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Gli immigrati di terza generazione dovrebbero ottenere più facilmente il passaporto rossocrociato?

Attualmente, la procedura per ottenere il passaporto elvetico è lunga e dispendiosa. Keystone

Gli stranieri che desiderano ottenere il passaporto svizzero devono armarsi di pazienza ed essere pronti a sborsare diverse migliaia di franchi. Le autorità federali vogliono facilitare la procedura di naturalizzazione per gli immigrati di terza generazione. La destra denuncia “una svendita della nazionalità”, mentre i sostenitori della modifica ritengono che sia un gesto di legittimo riconoscimento verso i giovani cresciuti in Svizzera.

Se la vostra famiglia si è stabilita in Svizzera all’epoca dei vostri nonni, ottenere la nazionalità elvetica per voi non è comunque facile. Attualmente, i giovani di terza generazione devono passare attraverso la stessa procedura di naturalizzazione dei loro genitori o dei loro nonni, a meno che non siano sposati con un cittadino o una cittadina svizzera. Una procedura di naturalizzazione può durare anni ed è molto costosa. 

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Il passaporto svizzero rimane un duro percorso a ostacoli

Questo contenuto è stato pubblicato al In futuro, gli stranieri dovranno attendere “solo” 10 anni per poter chiedere la naturalizzazione. Anche dopo l’adozione da parte del Parlamento della nuova Legge sulla cittadinanza svizzera, il passaporto elvetico rimane comunque il più difficile da ottenere in tutta Europa.

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Bisogna facilitare l’accesso al passaporto rossocrociato ai nipoti d’immigrati? La questione sarà sottoposta al giudizio del popolo svizzero il prossimo 12 febbraio poiché il relativo decreto federaleCollegamento esterno prevede una modifica della Costituzione, che governo e parlamento raccomandano di accettare.

Criteri severi

“Le terze generazioni hanno praticamente solo dei legami turistici e simbolici con il paese dei nonni. La loro realtà è quella svizzera”, sottolinea la deputata socialista Ada MarraCollegamento esterno, promotrice del progetto. La sua proposta ha impiegato del tempo per germogliare. Sono infatti passati otto anni dal momento in cui questa figlia di immigrati italiani ha depositato l’iniziativa parlamentare “La Svizzera deve riconoscere i propri figli”, nel 2008.

Il testo sottoposto al popolo è il frutto di un compromesso. Durante i dibattiti parlamentari, le condizioni per accedere alla procedura di naturalizzazione facilitata sono state rese più severe. Affinché uno straniero possa beneficiarne deve avere meno di 25 anni, essere nato sul territorio elvetico, detenere un permesso di domicilio (permesso C) e aver frequentato almeno 5 anni di scuola dell’obbligo nella Confederazione.

E non è tutto. Questi ultimi due criteri devono essere soddisfatti anche da almeno uno dei genitori, che deve aver abitato in Svizzera per almeno 10 anni. Per quanto rigaurda i nonni del candidato, uno dei due deve aver acquisito un diritto di dimora o essere nato in Svizzera.

Ada Marra riconosce che il progetto “non è rivoluzionario”, ma ritiene che sia comunque giustificato. Secondo la parlamentare socialista, l’adozione del testo permette due passi avanti importanti: “Prima di tutto, inverte l’onere della prova. Non toccherà più al giovane candidato dimostrare di essere integrato, ma alle autorità cantonali dimostrare che non lo è. Secondariamente, l’articolo costituzionale permetterà di armonizzare le diverse pratiche cantonali.” Attualmente, i cantoni non applicano la legge nello stesso modo; sedici di loro hanno già ammorbidito la procedura per gli stranieri di terza generazione.

