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Il popolo deve avere l’ultima parola

"Basta con la svendita della cittadinanza svizzera", dice l'UDC Keystone

L'UDC ha depositato venerdì un'iniziativa che chiede il mantenimento della procedura di naturalizzazione degli stranieri tramite voto popolare.

L’iniziativa “per naturalizzazioni democratiche” vuole lasciare ai comuni la competenza di rilasciare il passaporto svizzero come meglio credono.

L’iniziativa dell’Unione democratica di centro (UDC – destra) è sostenuta da 102’871 firme.

Il partito ha raccolto soltanto 7’000 firme nella Svizzera romanda, ossia meno del 7% del totale. In Ticino ne sono state raccolte 1’007, nei Grigioni 1’635.

La proposta dell’UDC ha invece ottenuto maggiori adesioni nei cantoni della Svizzera centrale – in particolare a Lucerna e Svitto – e della Svizzera orientale.

L’iniziativa è stata lanciata nel maggio del 2004 dal partito presieduto dal consigliere nazionale di Zurigo Ueli Maurer quale reazione a una sentenza del Tribunale federale (TF) del luglio del 2003.

L’Alta corte aveva deciso che le votazioni sulle naturalizzazioni erano contrarie alla Costituzione, dato che la decisione finale di concedere o meno il passaporto svizzero non poteva essere motivata.

Diritto del cittadino

“Nei fatti – ha sottolineato il consigliere nazionale UDC Ulrich Schlüer – questa scelta destituisce il sovrano quale autorità suprema in una democrazia diretta”. A suo avviso, il TF ha trasformato la naturalizzazione in un atto puramente amministrativo.

Ricordando i disordini nella periferia parigina, Schlüer ha definito una “cattiva strategia d’integrazione» l’eccessiva rapidità e leggerezza nel concedere la cittadinanza a uno straniero.

Egli ha sottolineato che il cittadino deve poter esprimere riserve nei confronti di una naturalizzazione senza essere costretto a giustificare questo suo atteggiamento in ogni singolo caso.

Il testo dell’UDC vuole che i cittadini di un comune decidano essi stessi la procedura prevista per la naturalizzazione (votazione popolare, decisione del legislativo o del municipio).

L’iniziativa esclude qualsiasi possibilità di ricorso in caso di esito negativo a una richiesta: le decisioni comunali di concessione del diritto di cittadinanza sarebbero definitive.

Nessun compromesso

Su questo punto l’UDC è intransigente. Non vuole saperne del progetto di compromesso elaborato da una commissione parlamentare e che potrebbe fungere da controprogetto indiretto all’iniziativa.

All’UDC non piace che la revisione della legge sulla cittadinanza preveda l’obbligo di giustificare un rifiuto di naturalizzazione, come pure un diritto di ricorso.

Nell’intento di trovare un equilibrio tra la posizione del TF e il mantenimento della tradizione dei voti popolari, la commissione delle istituzioni politiche del Consiglio degli Stati ha recentemente proposto di lasciare ai comuni la competenza di stabilire la procedura di naturalizzazione applicabile sul proprio territorio, ma a determinate condizioni.

Progetto in corso

In questo senso, non si potranno organizzare scrutini su tutte le domande di rilascio del passaporto rossocrociato.

Una prima istanza (esecutivi comunali o specifiche commissioni ad hoc) dovrebbe fornire un preavviso su una domanda di naturalizzazione. In caso di opposizione, verrebbe lanciato il referendum. A sostegno della richiesta di naturalizzazione, col materiale di voto ai cittadini verrebbero recapitate anche motivazioni circostanziate.

Le stesse regole si applicherebbero anche alle assemblee comunali: il cittadino che si oppone alla naturalizzazione di uno straniero dovrà presentare una richiesta di rifiuto con le relative motivazioni.

La revisione della legge sulla cittadinanza proposta dalla commissione delle istituzioni politiche degli Stati prevede che possano essere pubblicati un certo numero di dati personali degli aspiranti al passaporto.

Ad esempio la nazionalità del richiedente, la durata di residenza in un determinato comune, l’eventuale appartenenza ad associazioni, le sue competenze linguistiche e altri dati che permettano di valutare il suo grado di integrazione.

Rimarrebbero confidenziali invece informazioni sensibili quali lo stato di salute, l’appartenenza razziale, le opinioni politiche o religiose.

Infine, il progetto sul quale il Consiglio degli stati discuterà nella sessione di dicembre prevede per i candidati al passaporto – in caso di decisione negativa – un diritto di ricorso davanti a un tribunale cantonale.

In questa materia, il Tribunale federale si pronuncerebbe soltanto in caso di violazione dei diritti costituzionali.

swissinfo e agenzie

Nel 2003, il Tribunale federale ha sentenziato che i candidati alla cittadinanza svizzera che si sono visti rifiutare la domanda hanno diritto a una motivazione.

I giudici hanno così di fatto stabilito che la procedura di naturalizzazione attraverso un voto popolare è illegale.

Oltre all’iniziativa parlamentare di Rudolf Joder, in Consiglio degli Stati è pendente un’altra proposta per stabilire nuove regole in materia di attribuzione della cittadinanza.

L’Unione democratica di centro vuole invece lasciare la scelta della procedura ai comuni. Lo chiede la sua iniziativa popolare denominata “per naturalizzazioni democratiche” depositata venerdì presso la Cancelleria federale.

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