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Nessun divieto per le razze di cani pericolosi

I cani e i loro proprietari sono stati ancora una volta al centro della riunione settimanale del Governo Keystone

Il Governo svizzero ha preso delle misure contro i cani pericolosi, ma malgrado le pressioni di opinione pubblica e Parlamento non ha voluto vietare determinate razze.

A questo provvedimento il Consiglio federale ha preferito un obbligo di notifica dei comportamenti pericolosi e una maggiore responsabilizzazione dei proprietari.

Il Governo svizzero non intende introdurre alcun divieto per determinate razze di cani reputate pericolose ed è intenzionato a lasciare – come già accade ora – un vasto margine di manovra ai cantoni.

Chiamato ad intervenire dalla pressione dell’opinione pubblica e dal Parlamento dopo i fatti del dicembre scorso– quando un bambino fu sbranato da tre pittbul a Oberglatt, nel canton Zurigo – il Consiglio federale qualche provvedimento l’ha comunque dovuto prendere.

Obbligo di notifica

In particolare, il Governo ha deciso di introdurre, dal prossimo 2 maggio, un obbligo di notifica: medici, veterinari, autorità doganali, educatori di cani sono tenuti a comunicare ai servizi cantonali competenti incidenti che implicano cani nonché comportamenti particolarmente aggressivi.

Toccherà poi ai servizi cantonali stabilire le misure da prendere, misure che vanno dall’obbligo per i proprietari di seguire dei corsi specifici alla soppressione dell’animale.

Inoltre, il Governo ha deciso di vietare la selezione e l’allevamento al fine di promuovere caratteristiche aggressive.

Il Dipartimento federale di giustizia e polizia dovrà pure vagliare l’eventualità di un inasprimento della responsabilità civile dei proprietari di cani, in particolare l’introduzione di un’assicurazione obbligatoria per detentori di qualsiasi cane o di «alcune categorie» di quadrupedi.

In futuro, dovrà inoltre essere annunciato il cambiamento di proprietà o di domicilio degli animali, nonché la loro morte. Oggi i cani devono già essere contrassegnati con un microchip e integrati in una banca dati.

Un minimo di uniformità

Il capo del Dipartimento dell’economia Joseph Deiss, da cui dipende l’Ufficio federale di veterinaria, non ha nascosto mercoledì che era sua intenzione introdurre misure più severe, ma che gli altri colleghi di Governo hanno stimato che non esisteva una base legale sufficiente per vietare certe razze.

Secondo Deiss, comunque, queste misure daranno perlomeno la garanzia di un’unità di trattamento a livello federale.

Il ministro dell’economia ha ricordato che la protezione della popolazione è di stretta competenza cantonale e che la libertà lasciata ai cantoni permette di interpretare differenze oggettive, come le sensibilità diverse tra regioni di campagna e città.

Deiss ha inoltre sottolineato che il divieto pronunciato in Vallese contro 12 razze pericolose e su cui dovrà pronunciarsi il Tribunale federale non è messo in discussione dalle decisioni del Governo.

Reazioni contrastate

Le misure adottate dal Consiglio federale non hanno mancato di suscitare un coro di reazioni contrastate.

Per la consigliera nazionale del Partito popolare democratico Kathy Riklin, presidente della commissione della scienza, il Governo non ha adempito alle esigenze del Parlamento, in particolare per quanto concerne un’uniformizzazione delle norme a livello federale.

Un eventuale divieto a livello federale non è comunque escluso: le Camere federali dovranno infatti pronunciarsi prossimamente su alcuni interventi parlamentari che chiedono l’introduzione di un simile provvedimento.

La Società svizzera dei veterinari (SSV) e la Società cinologica svizzera (SCS) hanno invece accolto con soddisfazione le misure del Governo.

Secondo Charles Troillet, dell’SSV, il fatto di vietare alcune razze avrebbe fatto pensare che quelle autorizzate non sono pericolose, ciò che non è vero. Verena Amman, dell’SCS, ha dal canto suo sottolineato l’importanza di intervenire caso per caso.

swissinfo e agenzie

Ogni anno sono circa 13’000 le persone in Svizzera morse da un cane.
Da un’analisi svolta dall’Ufficio federale di veterinaria nel 2002 risulta che il 24% delle vittime sono state morse dal proprio cane, il 34% da una cane che conoscevano e il 42% da un animale a loro sconosciuto.
Prima del dramma di Oberglatt, l’unico caso mortale in Svizzera attribuito a un cane è avvenuto a Zurigo: nel novembre 2000, una donna era annegata nel fiume Limmat dopo essere scappata da un cane particolarmente aggressivo.

In Svizzera, la problematica dei cani pericolosi è diventata d’estrema attualità il primo dicembre del 2005, quando un bambino di 6 anni venne sbranato da tre pitbull ad Oberglatt, nel canton Zurigo.

Da più parti è stato chiesto alla Confederazione di agire per rendere più severa la legislazione.

Oggi i cantoni hanno una vasta competenza in materia. Alcuni hanno deciso di introdurre norme più severe.

A livello federale, nel giugno del 2004 il Governo aveva deciso che tutti i cani dovranno essere muniti di un tatuaggio o di un microchip entro la fine del 2006.

In generale, le norme svizzere sono fra le più lassiste d’Europa. In Francia e in Germania, ad esempio, l’importazione e l’allevamento di cani pericolosi sono vietati.

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