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Che classe quell’arbitro!

Keystone

Nella finale di Champions League, mercoledì allo stadio Olimpico di Roma, non si sono distinti solo i vincitori, ossia la squadra del Barcellona che si è imposta sul Manchester United per 2 a 0. Massimo Busacca si è messo in evidenza per la sua impeccabile direzione della gara. swissinfo lo ha incontrato. Reportage.

Davanti al Pantheon, nel cuore di Roma, diversi tifosi del Barça, rauchi dopo i festeggiamenti durati tutta la notte, lo riconoscono e vogliono farsi fotografare con lui. Qualcuno si toglie anche la maglietta “blaugrana”, perché “un arbitro internazionale non deve essere messo in imbarazzo”.

Lui è Massimo Busacca, l’arbitro svizzero della finalissima. “Barcellona-Manchester United era la partita dei miei sogni – ci dice -, e da questo bel sogno devo ancora svegliarmi”.

La Gazzetta dello Sport, piccola bibbia dei calciofili italiani, non ha dubbi: voto 7,5, con questa motivazione: “Bravissimo Massimo Busacca: i giocatori sono davvero tutti campioni e non sono mai rudi, ma l’arbitro italo-svizzero lascia giocare anche quando tanti altri fischierebbero”.

Lui ridimensiona: “Io leggo con distacco le pagelle fatte dai giornali anche quando non sono del tutto positive. L’importante, per me, è il verdetto del campo, il giudizio di federazione e delle società; certo, se poi c’è anche il giudizio lusinghiero dei giornali fa piacere, ma non è la cosa più importante”.

“Del resto – ammette la ‘giacchetta nera’ ticinese – in campo cerco di non essere un primo attore. La partita la fanno i giocatori, che nella finale di ieri sera si sono comportati benissimo. Quindi il mio compito è stato più facile. Quelli del Manchester hanno accettato molto sportivamente la sconfitta, ci sono state le strette di mano a fine partita, l’applauso dei vincitori del Barcellona agli sconfitti. Questo è il messaggio più importante: il calcio deve essere un momento di festa e di socializzazione, come è avvenuto ieri sera anche dopo la finale”.

Con la benedizione papale

Poche ore prima della finale, in Piazza San Pietro, la terna arbitrale aveva ricevuto addirittura la benedizione di papa Benedetto 16esimo. E tutti hanno notato come Massimo Busacca si sia fatto il segno della croce anche alla fine del primo tempo.

“In campo devo prendere molte decisioni, non sono infallibile, l’errore è sempre in agguato, e sono convinto che qualcuno da lassù, mi possa aiutare”, commenta il ticinese.

Passano anche alcuni abbacchiati tifosi inglesi. Lo riconoscono: “Lui ha arbitrato bene, nulla da dire, è il Manchester che ieri sera all’Olimpico proprio non c’era”. E un ragazzo spagnolo: “Dopo il ritiro di Collina (l’arbitro italiano Pierluigi Collina, Ndr.), è il migliore al mondo”.

Un amico dei giocatori

Ma non ha sbagliato a non espellere Scholes dopo l’entrataccia sulle gambe di Busquet? Busacca sorride: “No, io sono un arbitro buono, faccio sempre fatica a portare la mano al cartellino rosso, sono amico dei giocatori”.

Dopo la mancata finale agli Euro 08, giocati in Svizzera e Austria, la finalissima per il più prestigioso titolo per club a livello continentale… “Quella dello scorso anno fu un’occasione mancata e un po’ mi era dispiaciuto. Ma sì, quella di ieri sera è stata anche una piccola rivincita”.

E dopo la Champions? “Bisogna continuare a lavorare, a prepararsi. Poi, lasciamoci sorprendere”.

Aldo Sofia, swissinfo.ch, Roma

Massimo Busacca è nato a Bellinzona il 6 febbraio 1969.

Parla cinque lingue e ha cominciato la sua carriera di arbitro nel 1990.

Dal 1996 arbitra nella massima categoria del calcio elvetico, la Super League.

Come calciatore ha giocato in 2a lega.

Dal 1999 ha iniziato ad arbitrare a livello internazionale.

Assieme a Benito Archundia e Oscar Ruiz detiene il primato del numero di partite arbitrate in Coppa del mondo U-20 della FIFA, con un totale di nove incontri nelle edizioni 2003 e 2005.

Busacca è considerato dalla Uefa il secondo miglior arbitro del 2008, dietro all’italiano Roberto Rosetti.

Barcellona-Manchester United 2-0 (1-0);

Reti: al 10′ Eto’o, al 70′ Messi;

Spettatori: 67mila.

Il club catalano è al suo terzo titolo di Champions League.

La Champions League, già Coppa dei Campioni d’Europa, è il massimo torneo calcistico europeo e, a livello sportivo e finanziario, la più importante competizione al mondo per squadre di club.

Creato nel 1955, questo torneo vede attualmente la partecipazione di 32 squadre.

Finora la competizione è stata vinta da 21 società, 12 delle quali hanno conquistato il trofeo più di una volta.

La squadra più titolata è il Real Madrid, con 9 successi, seguita dal Milan (7) e dal Liverpool (5).

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