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Imprese svizzere meno propense a versar mazzette

La Svizzera ottiene la miglior nota ma può ancora migliorarsi. RDB

Le imprese svizzere sono quelle che corrompono di meno. È quanto risulta da un'inchiesta pubblicata mercoledì da Transparency International.

La sezione elvetica dell’organizzazione non governativa ricorda però che anche la Svizzera, pur avendo ottenuto un risultato migliore rispetto agli altri Paesi, ha le sue pecore nere.

Per stilare la sua classifica sulla corruzione, Transparency International (TI) ha analizzato il comportamento di aziende esportatrici di 30 paesi.

Al primo posto del BPI (Brybe payers index – Indice dei pagatori di tangenti) si piazzano le aziende svizzere, che risultano essere quelle che meno ricorrono a questo espediente per portare a termine i loro affari.

In seconda posizione figurano i gruppi svedesi, in terza quelli australiani, indica l’organizzazione non governativa (ong) in una nota diffusa mercoledì. La Germania si colloca al settimo rango, dopo Austria, Canada e Regno Unito. Dal canto loro, le imprese americane sono al nono posto, quelle francesi al 15esimo e quelle italiane al 20esimo.

Buon piazzamento ma…

Anne Schwöbel, responsabile della sezione elvetica di TI, saluta la posizione in testa al plotone occupata dalla Svizzera, ma sottolinea che questo piazzamento non significa certo la perfezione: «Per affermare che in un paese non vi è corruzione, esso deve ottenere un indice di 10 punti su 10». La Svizzera ne ha ottenuti «solo» 7,81. Ciò significa che la corruzione esiste. «Il messaggio che dobbiamo trarne è che si deve ancora migliorare», ha detto Schwöbel a swissinfo.

La responsabile di TI Svizzera ritiene positivo il fatto che la Svizzera abbia ratificato la convenzione contro la corruzione dell’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (ocse) e che ad essa abbia adattato la propria legislazione. Ma al contempo afferma che la nuova legislazione in tal senso non è sufficientemente applicata: «Dal 2000 in Svizzera vi è stata una sola condanna per corruzione di pubblico ufficiale», fa notare. Per queste ragioni le misure di controllo e di applicazione delle norme contro la corruzione andrebbero secondo lei rafforzate.

Anne Schwöbel ricorda però che il ministero pubblico della Confederazione ha aperto ben 22 procedure penali contro ditte accusate di corruzione nell’affare «Petrolio contro cibo», un programma che era stato attuato dal 1996 al 2003 per permettere all’Iraq, che si trovava sottoposto ad un embargo dal 1990, di vendere oro nero per acquistare alimenti per la popolazione.

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Ipocrisia

In generale, dall’inchiesta condotta da TI risulta che le tangenti rimangono una prassi corrente, anche se a livelli differenti a seconda dei paesi. E ciò malgrado l’esistenza di strumenti internazionali di lotta alla corruzione.

Oltre alla Svizzera infatti, anche «numerosi Stati hanno creato leggi nazionali in seguito all’adozione di convenzioni delle Nazioni Unite e dell’ocse contro la corruzione», ricorda il direttore generale di Transparency International, David Nussbaum.

I principi e i mezzi a disposizione dei governi e delle imprese quindi esistono, ma la loro applicazione e il controllo del loro rispetto continuano a porre seri problemi. «È pura ipocrisia vedere alcuni governi di paesi dell’ocse esprimere il loro attaccamento all’applicazione delle leggi quando società situate negli stessi paesi continuano a versare tangenti attraverso il pianeta», commenta Nussbaum.

Una pratica, quella delle mazzette, che per l’ong «compromette gli sforzi dei governi dei paesi in via di sviluppo volti a migliorare la gestione, e alimentano il circolo vizioso della povertà».

swissinfo e agenzie

Il Bribe Payers Index (BPI, Indice dei pagatori di tangenti) è stato pubblicato per la prima volta nel 1999. Una seconda classifica è stata stilata nel 2002.

Nel BPI 2006 è stata esaminato la propensione alla corruzione delle aziende dei 30 principali paesi esportatori.

L’inchiesta è stata effettuata tra febbraio e maggio 2006. Al questionario hanno risposto 11’232 dirigenti del settore privato in 125 paesi.

Classifica BPI 2006:
1) Svizzera nota 7,81 (su un massimo di 10)
2) Svezia 7,62
3) Australia 7,59
4) Austria 7,5
5) Canada 7,46
Seguono: 7) Germania 7,34
9) USA 7,22
15) Francia 6,5
20) Italia 5,94
27) Turchia 5,23
28) Russia 5,16
29) Cina 4,94
30) India 4,62

Transparency International (TI) è un’organizzazione non governativa internazionale, con un segretariato a Berlino, che lotta contro la corruzione.

L’obiettivo di TI non è di portare alla luce singoli casi di corruzione, ma di concentrarsi sulle riforme per prevenire simili atti.

L’organizzazione dispone di antenne in più di 90 paesi, tra cui la Svizzera. La sezione elvetica è stata fondata nel 1995.

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