Prospettive svizzere in 10 lingue

La lunga via dal fischietto alla scrivania

Massimo Busacca durante la finale di Champions League tra Barcellona e Manchester United nel 2009. Keystone

Mercoledì, l'arbitro di calcio ticinese Massimo Busacca si è ritirato dall'arbitraggio per diventare capo del dipartimento arbitrale FIFA. Per Busacca, a cui rimanevano tre anni di carriera, questo è un modo per rimanere vicino al calcio.

Massimo Busacca occuperà dunque la carica più prestigiosa tra gli arbitri, il capo del dipartimento arbitrale FIFA.

«Il colpo di Busacca», «La partenza del numero uno», «Busacca sorprende con un cambio volante», «Busacca cambia fronte»: questi sono solo alcuni dei commenti al cambiamento repentino di Busacca apparsi sui media questi giorni.

Swissinfo.ch ha intervistato il ‘Chief of the world referees’, come si chiama la sua futura funzione in inglese, due giorni dopo l’annuncio.

swissinfo.ch: Il suo ritiro dall’arbitraggio ha sollevato sorpresa e malcontento. L’ex responsabile degli arbitri svizzeri Urs Meier si è addirittura detto scioccato. Una sorpresa?

Massimo Busacca: Non proprio. Ma per me è un grande onore sentire: Busacca era importante oppure Busacca aveva delle qualità. Se non avessi qualità, la decisione sarebbe stata meno commentata.

La gente si chiede perché smetto la mia carriera tre anni prima della fine. Ho deciso di accettare il posto di Chief of the world referees perché offre delle importanti possibilità. In questo modo posso continuare ad essere attivo nell’arbitraggio, un ambito che adoro. In più posso trasmettere ad altri arbitri le esperienze raccolte in 22 anni di carriera. Non è un addio ma semplicemente un arrivederci.

Per questa carriera devo ringraziare Dio e mia moglie, perché in tutti questi anni sono stati fatti tanti sacrifici. Ma anche il mio datore di lavoro [l’amministrazione cantonale ticinese] va ringraziato, perché ha spesso detto: ‘Vai pure Massimo, prendi libero’. Soprattutto alla fine non è stato facile conciliare lavoro e attività di arbitraggio.

swissinfo.ch: È d’accordo sul fatto di istituire un arbitraggio professionistico in Svizzera come  aveva auspicato anche il capo degli arbitri Urs Meier?

M.B.: Nella mia testa sono sempre stato un professionista, anche senza sostegno professionale da parte della federazione. Il mio motto è sempre stato ‘se vuoi qualcosa, devi sacrificare qualcos’altro. Così arrivano i risultati’.

È stato possibile fornire prestazioni qualitative solo perché ho lasciato la mia vita in secondo piano rispetto all’arbitraggio. Durante tutti questi anni ho lavorato a una percentuale inferiore per potermi dedicare in modo serio alle partite.

Ho riflettuto a lungo prima di prendere questa decisione che non ha nessun rapporto con il ritiro di Urs Meier. Mi distanzio dalle polemiche perché intendo fornire un contributo costruttivo. Ed è proprio per questo che ho accettato questo nuovo compito.

swissinfo.ch: Dal 1° agosto sarà capo del dipartimento arbitrale alla FIFA. Si tratta del posto da ‘funzionario degli arbitri’ più importante. Quali saranno i compiti da svolgere?

M.B.: Un po’ come l’allenatore di una squadra, io sono l’allenatore della squadra di arbitri. Insieme a loro devo analizzare le possibilità di miglioramento.

swissinfo.ch: Il gioco diventa sempre più veloce. Dopo la Europa League, anche nella Champions League ci sono dei giudici di porta. Nel 2014 sarà così anche per i mondiali in Brasile?

M.B.: Per rispondere è ancora troppo presto. In ogni caso faremo di tutto per rendere il mondiale un torneo eccezionale per gli spettatori di tutto il mondo.

Le prove con i giudici di porta non sono inizialmente andate al meglio. Ma nella Champions League di quest’anno, l’impiego dei giudici di porta è stato un grande successo, per questo si continuerà.

