insetti utili – sono storiche. Il CABI è nato in Inghilterra ad inizio Novecento con l’obiettivo di trasmettere ai paesi del Commonwealth il sapere necessario alla lotta dei parassiti in agricoltura. Con gli anni ha diversificato le sue attività e nel secondo dopoguerra è arrivata la fondazione di un istituto in Svizzera.

«Molte delle nostre ricerche sono state finanziate dal Canada, perché è lì che sono stati trasportati diversi organismi dannosi provenienti dall’Europa», racconta Ulrich Kuhlmann, capo della maggiore delle divisioni di CABI Switzerland, quella dedicata all’agricoltura.

Tra i maggiori successi del CABI c’è il controllo del senecione di San Giacomo, una pianta che, partita 150-200 anni fa dall’Europa, ha invaso in modo massiccio i pascoli dell’America settentrionale, dell’Australia e della Nuova Zelanda.

In Svizzera, dove il senecione è di casa, ci sono anche gli insetti che lo controllano. Il CABI li ha studiati e inviati verso il Nord America. «I nostri insetti hanno fatto bene il loro lavoro», commenta Schaffner. «Oggi, nelle zone temperate degli Stati uniti orientali, il senecione di San Giacomo non è più un problema. Per contro, stiamo ancora lavorando sulle zone più fresche – come le Montagne rocciose – dove il senecione continua ad espandersi».

Competenza da sfruttare

Nel corso dell’ultimo decennio, l’istituto di Delémont è stato portato ad applicare le sue conoscenze anche in contesti meno esotici. Attualmente, racconta Kuhlmann, i progetti importanti per l’Europa sono due: il primo riguarda la Diabrotica virgifera virgifera, un parassita del mais proveniente dal Nord America, l’altro la Cameraria ohridella, una tarma che attacca principalmente gli ippocastani.

La maggior parte delle attività continuano però a riguardare terre lontane. Kuhlmann sottolinea che, soprattutto nel caso di paesi in via di sviluppo, non si tratta solo di studiare la situazione, ma anche di trasmettere il sapere.

«Per funzionare, i nostri programmi hanno bisogno di essere implementati dai contadini. È importante trattarli come partner di pari dignità, integrare le loro conoscenze e motivarli ad applicare nuovi metodi». Da questo punto di vista, è particolarmente riuscito un progetto che il CABI ha dedicato alla lotta contro i parassiti del cavolo in Corea del Nord.

Valutare i rischi

Certo, introdurre organismi estranei in un ambiente per combattere altri organismi estranei non è privo di rischi. «Ma i rischi ci sono con qualsiasi tipo d’intervento e anche non fare niente è pericoloso», commenta Ulrich Kuhlmann.

«Per anni la lotta biologica è stata vista come l’ultima spiaggia, un’opzione da prendere in considerazione quando fallivano la lotta meccanica e quella chimica. Oggi è riuscita a conquistarsi il rango di valida alternativa, soprattutto in agricoltura», aggiunge Urs Schaffner.

I rischi, poi, sono meglio controllati che in passato. Prima di essere spediti, i nemici naturali allevati a Delémont devono ottenere tutta una serie di permessi. «Il nostro compito è di valutare attentamente i rischi e di fornire alle autorità la documentazione scientifica necessaria ad una decisione», spiega Schaffner. Solo allora, conclude Kuhlmann, «il nostro lavoro finisce in un pacco».

swissinfo, Doris Lucini, Delémont

45 paesi sono membri di CABI.
La Svizzera ha aderito all’organizzazione nel 2000.
CABI ha 6 centri regionali in Inghilterra, Svizzera, Trinidad & Tobago, Malesia, Pakistan e Kenia.
Nel 2005, CABI ha lavorato a 207 progetti in 70 paesi.
Budget: 43,8 milioni di franchi (Delémont: 3 milioni).
I membri dello staff di Delémont sono 22; a loro si aggiungono studenti PhD e stagisti provenienti da diverse università.

CAB International (CABI) è il successore del Commonwealth Agricultural Bureau, fondato nel 1913 in Inghilterra per affrontare i problemi legati all’agricoltura nei paesi dell’impero britannico. Si occupa di biotecnologie applicate.

Dagli anni Ottanta è un’organizzazione internazionale indipendente senza scopo di lucro alla quale aderiscono diversi Stati. Le quote degli Stati membri rappresentano solo il 3% dei fondi. CABI si finanzia soprattutto grazie ai guadagni legati alle pubblicazioni scientifiche, ai mandati di ricerca, alle perizie e alle opere di volgarizzazione.

Il centro svizzero – uno dei sei centri regionali CABI – è stato fondato nel 1948 nei pressi di Zurigo e trasferito a Delémont nel 1958.

Storicamente è andato alla ricerca di nemici naturali per le piante e gli insetti nocivi esportati dall’Europa verso altri paesi industrializzati (in particolare Canada, Usa e Nuova Zelanda). Negli ultimi anni l’attenzione è stata rivolta anche all’arrivo di specie esotiche in Svizzera e in Europa.

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