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La forza idrica svizzera a sostegno della svolta energetica tedesca

La centrale elettrica di Mühleberg, situata nei pressi del reattore atomico, figura tra le migliaia di impianti in Svizzera che sfruttano la forza dell'acqua per creare corrente elettrica. Keystone

L’economia energetica svizzera vuole avere un ruolo più importante in Germania. Mentre l’accordo sull’energia con Bruxelles è in una fase di stallo, Berna promuove a Berlino la forza idrica svizzera grazie alla quale potrebbe assicurare l’approvvigionamento energetico in Germania. 

A Berlino si procede a passi spediti verso la completa ristrutturazione del sistema energetico tedesco. La decisione di abbondonare l’energia atomica e di sviluppare nello stesso tempo le energie rinnovabili necessita un nuovo indirizzo strategico per l’approvvigionamento di energia elettrica. In questo momento, il governo tedesco sta elaborando un piano per il futuro e ha raccolto le proposte nel libro verde “Mercato dell’elettricità per la svolta energetica”. 

Nulla è ancora stato fissato definitivamente e tutte le idee, provenienti anche da oltre i confini nazionali, sono benvenute. È un’occasione che gli attori principali del mercato elvetico dell’energia – autorità, economia e associazioni del settore – tentano di sfruttare per presentare gli atout della Svizzera, grazie ai quali la Germania potrebbe guardare al suo futuro energetico con maggiore tranquillità. “Non escludete la forza idrica svizzera dal vostro piano di approvvigionamento energetico”, è il messaggio centrale trasmesso da una delegazione di alto rango durante un incontro presso il ministero dell’economia e dell’energia, svolto a Berlino. 

Energia (troppo) cara dalla Svizzera? 

La svolta energetica tedesca è un’impresa ciclopica. L’energia elettrica ecologica prodotta da fonti rinnovabili è immessa in sovrabbondanza nella rete durante le giornate piene di sole e di vento. L’eccessiva offerta mette sotto pressione i prezzi. È una situazione di cui approfittano anche i fornitori di energia elvetici, almeno quelli che commerciano sul mercato internazionale. Per il momento sono le centrali idroelettriche a uscire con le ossa rotte da questa lotta al ribasso, poiché la loro energia è più cara rispetto a quella che si trova sul mercato europeo. 

La Svizzera e il mercato europeo dell’energia 

Dal 1° luglio sarà lanciato il mercato interno europeo dell’energia. Il nuovo sistema di commercio, detto market coupling, abbina la produzione di elettricità e la capacità di trasmissione, una soluzione che dovrebbe abbassare i prezzi. 

Per partecipare a questo sistema, Berna deve trovare un accordo sull’energia con Bruxelles. L’intesa, quasi conclusa, è stata però “congelata” dall’UE dopo il voto del 9 febbraio 2014 sull’iniziativa popolare contro l’immigrazione di massa. In gennaio, la consigliera federale Doris Leuthard ha incontrato il commissario per il clima e l’energia Miguel Arias Cañete. 

Durante il colloquio si è parlato di una possibile soluzione transitoria che darebbe accesso alla Svizzera al mercato europeo dell’energia. Prima di giungere a un accordo interinale, Berna e Bruxelles dovranno trovare una soluzione alle questioni riguardanti gli aiuti statali e la giurisdizione di sorveglianza nel settore elettrico: la Corte di giustizia dell’Unione europea o la Corte di giustizia dell’Associazione europea di libero scambio.

La ministra dell’energia elvetica ha ribadito la volontà di negoziare con l’UE affinché la Svizzera sia integrata nel mercato interno europeo dell’elettricità a partire dal 1° luglio 2015. Se la Commissione europea accoglierà le proposte elvetiche, la Svizzera avrà lo statuto di membro del mercato elettrico dell’UE fino alla fine del 2016.

“L’energia prodotta con la forza idrica in Svizzera non è concorrenziale in questo momento”, ammette Kurt Rohrbach, presidente dell’Associazione delle aziende elettriche svizzereCollegamento esterno (AES). E la forza del franco non favorisce certo il settore. 

