Oltre diecimila tamil hanno manifestato mercoledì davanti alla sede dell'ONU a Ginevra per reclamare "la fine del genocidio" nello Sri Lanka. Nell'isola intanto i combattimenti proseguivano.
Muniti di striscioni, fra cui ne spiccava uno con la scritta "L'ONU è la nostra ultima speranza. Aiutateci!", i dimostranti hanno invocato l'intervento delle Nazioni Unite, per salvare la popolazione dell'ex Ceylon da una "seconda Gaza".
Secondo i manifestanti, circa 470mila civili sono intrappolati nella regione di Mullaitivu, nel nord dello Sri Lanka, in preda ai combattimenti fra l'esercito di Colombo e i ribelli separatisti delle Tigri di liberazione dell'Eelam tamil (LTTE).
Da Colombo intanto non veniva alcun segnale di distensione. Proprio nel giorno del 61° anniversario dell'indipendenza dell'ex colonia britannica, in un discorso alla nazione il presidente cingalese Mahinda Rajapakse ha assicurato che "le Tigri saranno completamente battute entro pochi giorni".
Secondo il presidente srilankese, la "battaglia finale" dell'esercito per riprendere il controllo di tutta l'isola e sconfiggere definitivamente le Tigri è ormai vicinissima. Una resa dei conti che porrebbe fine a oltre 25 anni di guerra civile con un bilancio stimato a circa 70mila morti.
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