
Caos in Bolivia, 4 ufficiali di polizia morti durante gli scontri

È salito a quattro il numero di poliziotti morti nell'ambito delle proteste organizzate dai sostenitori dell'ex presidente Evo Morales, in corso da settimane in Bolivia e intensificatesi nelle ultime ore dopo la sua esclusione ufficiale dalle elezioni di agosto.
(Keystone-ATS) Il bilancio delle vittime tra le forze dell’ordine è stato aggiornato dal ministro della Giustizia Cesar Siles, che ha evidenziato come disordini e i blocchi stradali si concentrano particolarmente nei dipartimenti di Cochabamba e Potosì, dove Morales conserva ampio consenso soprattutto tra i contadini di coca.
I quattro ufficiali di polizia (tre tenenti e un sottotenente) sono caduti nel corso di un’imboscata a Llallagua, nella zona mineraria di Potosì quando – secondo i media locali – sono stati accerchiati da manifestanti che hanno usato armi da fuoco, petardi e pietre. Un capitano è rimasto gravemente ferito mentre altri agenti sono stati presi in ostaggio.
I sostenitori di Morales denunciano la sua esclusione elettorale dopo che una sentenza costituzionale ha limitato a due il massimo dei mandati presidenziali. Morales, al potere dal 2006 al 2019, ne ha svolti tre. I manifestanti chiedono anche le dimissioni del capo dello stato in carica Luis Arce, accusato di cattiva gestione economica.
Dal canto suo Arce ha respinto le accuse e promesso “mano dura” con l’intervento congiunto di polizia ed esercito contro i facinorosi. Morales intanto, trincerato nel suo inattaccabile bastione di Cochabamba, ha avvertito che i tentativi di smobilitazioni delle proteste provocheranno “una ribellione maggiore”.