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La posta in palio dei bilaterali 2

Attualmente sono in corso le trattative fra Berna e Bruxelles su 10 temi in parte rimasti sospesi nei primi negoziati (Bilaterali 1) entrati in vigore il primo giugno 2002.

Le nuove questioni sono riunite nel cosiddetto pacchetto Bilaterali 2.

Prevedono in particolare il raggiungimento di un accordo complessivo nel campo della liberalizzazione dei servizi e la soluzione della doppia imposizione sulle pensioni CH-UE.

Ma i bilaterali 2 toccano anche altri vasti settori, come il commercio dei prodotti agricoli, l’ambiente, la statistica, l’educazione e la formazione professionale, i media, la tassazione dei redditi da risparmio, la lotta contro la frode, la cooperazione nei settori della giustizia, della polizia, dell’asilo e della migrazione.

Un importante accordo

Per ciò che riguarda la tassazione dei redditi da risparmio, è stato raggiunto recentemente l’accordo con Bruxelles. Berna introdurrà un prelievo sugli interessi maturati su titoli di credito realizzati in Svizzera da cittadini dell’ Ue.

Si tratta di un’ aliquota che progressivamente passerà dal 15 al 35% entro il 2010. Così facendo Berna assicura la massima trasparenza versando il 75% del prelievo allo stato di provenienza del cliente, salvaguardando nel contempo il segreto bancario.

Frode, contrabbando e collaborazione giudiziaria

Per ciò che riguarda il contrabbando -segnatamente di sigarette-, l’UE pretende infatti che la Svizzera accolga in toto le disposizioni penali dell’ Unione che colpiscono anche l’ evasione dell’ Iva. Berna insiste invece per colmare unicamente eventuali lacune che dovesse presentare il nostro Codice Penale.

Questione aperta anche per la cooperazione giudiziaria internazionale. Un complesso impianto che spazia dalla giustizia alla repressione del terrorismo, alla gestione dell’immigrazione clandestina. In questi ambiti di collaborazione e repressione è compreso anche il problema fiscale. La Svizzera non reprime l’evasione ma solo la frode. Una distinzione che in futuro Bruxelles potrebbe contestare a Berna. Ragion per cui questo dossier fatica a trovare un rapido sbocco.

swissinfo, Paolo Bertossa, Roma

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