Turismo acquisti: presidente Migros, no a ridurre franchigia dogana
(Keystone-ATS) Abbassare l’attuale limite di 300 franchi per gli acquisti di merci all’estero esenti da dogana non aiuterebbe a limitare il turismo degli acquisti: lo afferma il presidente del consiglio di amministrazione della Federazione delle cooperative Migros (FCM) Claude Hauser, che risponde quindi picche a una proposta avanzata di recente dal numero di Coop, Joos Sutter.
Secondo Hauser quello che servirebbe ai negozi svizzeri per tenere il passo con la concorrenza estera è un accordo di libero scambio con l’Europa in ambito agricolo. I mancati introiti per i contadini andrebbero compensati attraverso un aumento dei pagamenti diretti, spiega il manager 70enne in un’intervista pubblicata dal domenicale “Sonntag”. A suo avviso le sovvenzioni non andrebbero nemmeno aumentate di tanto: “già oggi versiamo 3 miliardi all’agricoltura, probabilmente non sarebbe necessario nemmeno aumentare gli importi, sarebbe sufficiente impiegare meglio i mezzi a disposizione”. Un punto per Hauser è comunque chiaro: a lungo termine la Svizzera non può vivere con un ceto agricolo che produce a costi doppi rispetto all’estero.
Il presidente – che in giugno andrà in pensione – prende posizione anche sul divieto inserito negli statuti di Migros di vendere alcol: a suo avviso la proibizione non si giustifica più, perlomeno per quanto riguarda il vino. “Vogliamo migliorare la qualità della vita e in questo senso io sono dell’opinione che un goccio di vino abbia il suo posto”. Difficile però dire se la rinuncia al bando degli alcoli possa trovare una maggioranza in seno alla cooperativa: per taluni il divieto, che risale ai tempi del fondatore Gottlieb Duttweiler, è ancora importante, riconosce Hauser. L’imprenditore nato a Casablanca da genitori svizzeri espatriati ma cresciuto a Ginevra rimane invece un convinto sostenitore dell’interdizione del tabacco sugli scaffali: “ogni sigaretta danneggia la salute, questo non ha nulla a che fare con la qualità della vita”.
Hauser non manca nemmeno di commentare l’espansione di Aldi e Lidl in Svizzera. “In ogni paese c’è spazio per un harddiscounter. Aldi e Lidl hanno oggi il 4-5% di quota di mercato – una percentuale che non dovrebbe aumentare molto. Questo perché è nel supermercato, e non nell’harddiscounter, che si ritrova la felicità nel mangiare. Fare acquisti deve anche essere un divertimento”.