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Svizzero rapito nelle Filippine

Un uomo d'affari elvetico è stato rapito la sera di Pasqua nel sud delle Filippine. Otto banditi travestiti da poliziotti e soldati hanno fatto irruzione nella sua residenza sull'isola di Mindanao e lo hanno portato via.

Le autorità locali hanno istituito una cellula di crisi per cercare di ritrovarlo, ha indicato un portavoce della polizia all’agenzia di stampa svizzera Ats, confermando la notizia del sequestro divulgata dai media filippini. A Berna, lunedì, un portavoce del Dipartimento federale degli affari esteri ha detto che le autorità elvetiche “sono in stretto contatto con la polizia locale”, ma ha rifiutato di fornire qualsiasi particolare.

L’allarme è stato lanciato da un amico della vittima, che era in sua compagnia e che è riuscito a sfuggire ai sequestratori. I rapitori sono sopraggiunti dal mare a bordo di motovedette verso le 18:00, mentre lo svizzero, che ha anche la cittadinanza filippina, si trovava sulla spiaggia davanti alla sua villa a Patalon, nella regione di Zamboanga City. I banditi hanno costretto il malcapitato a salire su una delle loro imbarcazioni veloci. Poi sono fuggiti.

La polizia non fornisce altri particolari. I media locali ipotizzano che possa essere opera dei ribelli di Abu Sayyaf, il gruppo separatista islamico che l’anno scorso ha preso in ostaggio per diversi mesi tre delegati del Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR), tra cui lo svizzero Andreas Notter. Ma circolano anche altre speculazioni: i sospetti vanno dai militanti del Fronte islamico di liberazione Moro a bande criminali intenzionate a chiedere un riscatto.

Il cittadino elvetico ha una settantina d’anni e da una quarantina vive nelle Filippine. L’uomo ha sposato una donna del posto ed è molto conosciuto nella regione. Possiede infatti una grande azienda agricola a Patalon ed è presidente del locale Rotary Club.

Zamboanga City è una delle più grandi città delle Filippine. Si trova in una regione a maggioranza musulmana dove i ribelli islamici del gruppo di Abu Sayyaf, valutati a circa 400, sequestrano sovente stranieri o cristiani, per poi chiedere un riscatto per la loro liberazione.

swissinfo.ch e agenzie

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