Votazione federale: destra soddisfatta, sinistra delusa
(Keystone-ATS) BERNA – Destra e organizzazioni economiche soddisfatte, sinistra e sindacati delusi. Questi i sentimenti prevalenti dopo il sì popolare alla revisione della Legge sull’assicurazione disoccupazione (LADI). Tenuto conto della spaccatura tra Svizzera latina e tedesca, la sinistra invita il Consiglio federale a prendere in considerazione questo aspetto nell’applicazione della legge.
PLR: per i liberali-radicali, come anche per il Partito borghese democratico, il “sì” popolare alla LADI pone fine all’indebitamento crescente di questa assicurazione sociale. Per il presidente Fulvio Pelli, l’esito del voto permetterà di eliminare gli errori fatti in passato che hanno condotto a questa montagna di debiti. Quanto al rifiuto massiccio nella Svizzera romanda e nel Ticino, il consigliere nazionale luganese ha dichiarato che la revisione toccherà in fondo pochi disoccupati.
UDC: il “sì” odierno rappresenta per i democentristi una scelta pragmatica del popolo svizzero e un chiaro segnale contro gli abusi. I cittadini, inoltre, hanno espresso il loro rifiuto ad un innalzamento dei prelievi sui salari per finanziare l’assicurazione disoccupazione (AD).
PPD: per il presidente del partito Christophe Darbellay, si è trattato di una vittoria per la politica di centro. “In periodo di crisi siamo stato capaci di convincere della necessità di un risanamento dell’AD in maniera equilibrata e ragionevole”, ha detto il consigliere nazionale vallesano. Circa il “no2 dei cantoni Romandi, Darbellay non è sorpreso. “Questa regione è maggiormente toccata dalla crisi e più sensibile alle tematiche sociali”.
PS: rammarico invece in casa del Partito socialista secondo cui le regioni toccate dalla crisi non devono venir private dalle misure di sostegno, mentre la riduzione delle prestazioni dovrebbe entrare in vigore al più presto nel 2012. Circa il “Röstigraben” delineatosi alle urne, per il PS il Consiglio federale dovrà tenere conto di questa profonda spaccatura quando si tratterà di applicare la legge.
VERDI: Per gli ecologisti, il voto non prende in considerazione a sufficienza la realtà quotidiana dei disoccupati. Per il presidente dei Verdi Ueli Leuenberger, “con un numero elevato di disoccupati che sta per perdere il diritto alle indennità e finirà in assistenza, significa che cantoni e città dovranno alla fine pagare la fattura”.
ECONOMIESUISSE: per la maggiore organizzazione economica, il sì alla revisione della LADI deve fare da battistrada al risanamento di altre assicurazioni sociali. L’associazione reclama l’applicazione del freno all’indebitamento all’AVS, all’AI e all’aiuto sociale per evitare l’accumularsi di debiti miliardari.
USAM: pur rallegrandosi dell’esito della votazione, l’Unione svizzera delle arti e mestieri è preoccupata per l’alto tasso di senza lavoro. Il Consiglio federale è invitato a cercare soluzioni a questo problema affinché i disoccupati possano ritrovare un impiego.
IMPRENDITORI: soddisfazione viene espressa dall’Unione svizzera degli imprenditori. Il risultato è frutto di un compromesso equilibrato raggiunto in parlamento. L’economia è riuscita a far passare il messaggio secondo cui è interesse di tutti avere un’assicurazione disoccupazione sana.
UNIONE SINDACALE SVIZZERA è preoccupata per l’esito della consultazione, in particolare per quei cantoni duramente toccati dalla crisi. Per questo, il Consiglio dovrebbe attendere che la congiuntura si stabilizzi prima di mettere in vigore la revisione legislativa approvata oggi.
UNIA: per il sindacato, il voto pone ora il problema del finanziamento dell’AD. È infatti inaccettabile che i redditi sotto i 126 mila franchi annui paghino più contributi rispetto ai redditi superiori. Il sindacato si attende che il Consiglio federale elabori proposte affinché i ceti più abbienti vengano maggiormente coinvolti nel risanamento dell’AD. Unia teme che la revisione causerà un aumento delle persone in assistenza.
TRAVAIL.SUISSE: questo sindacato chiede invece che si rinunci ad altri tagli fino al 2029 e si elaborino nuovi pacchetti congiunturali in favore delle regioni toccate dalla crisi.
CITTÀ SVIZZERE: l’Unione delle città svizzere auspica una legge federale per coordinare le singole assicurazioni sociali. Per la presidente dell’associazione Renate Amstutz, una normativa federale potrebbe migliorare il coordinamento tra queste assicurazioni al fine di aumentarne la sostenibilità e i risparmi. Le città avevano invitato a votare contro la revisione temendo un incremento dei candidati all’assistenza pubblica.
GIOVANI: le organizzazioni dei giovani considerano di cattivo augurio il “sì” alle urne. “Il popolo si è dimostrato pronto a risanare questa assicurazione sociale sulle spalle dei giovani”, ha detto Matthias Fiechter della Federazione svizzera della Associazioni giovanili (CSAJ). La Federazione reclama misure ed investimenti a favore della formazione continua.