
Colera ad Haiti, la Svizzera invia due specialisti
La popolazione di Haiti continua a soffrire e a perdere la vita. Dopo il devastante terremoto, che il 12 gennaio scorso ha mietuto oltre 250mila persone, l’isola caraibica è ora confrontata con un’epidemia di colera. Giovedì, la Svizzera invierà due esperti.
Stando alle autorità sanitarie, l’epidemia di colera ha colpito più di 3700 persone e ha causato la morte di quasi 300 malati. Per il momento, i casi si sono concentrati nelle regioni di Artibonite, a nord della capitale, e di Central Plateau.
Intanto, l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) ha lanciato mercoledì l’allarme affermando che il contagio non ha ancora toccato il suo “picco”.
«Non possiamo dire che sia contenuta», ha affermato Claire-Lise Chaignat, coordinatrice del gruppo speciale dell’organizzazione per la lotta al colera, spiegando che l’Oms raccomanda alle autorità di prepararsi al “peggiore scenario”, cioè che il batterio si sviluppi a Port au Prince. Nella capitale, infatti, vivono 1,3 milioni di senza tetto e le conseguenze della diffusione del colera sarebbero disastrose.
Ora, anche la Svizzera si è attivata per aiutare le autorità a contenere lo sviluppo dell’epidemia. La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) ha deciso di inviare giovedì due esperti in materia di acqua potabile ad Haiti, ha comunicato martedì il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).
I due specialisti del Corpo svizzero di aiuto umanitario, in collaborazione con le autorità haitiane, analizzeranno l’acqua potabile nelle regioni rurali. Si augurano così di permettere a tutti i villaggi di accedere a una fonte sicura di acqua potabile, evitando così che la popolazione si serva di acqua infetta, causa principale del contagio del colera.
L’ONG Caritas Svizzera ha a sua volta comunicato mercoledì il suo sostegno alle popolazioni colpite. Ha sbloccato 100’000 franchi per lottare contro l’epidemia, versati in favore di otto dispensari e di un ospedale nella regione di Artibonite.

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