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Ablyazov: Onu a Italia, caso di extraordinary rendition

(Keystone-ATS) L’espulsione dall’Italia della moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov e della figlia di sei anni appare come un caso di “extraordinary rendition” cui Roma deve trovare una soluzione il prima possibile lavorando in collaborazione con il Kazakistan per un “rapido rientro” delle due donne.

Nel pieno della bufera politica interna sul caso del dissidente kazako rimbalzano oggi da Ginevra le parole pesantissime di tre esperti dell’Onu. In un comunicato dell’Alto commissariato per i diritti dell’uomo, infatti, i tre affermano che le circostanze dell’espulsione della moglie e della figlia di Ablyazov “danno l’impressione che si sia trattato di un caso di extraordinary rendition, che suscita gravi preoccupazioni”.

Per François Crépeau, Juan E. Méndez e Gabriela Knaul, “le autorità italiane hanno l’obbligo, di fronte al diritto internazionale, di occuparsi della vittima della violazione, nel caso specifico di Alma Shalabayeva e della figlia”. Non solo, nel documento diffuso a Ginevra si dice che le autorità italiane hanno violato le garanzie di un “processo dovuto”, privando la moglie di Ablyazov “del diritto di ricorrere in appello contro l’espulsione e richiedere l’asilo”.

Per gli esperti, inoltre, l’Italia “sembra aver ignorato il rischio che la Shalabayeva, una volta tornata in Kazakistan, potesse essere sottoposta a persecuzione, tortura o altra forma di maltrattamento per via delle attività politiche di suo marito”.

Gli esperti dell’Onu esprimono apprezzamento per l’impegno assunto dall’Italia “a condurre indagini approfondite sul caso” e si dicono rassicurati dal fatto che Roma abbia riconosciuto che l'”espulsione è stata illegale e inaccettabile”. Ma spingono “Italia e Kazakistan a continuare a cooperare e a raggiungere un accordo diplomatico che faciliti un veloce rientro delle espulse”.

Nel rapporto c’è anche un invito al Kazakistan ad “attenersi ai diritti umani internazionali e a rispettare il diritto alla libertà di movimento per la Shalabayeva e la figlia, autorizzandole a rientrare in Italia quando le autorità italiane lo avranno deciso”.

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