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Ludovic Magnin non teme l’insuccesso

Ludovic Magnin (a destra) durante una partita di Bundesliga tra lo Stoccarda e il Karlsruhe Keystone

Ludovic Magnin non è un mago del pallone in grado di dribblare l'avversario in spazi ristretti. Tuttavia, grazie alla sua volontà ferrea e alla sua energia inesauribile è un giocatore assai apprezzato.

Quando la sua squadra è in svantaggio, Ludovic Magnin è in grado di cambiare le sorti della partita. L’entusiasmo e la grinta, che mette in campo in queste situazioni, non lasciano indifferenti né gli avversari, né l’arbitro.

swissinfo: I tuoi scatti d’ira in campo si traducono spesso in ammonizioni. Non riesce a tenere a freno le sue reazioni?

Ludovic Magnin: È vero, ricevo più cartellini gialli per la mia parlantina che per i falli che commetto. In campo sono estroverso e mi esprimo anche a parole. Se non potessi farlo le mie prestazioni non sarebbero le stesse.

swissinfo: Quasi sempre si tratta solo di ammonizioni, raramente di espulsioni. Conosci i limiti di tolleranza degli arbitri?

L.M.: Quando litigo con gli arbitri e dò sfogo alla mia rabbia uso parole accettabili. In Germania non ho ancora visto neanche un cartellino rosso. In Svizzera sono stato espulso due volte per cosiddetti falli da ultimo uomo.

swissinfo: Durante gli allenamenti mostri anche il tuo lato allegro, lasciandoti andare a risate e battute. La tua professione ti diverte?

L.M.: Quando dopo l’infortunio ho dovuto fare per ore serie di esercizi, andare in bicicletta e non giocare a calcio, non mi sono divertito. E stamattina, durante il test di condizione fisica, non rideva nessuno. Io mi diverto quando gioco e vinco. Se non c’è divertimento non si ottiene nulla nel calcio.

swissinfo: Quando la tua squadra è in svantaggio non chini il capo, anzi dai ancora di più. Dove trovi tanta motivazione?

L.M.: Avere la possibilità di giocare a questo livello, potere rappresentare il mio paese davanti a tanti spettatori sono per me le motivazioni più grandi. Sono orgoglioso che la gente dica che riesco a trascinare tutta la squadra. Lo devo al mio talento, ma anche alla mia volontà. Nel calcio molte cose passano dalla testa. Se non si è forti mentalmente, non si riesce nemmeno a giocare con successo. i.

swissinfo: Malgrado i tuoi grandi successi, non ti sei montato la testa. I calciatori professionisti ricevono una formazione in questo senso?

L.M. : Non amo la psicologia dello sport e discipline simili. Non ho avuto successo da subito, anzi ho dovuto lottare duramente per ottenerlo, passo dopo passo. Nel calcio bisogna essere capaci di fermarsi dopo un successo e trovare la motivazione per un nuovo obiettivo.

swissinfo: È un compito centrale dell’allenatore dare motivazione a giocatori abituati al successo. Ci riesce anche il coach della nazionale?

L.M.: Se consideriamo i suoi successi, Köbi Kuhn è il miglior allenatore della nazionale di tutti i tempi. Ha molte qualità. Quando sono arrivato in squadra nel 2000 l’ambiente era molto diverso da oggi. Kuhn è riuscito a creare un ambiente fantastico. Ma anche in momenti difficili, per esempio quando abbiamo perso delle amichevoli, è rimasto tranquillo e ci ha dato fiducia – è un artista.

swissinfo: In cosa Köbi Kuhn è più debole?

L.M.: Un paio d’anni fa avrei detto “parlare in francese”, ma adesso ha imparato anche questo!

swissinfo: Nella tua carriera sei già riuscito a realizzare qualche sogno. Il prossimo è di conquistare il titolo di campione d’Europa. È solo un sogno o anche una speranza?

L.M.: Io ci credo. Negli ultimi tempi non abbiamo mai perso contro grandi squadre nazionali, se si trattava di situazioni decisive. Abbiamo giocatori eccellenti e una sconfitta mi sembra poco probabile. Se il pubblico del nostro paese ci sostiene scendiamo in campo con 12-13 giocatori, e allora diventa difficile batterci.

Intervista swissinfo: Peter Siegenthaler, Stoccarda

Nato nel 1979, Ludovic Magnin è cresciuto a Echallens, nel canton Vaud, in una “famiglia pazza per il calcio”. Il padre giocava in una società di prima lega, la madre nella squadra femminile del paese.

“Ludo”, come è soprannominato, è diplomato docente di scuola elementare.

È sposato con Chantale e ha due figli, Nicos (nato nel 2002) e Thierry (nato nel 2006).

La famiglia Magnin abita da più di due anni alla periferia di Stoccarda.

Ludovic Magnin ha iniziato la sua carriera di calciatore nel Yverdon, dove ha giocato tra il 1998 e il 2000.

Nella stagione 2000-2001 ha militato nel FC Lugano. Grazie alle sue buone prestazioni approda in Nazionale.

Tra il 2001 e il 2005 difende i colori del Werder Brema. Nel 2004 la sua squadra conquista campionato e Coppa.

Dal 2006 gioca per il VfB Stoccarda, squadra che nel 2007 ha vinto il titolo nazionale.

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