“Svendita della nazionalità svizzera”

25’000 nuovi svizzeri

Complessivamente, quasi 25’000 giovani potrebbero presentare una domanda di naturalizzazione facilitata nel caso di un’accettazione della riforma il 12 febbraio 2017, emerge da uno studio del professore dell’Università di Ginevra Philippe Wanner. La cifra corrisponde a circa 2’200 persone all’anno. La maggior parte possiede la nazionalità italiana, ma a essere interessati sarebbero anche numerosi giovani originari dalla Turchia e dai Balcani.

Questo compromesso trova l’accordo di tutti i partiti salvo quello dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), che accusa la sinistra di voler “svendere” la nazionalità svizzera. Il deputato dell’UDC Jean-Luc AddorCollegamento esterno non capisce perché uno straniero di terza generazione dovrebbe beneficiare di facilitazioni: “È come quando si vuole entrare a far parte di un club. Bisogna presentare una domanda d’iscrizione, e non conosco molti club che fanno regali riguardo alle formalità d’ammissione. La Svizzera sarebbe l’unico club dove si accetterebbe qualcosa di simile”.

Jean-Luc Addor è intransigente: la procedura di naturalizzazione non deve essere ammorbidita salvo nei casi già previsti dalla legge, come quello dei matrimoni tra svizzeri e stranieri. Non vede inoltre di buon occhio neanche le semplificazioni introdotte da certi cantoni. Secondo lui, il passaporto svizzero si ottiene “battendosi e al termine di un percorso che permette di dimostrare l’integrazione e la motivazione dei candidati”.

Ada Marra non ritiene di voler svendere il passaporto elvetico: “Siamo ben lontani da ciò. Le procedure facilitate interesseranno solo 4’000 o 5’000 persone all’anno su due milioni di stranieri. È tuttavia importante riconoscerli come membri della famiglia”.

Uno studio pubblicato l’11 dicembre rileva dal canto suo che i giovani che potranno richiedere una naturalizzazione facilitata saranno circa 2’200 all’anno.

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Nessun automatismo

Non è tuttavia sicuro che gli argomenti della sinistra riescano a convincere i cittadini. Non è la prima volta che il popolo si esprime su questo dossier, e già tre volte ha respinto dei progetti di naturalizzazione facilitata. L’ultimo caso risale al 2004, quando il 51,6% dei cittadini si è espresso contro il rilascio automatico del passaporto agli stranieri di terza generazione. Anche una semplificazione della procedura per la seconda generazione è stata respinta.

La quarta volta sarà quella buona? Ada Marra lo auspica e sottolinea che, contrariamente al 2004, il progetto non prevede la naturalizzazione automatica dei giovani stranieri: “È stato fatto di tutto per impedire l’introduzione dello ius soli.” La socialista interpreta come un segnale incoraggiante il rifiuto, nel 2008, dell’iniziativa dell’UDC “Per naturalizzazioni democratiche”, la quale chiedeva che le procedure di naturalizzazione fossero sottoposte a votazione popolare nei comuni.

Il prossimo 12 febbraio, l’iniziativa dovrà ottenere la doppia maggioranza del popolo e dei cantoni. I suoi promotori tenteranno di mobilitare la gioventù tramite le reti sociali, le sezioni giovanili dei partiti e dei sindacati e le associazione di immigrati.

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Corsa al passaporto svizzero

Nel 2015 c’è stato un forte aumento delle naturalizzazioni: 40’888 persone hanno ottenuto il passaporto svizzero, contro le 33’325 nel 2014, secondo i dati della Segreteria di Stato della migrazione. Si tratta di un’inversione di tendenza poiché dal 2006 il numero di naturalizzazioni era piuttosto in calo.

Gli esperti della migrazione, quale il professore dell’Università di Berna Alberto Achermann, spiegano questo incremento con l’incertezza legata all’attuazione dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa e all’iniziativa per l’attuazione dell’espulsione degli stranieri che commettono reati (respinta in votazione popolare nel febbraio 2016). Tra i motivi ci sono gli inasprimenti della legge sulla cittadinanza svizzera, la cui revisione entrerà in vigore nel 2018.

Traduzione dal francese, Zeno Zoccatelli

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