Tuttavia, la forza idrica ha un enorme vantaggio rispetto alle altre energie rinnovabili: gli impianti ad accumulazione con pompaggio sono, per ora, l’unica possibilità per immagazzinare grandi quantità di energia. Queste centrali sfruttano “l’energia di banda” in eccesso per pompare l’acqua nei bacini artificiali. Nei momenti di maggiore richiesta, la fanno defluire producendo “energia di punta”. I laghi in montagna si trasformano così in batterie che possono contribuire ad assicurare l’approvvigionamento energetico in Europa. 

La grande flessibilità della forza idrica

“La forza idrica svizzera è tagliata su misura per la svolta energetica tedesca. È flessibile ed ecologica”, ricorda Kurt Rohrbach. Dal 2017 sarebbe possibile esportare 4 gigawatt generati da centrali idroelettriche, l’equivalente della produzione di due grandi centrali a carbone. “Noi possiamo immettere energia sulla rete da un minuto all’altro”, evidenzia Rohrbach. 

Questa flessibilità è particolarmente importante per garantire la sicurezza energetica: le grandi centrali termiche a combustibili fossili devono essere prima accese, sole e vento non sono programmabili, la loro energia deve esssere immessa subito nella rete. Le forza della natura non si orientano secondo le richieste dei consumatori. 

La Svizzera offre alla Germania la flessibilità e non la quantità. “Noi riusciamo a intervenire in fretta quando c’è penuria”, ricorda Arthur Janssen di SwissgridCollegamento esterno, società nazionale proprietaria della rete svizzera di trasmissione. A condizione che ci sia la volontà politica, Walter Steinmann, direttore dell’Ufficio federale dell’energiaCollegamento esterno, si augura che la Germania apra le sue frontiere all’energia svizzera e che non riservi un trattamento di favore alle proprie centrali sovvenzionate dallo Stato, ossia “soluzioni transnazionali con mercati aperti”.

I presupposti tecnici ci sono: oltre il 10 per cento del flusso transnazionale di energia in Europa corre lungo le trenta linee ad alta tensione che collegano la Svizzera con l’estero. “Siamo il crocevia della rete europea”, rileva Steinmann. Per questo motivo, la Svizzera vuole sfruttare maggiormente questa sua potenzialità.

Vantaggi della forza idrica del vicino

L’appello della delegazione elvetica non è certo rimasto inascoltato. In Germania non tutti sono favorevoli alla svolta energetica. C’è chi teme che le centrali atomiche siano sostituite da impianti termoelettrici a carbone, emettitori di grandi quantità di gas a effetto serra. La forza idrica del vicino sarebbe sicuramente più ecologica. A causa della quantità sempre maggiore di energia prodotta con fonti rinnovabili – entro il 2050 questa quota dovrebbe essere pari all’ottanta per cento – Berlino necessita di un sistema di sicurezza flessibile affinché l’approvvigionamento energetico sia garantito sempre, anche quando il sole e il vento sono latitanti.

La Svizzera ha un asso nella manica anche per quanto riguarda la rete elettrica. Perché si dovrebbe trasportare l’energia eolica attraverso tutta la Germania, dal mare del Nord a Costanza, quando, oltre confine viene prodotta energia idroelettrica? Già oggi, quando nel Sud della Germania la richiesta supera l’offerta, intervengono le centrali ad accumulazione con pompaggio svizzere. Kurt Rohrbach, presidente dell’AES, si augura maggiore trasparenza e più chiarezza da parte di Berlino intorno ai criteri di scelta per colmare la momentanea mancanza di energia.

Il suo desiderio è di vedere un’autostrada dell’energia che parta dal Nord della Germania e che raggiunga le Alpi. Così, forza idrica, il vento e il sole potrebbero scendere in campo assieme, garantendo la sicurezza dell’approvvigionamento energetico in Germania.

(Traduzione dal tedesco: Luca Beti)

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