
Bandire i gruppi armati e proteggere i civili

È l’intenzione dei 13 Paesi che hanno partecipato alla conferenza internazionale di Lucerna sulla protezione della popolazione nei conflitti. Nel "mirino" dei ministri anche la produzione e il commercio delle armi leggere.
Due sono stati i temi principali della conferenza ministeriale: la proliferazione delle armi leggere, utilizzate soprattutto dai gruppi paramilitari o di guerriglia, e il reclutamento di bambini soldati.
Il consigliere federale Joseph Deiss, la ministra degli esteri austriaca Benita Ferrero-Waldner e l’omologo canadese Lloyd Axworthy hanno tracciato un bilancio positivo dell’incontro, indicando la loro volontà comune di sostenere gli sforzi dell’Onu per venire a capo di questi problemi.
L’organizzazione delle Nazioni Unite dedicherà una conferenza speciale, nel 2001, alla proliferazione delle armi leggere (così sono definite tutte le armi che possono essere trasportate da una persona).
Il numero di queste armi in circolazione nel mondo ammonta ormai a parecchie centinaia di milioni. Secondo l’Onu, la loro diffusione costituisce una minaccia per la sicurezza, annullando le prospettive di sviluppo.
Per quanto concerne le bande armate, come quelle che imperversano nelle guerre civili africane, vanno proscritte e la popolazione va protetta dalle loro azioni abusive. È questa l’intenzione espressa nel corso dell’incontro di Lucerna.
La conferenza ha riunito i membri di una rete informale di paesi impegnati nel campo della «sicurezza umana», costituitasi nel 1998 e riunitasi per la prima volta nel 1999 a Bergen, in Norvegia.
I 13 paesi membri sono Svizzera, Canada, Norvegia, Austria, Grecia, Irlanda, Olanda, Slovenia, Cile, Sudafrica, Thailandia, Giordania e Mali.
swissinfo e agenzie

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