Inoltre, durante l’Euro 2012 in Polonia e in Ucraina verificheremo per la prima volta come sarà percepito l’impiego di sei arbitri durante un grande torneo. Se i risultati saranno positivi, continueremo così anche nel 2014 in Brasile.

swissinfo.ch: Dopo diverse decisioni arbitrali controverse durante i mondiali in Sudafrica, le voci che richiedevano le prove video sono diventate sempre più insistenti. Cosa ne pensa?

M.B.: Sono contrario. Abbiamo parlato del quinto e del sesto arbitro. Sono convinto che è un’ottima soluzione per valutare meglio la situazione.

Dobbiamo avere fiducia nelle persone al 100% . Ci fidiamo dei grandi giocatori che fanno tutto per il successo della loro squadra e che per questo guadagnano tanti soldi. Ma anche le star fanno errori, e noi accettiamo questo.

Ma quello che non vogliamo accettare è un arbitro che deve prendere molte decisioni durante una partita e fa un errore. Per ridurre la possibilità di errore oggi abbiamo aumentato il numero di arbitri tramite i giudici di porta e addirittura la videosorveglianza delle porte. Per quanto riguarda altre situazioni di gioco sono però molto contrario all’utilizzo di telecamere.

Gli arbitri, siano essi professionisti o meno, si devono occupare ogni giorno con il calcio esattamente come i calciatori. Sulla carta chiunque può essere un professionista, ma poi fischiare male.

La professionalizzazione si concentra in primo luogo sulla qualità. Per gli arbitri questo significa che hanno più tempo per la preparazione studiando le analisi video e confrontando le opinioni nel gruppo di arbitraggio.

Ci dobbiamo distaccare dall’idea dell’arbitraggio senza errori. Per escludere qualsiasi errore si dovrebbe essere sostituiti da una macchina programmata. Sono convinto che ciò comporterebbe la fine del calcio.

swissinfo.ch: Il limite d’età per gli arbitri è di 45 anni. Sarebbe possibile essere più flessibili per tenere gli arbitri di qualità?

M.B.: Difficile da dire. Da una parte la qualità dell’arbitraggio non è legata per forza all’età. Dall’altra è però anche una questione di ambizioni: chi ha fischiato per così tanti anni ad alto livello forse non più motivato come prima e potrebbe tendere a svolgere il proprio lavoro in modo meno preciso. Gli arbitri devono comunque sempre essere concentrati e appassionati. La passione deve rimanere.

Si spera che un effetto del buon lavoro svolto sia il ruolo di modello degli arbitri per i giovani secondo il motto: ‘Più la qualità è alta ai massimi livelli, più la qualità migliora anche alla base’.

Il ticinese, che gestisce tre caffetterie dell’amministrazione cantonale a Bellinzona, è stato arbitro per 22 anni.

Nel 2009 è stato il primo svizzero a diventare arbitro di livello mondiale. Inoltre è stato sei volte arbitro svizzero dell’anno (2005-2010).

Nel 1996 ha esordito nella lega nazionale A, il massimo torneo svizzero dove ha arbitrato in più di 250 partite.

Già nel 1998 è diventato arbitro FIFA.

Ha arbitrato due campionati del mondo (2006 e 2010) e all’euro 2008.

Ha anche diretto le finali della Coppa UEFA nel 2007 e della Supercoppa UEFA nel 2010.

Il livello più altro raggiunto nella carriera è stata la finale della Champions League del 2009 tra il Barcellona e il Manchester United (2-0).

Nella Champions League e l’Europa League, oltre ai due guarda linea, sono impiegati due giudici di porta.

Si tratta di una risposta all’aumento del ritmo di gioco e all’intensità del calcio moderno.

Con il quarto ufficiale, gli assistenti di gara diventerebbero sei in tutto.

Questa formazione verrà impiegata per la prima volta in un grande torneo durante gli europei del 2012 in Poloni e Ucraina.

Se la soluzione sarà valutata positivamente, verrà anche applicata al mondiale del 2014 in Brasile.

In ogni caso, il presidente della FIFA Joseph Blatter, richiede la presenza di arbitri professionisti durante il prossimo mondiale.

(traduzione e adattamento dal tedesco, Michela Montalbetti)

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR