Caso di dengue nel Comasco: “Non consumate i prodotti dell’orto”

Allarme sanitario a Capiago Intimiano, comune della provincia di Como, per un caso di dengue.
(Keystone-ATS) Allerta per un caso di dengue nel Comasco dopo che un residente di ritorno da un viaggio all’estero ha accusato i malori tipici della malattia ed è stato ricoverato in sorveglianza sanitaria all’ospedale Sant’Anna.
A seguito di ciò, in via precauzionale, e in collaborazione con l’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) territoriale, il comune di Capiago Intimiano – a una quindicina di chilometri dal confine con la Svizzera – ha avviato un trattamento straordinario per l’eliminazione di eventuali zanzare tigre, potenziali vettori della malattia.
La disinfestazione nella frazione di Olmeda è partita da sabato 3 maggio per concludersi lunedì 5 maggio con il supporto della Protezione civile e di una ditta specializzata. Fino a lunedì le e i residenti sono stati invitati a tenere le finestre chiuse, gli animali domestici in casa e di astenersi dal consumare frutta e verdura del proprio orto.
Per ora, secondo il direttore dell’Unità di Statistica molecolare e di Epidemiologia del Campus Bio-Medico di Roma, Massimo Ciccozzi, “non c’è nessun allarme della malattia in Italia” anche se è bene programmare le disinfestazioni contro la zanzara tigre. La dengue, dice Ciccozzi, “è un problema importante se diventa epidemica, ma non lo è così com’è oggi. Il caso importato ha solo un inconveniente: la zanzara tigre non è un vettore usuale, ha bisogno di due microlitri di sangue per poter deporre le uova e quindi deve pungere più volte. Quindi se punge la persona infetta può diventare vettore occasionale di dengue. Poi la zanzara tigre non la si vede perché staziona sulle piante e sull’erba. Ecco perché è importante la disinfestazione di parchi e giardini”.
In Italia, dal 1° gennaio al 29 ottobre 2024, al sistema di sorveglianza nazionale, secondo i dati dell’Istituto superiore di Sanità, risultano 667 casi confermati di dengue di cui 456 associati a viaggi all’estero e 207 casi autoctoni, nessun decesso. Il vettore principale è la zanzara Aedes Aegypti che nella vicina Penisola non è presente. Normalmente la malattia dà luogo a febbre nell’arco di 5-6 giorni dalla puntura di zanzara, con temperature anche molto elevate, accompagnata da mal di testa acuti, dolori attorno e dietro agli occhi, forti dolori muscolari e alle articolazioni, nausea e vomito. I sintomi tipici sono spesso assenti nei bambini.